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rapinatori di … dati

Chattando in internet mi sono imbattuto in un tipo poco corretto: non sapevo configurare il mio computer, quando si è presentato questo signore che si è prestato a darmi una mano e mi ha guidato passo passo facendomi configurare il mio client di chat. Poi piano piano mi ha portato a cliccare sull’IP ed a questo punto mi ha detto che voleva solo il mio indirizzo e mi ha abbandonato in malo modo. Questa persona ora ha tutti i dati del mio computer e il mio timore è che possa fare acquisti con i miei dati… (C.P., Napoli)

Il lettore può stare tranquillo. Per fare acquisti in modo valido, occorre sempre un contratto, il quale, se concluso in modo tradizionale, richiede l’apposizione di una sottoscrizione (firma) autografa di chi compra, mentre, se concluso per via telematica, richiede la famosa firma digitale. Non è sufficiente, per gli eventuali malintenzionati, il possesso dei dati personali di un certo soggetto, magari insieme all’indirizzo IP del computer, che, peraltro, per chi si connette in dial – up di solito è assegnato dinamicamente dal rispettivo provider e quindi è diverso ad ogni connessione. Ci sono, è vero, transazioni sempre più numerose che vengono compiute, nella prassi di Internet, tramite la mera compilazione di un modulo d’ordine (form) on line, dove l’acquirente si limita ad inserire le proprie generalità e, se decide di utilizzarla come metodo di pagamento, il numero della propria carta di credito. Ma si tratta di transazioni che non hanno, a stretto rigore, efficacia vincolante e si basano, in sostanza, sul fair play degli utenti della rete, cioè sulla considerazione per cui si può di fatto solitamente fare affidamento sull’identità e sulla autenticità degli ordini. Ma chi riceve merce o servizi ordinati tramite un form on line al quale non hai mai dato conferma per iscritto con un atto da lui sottoscritto in originale oppure rispetto al quale non ha utilizzato la propria firma digitale, può sempre rifiutarsi di ricevere la merce o il servizio e di pagarlo, contestando di aver mai compilato il modulo d’ordine: spetterà in questo caso al venditore di provare la circostanza, cosa che in assenza di una firma, tradizionale o digitale, valida è pressocchè impossibile.

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Di Tiziano Solignani

L'uomo che sussurrava ai cavilli... Cassazionista, iscritto all'ordine di Modena dal 1997. Mediatore familiare. Counselor. Autore, tra l'altro, di «Guida alla separazione e al divorzio», «Come dirsi addio», «9 storie mai raccontate», «Io non avrò mai paura di te». Se volete migliorare le vostre vite, seguitelo su facebook, twitter e nei suoi gruppi. Se volete acquistare un'ora (o più) della sua attenzione sui vostri problemi, potete farlo da qui.

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