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come gestire il contratto del comune per la manutenzione hardware

Vorrei una delucidazione su una clausola di un contratto stipulato dal Comune per il quale lavoro con una ditta fornitrice di hardware. Tre anni fa, la ditta si aggiudicava la fornitura di hardware e l’art.16 del capitolato recitava così: “Il servizio di manutenzione dell’hardware sarà assicurato dalla ditta aggiudicataria dell’appalto. Per durata di anni 3, a decorrere dal giorno successivo la scadenza della garanzia (tre anni). Il corrispettivo annuo da riconoscere per tale servizio sarà pari al 10% dell’importo di aggiudicazione complessivo di gara con la previsione degli adeguamenti Istat annuali…” Il Comune dovrà, secondo la clausola, versare oltre 14.000.000 di lire per delle macchine il cui valore commerciale non è certamente quello di tre anni fa. Posso evitare di demandare il pagamento per questa assistenza inutile considerato che da un anno a questa parte l’assistenza è svolta da me con regolare contratto firmato con l’Amministrazione, che non prevede solo l’assistenza hardware)? Inoltre, l’art.2 del capitolato recita: “L’amministrazione comunale inoltre, si riserva la possibilità di aggiudicare tutta o in parte la fornitura e /o prestazioni richieste, senza che la ditta offerente accampi diritto alcuno.” (Pietro, via mail)

Non è possibile, purtroppo, dare una risposta univoca, per la quale sarebbe necessario esaminare con attenzione e cura tutta la documentazione che ha condotto alla stipulazione del contratto da parte del Comune interessato con la società aggiudicataria e, soprattutto, l’impegno di spesa, l’attestazione di copertura finanziaria e, più in generale, tutto il procedimento interno all’Amministrazione che ha preceduto e accompagnato la stipula. La clausola di cui all’art. 2 del capitolato sembra voler conferire elasticità all’intero contratto: se così fosse, la diversa clausola che prevede il corrispettivo per la manutenzione dell’hardware da parte della ditta aggiudicataria dovrebbe essere interpretata come un patto da valersi solo eventualmente, nell’ipotesi appunto in cui il Comune decidesse di avvalersi di tale assistenza. In sostanza, si potrebbe forse dire – ma si ripete che una ricostruzione di questo tipo può essere eventualmente fatta solo dopo aver esaminato per bene tutta la documentazione del caso – che la clausola circa l’assistenza obbligatoria non è vincolate per il Comune che è rimasto libero di rivolgersi a chi gli pare per l’assistenza e che tale clausola ha il solo effetto di stabilire che, se il Comune si rivolge all’aggiudicataria, il corrispettivo rimane comunque fissato nella misura stabilita. Scegliere questa strada comporta comunque il rischio dell’apertura di un contenzioso da parte della aggiudicataria, tramite il deposito di un apposito ricorso al Tribunale Amministrativo Regionale competente.

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Di Tiziano Solignani

L'uomo che sussurrava ai cavilli... Cassazionista, iscritto all'ordine di Modena dal 1997. Mediatore familiare. Counselor. Autore, tra l'altro, di «Guida alla separazione e al divorzio», «Come dirsi addio», «9 storie mai raccontate», «Io non avrò mai paura di te». Se volete migliorare le vostre vite, seguitelo su facebook, twitter e nei suoi gruppi. Se volete acquistare un'ora (o più) della sua attenzione sui vostri problemi, potete farlo da qui.

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