Da Aprile dell’anno scorso ho stipulato un contratto “Galaflat” con Galactica: problemi da subito, lentezza esasperante nelle connessioni nelle ore di maggior traffico; poi dopo una serie di alti e bassi una nuova campagna di acquisizione clienti fino al collasso di queste ultime settimane. Fino a cinquanta tentativi prima di connettersi, lentezza esasperante, assistenza zero, risposte neanche a pensarci. Come posso fare ad ottenere indietro i soldi che avanzano fino alla fine del contratto risolvendolo? (Silvano, via mail).
La risolvenza del contratto è prevista dall’art. 1453 cod. civ. secondo cui “quando uno dei contraenti non adempie le sue obbligazioni, l’altro può chiedere la risoluzione del contratto, salvo, in ogni caso, il risarcimento del danno”. L’art. 1454 aggiunge che “alla parte inadempiente l’altra può intimare per iscritto di adempiere in un congruo termine, con dichiarazione che, decorso inutilmente detto termine, il contratto s’intenderà senz’altro risoluto. Il termine non può essere inferiore a quindici giorni, salvo diversa pattuizione delle parti o salvo che, per la natura del contratto o secondo gli usi, risulti congruo un termine minore. Decorso il termine senza che il contratto sia stato adempiuto, questo è risoluto di diritto”.
Dunque, il diritto di “sganciarsi” da un contratto nel quale l’altra parte non ha mantenuto fede a quanto promesso è previsto dalla legge e la parte adempiente ha diritto non solo alla restituzione dei propri soldi, ma anche al risarcimento del danno che provi di aver subito.
Ma come è meglio comportarsi dal punto di vista pratico?
Bisogna premettere che la vicenda di Galactica è abbastanza nota a livello nazionale. Accanto a molti utenti soddisfatti ce ne sono altri, non trascurabili, che pare continuino ad avere problemi svariati: scarsità di banda, e quindi lentezza di connessione, scollegamenti improvvisi durante il giorno, enorme difficoltà nel prendere la linea e così via. Tutto questo quando Galactica garantisce per contratto un rapporto modem – utenti di 1 a 5, per cui non dovrebbero aversi problemi né di banda né di difficoltà di chiamare. La stessa Galactica, recentemente, si è resa responsabile di un discreto autogol istituendo un “semaforo” che assegna ai suoi utenti il verde, giallo o rosso a seconda di quanto stanno collegati ogni giorno: agli utenti a cui viene assegnato il rosso, quelli “più collegati”, non viene inflitta alcuna sanzione o limitazione, ma viene solo mandato un avvertimento, una specie di velata richiesta di stare meno tempo connesso in modo da favorire le connessioni anche degli altri utenti… la cosa, anche se di fatto priva di conseguenze, ovviamente non è stata ben digerita da tutte le persone che avevano sottoscritto un contratto dove si parlava di connessioni 24 ore su 24 senza alcuna limitazione.
E’ inoltre probabile che un certo intasamento, di fatto, si sia, come suggerisce il lettore, verificato quando tutti gli ex utenti Wind, società che ha recentemente deciso di non offrire più il servizio Flat sulla linea ISDN, si sono riversati in massa dentro a Galactica.
Ad ogni modo, il lettore, se intende tutelarsi, può seguire questi passi.
1) In primo luogo dovrebbe verificare accuratamente, magari con l’ausilio di un tecnico di propria fiducia, che i problemi di cui soffre non siano dovuti a aspetti hardware o a difetti nella configurazione del software, in modo da fugare ogni dubbio al riguardo. C’è anche la possibilità che il tutto sia dovuto alla scarsa qualità della linea, con il chè la “colpa” dei problemi ricadrebbe sul gestore telefonico, per la qual cosa bisognerebbe provare a spostare computer e modem in un’altra unità immobiliare e provare a connettersi da lì.
2) Una volta acclarato che il problema non è tecnico né da parte del cliente né da parte del gestore telefonico, è bene confezionare una raccomandata, da formare con il sistema della ricevuta di ritorno, da inviare alla sede legale di Galactica (la sede legale è quella risultante dalla Camera di commercio), in cui si espongono con la maggiore analiticità e precisione possibili i problemi, si invita a porvi rimedio e si precisa che, in mancanza di eliminazione degli stessi entro 15 giorni dal ricevimento della lettera, il contratto dovrà intendersi risolto.
3) Non è purtroppo però finita qui. Se entro i 15 giorni dal ricevimento, il provider non fa niente, cioè non risolve i problemi né restituisce i soldi, per riavere indietro questi ultimi bisogna necessariamente iniziare un procedimento giudiziale. Questo andrebbe radicato presso il Giudice di Pace del proprio Comune di residenza, competente solo se il cliente è un consumatore (nel caso contrario bisogna rivolgersi al Giudice di Pace del Comune dove ha sede legale il provider). Essendo l’importo in questione inferiore a £1.000.000, il cliente può stare in giudizio anche senza l’assistenza di un avvocato, anche se la cosa può non essere facile. La domanda di restituzione del prezzo dovrà essere comprovata tramite la dimostrazione dei problemi riscontrati che potrà essere data per testi, principalmente, oppure tramite una Consulenza Tecnica d’Ufficio che tuttavia sarebbe temporaneamente a carico del cliente. Insomma, con tutti i problemi che si trova ad affrontare che intende instaurare e coltivare una causa civile.