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La nuova legge contro la pedofilia

E’ ormai noto che in Italia è finalmente entrata in vigore la legge contro la pedofilia. Efficace dal 4 agosto scorso, la nuova legge da più punti di vista prende in considerazione Internet, tristemente nota, spesso grazie ad alcuni media non molto preparati in materia, come vero e proprio “covo” di pedofili. Già da oggi, sono puniti come gravi reati i fatti di coloro che con qualsiasi mezzo, “anche per via telematica”, distribuiscono materiale pornografico ottenuto tramite lo sfruttamento sessuale dei minori o adescano gli stessi oppure consapevolmente cedono, anche gratuitamente, materiale pornografico di questo tipo, ovvero se lo procurano. Questi comportamenti, che sino ad ora hanno fatto parte delle attività che quotidianamente, e sotto gli occhi di tutti, si svolgevano su Internet, sono ora colpiti anche se commessi all’estero, a condizione che il colpevole sia un cittadino italiano oppure anche se colpevole è uno straniero ma il reato è stato commesso in danno di un cittadino italiano.
La nuova legge non si limita a prevedere varie figure di reato, ma predispone una serie di strumenti operativi concreti, con speciale riguardo proprio ad Internet. E’ stato previsto infatti che sia “l’organo del Ministero dell’interno per la sicurezza e la regolarità dei servizi di telecomunicazione” a svolgere le attività occorrenti per il contrasto dei delitti di pedofilia commessi mediante mezzi telematici.
Più in particolare, è stato disposto che, a questo scopo, “il personale addetto può utilizzare indicazioni di copertura, anche per attivare siti nelle reti, realizzare o gestire aree di comunicazione o scambio su reti o sistemi telematici, ovvero per partecipare ad esse”.
Con questa disposizione, insomma, la legge conferisce la facoltà alla Polizia, o agli altri corpi dipendenti dal Ministero dell’interno, di creare siti o newsgroup o addirittura mailing list fasulle o “di copertura”, con lo scopo di individuare e far venire allo scoperto i pedofili che usano Internet. In altri termini, se in futuro dovesse capitare ad un navigatore, magari solo incuriosito o interessato a studiare il fenomeno dal punto di vista psichiatrico o sociologico, di entrare in un sito “pedofilo”, ebbene quello potrebbe essere una semplice copertura della Polizia, un finto sito di cartapesta creato come specchietto per le allodole.
Il fine da cui muove la legge, che cerca di debellare il vergognoso crimine a danno dei minori, è sicuramente apprezzabile ed certo i mezzi previsti possono essere anche molto efficaci, però il fatto di sapere che un sito o un newsgroup incontrati su Internet, considerata da anni il regno del libero scambio delle informazioni, possono essere “finti” e servire per operazioni di polizia fa, almeno per un attimo, rabbrividire. Inoltre sarà comunque opportuno che gli inquirenti adoperino ogni cautela nell’utilizzare questi strumenti di indagine: pensiamo anche solo al fatto che, oggigiorno, chiunque può mandare un messaggio di posta elettronica a nome di un altro oppure utilizzare un anonymous remailer.
Speriamo, poi, che l’idea non piaccia a qualcun altro, magari interessato a sapere sempre chi pensa che cosa: potremmo veder nascere tanti altri specchietti per le allodole utili per capire i nostri gusti, le nostre propensioni, le nostre idee e la nostra personalità.

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Di Tiziano Solignani

L'uomo che sussurrava ai cavilli... Cassazionista, iscritto all'ordine di Modena dal 1997. Mediatore familiare. Counselor. Autore, tra l'altro, di «Guida alla separazione e al divorzio», «Come dirsi addio», «9 storie mai raccontate», «Io non avrò mai paura di te». Se volete migliorare le vostre vite, seguitelo su facebook, twitter e nei suoi gruppi. Se volete acquistare un'ora (o più) della sua attenzione sui vostri problemi, potete farlo da qui.

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