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se il provider chiude le porte

Dovendo sviluppare un mail server software, ho attivato il servizio ADSL di Libero Infostrada versione base. Eseguendo i primi test sull’applicativo mi sono reso conto che il provider ha deciso arbitrariamente di bloccare in entrata da internet, sulla classe di indirizzi dedicata agli abbonamenti ADSL, le porte SMTP e POP3 su cui viaggia la posta. Mi ritrovo quindi a non poter utilizzare il mio software da internet. Ho fatto varie segnalazioni al provider e mi e’ stato sempre risposto che quelle porte sono bloccate per motivi di sicurezza. Mi sono riletto il contratto ma non risulta che venga menzionata alcuna limitazione, anzi vengono specificate tra le porte disponibili per il servizio, senza distinzione tra entrata e uscita, anche quelle che risultano bloccate. Posso rescindere il contratto per inadempimento? (Fabio, via mail)

In effetti alcuni grandi provider hanno bloccato le porte 110 e 25, nonché la porta 143, di cui si serve il protocollo IMAP per l’utilizzo avanzato della posta elettronica, su tutti i contratti ad IP variabile, che sono solitamente i contratti di base per l’accesso alla rete. E’ evidentente che tale modifica da un lato non impedisce al cliente di navigare su internet. Dall’altro, tuttavia, non gli consente di utilizzare il suo computer, connesso alla rete, come server, cosa che avrebbe potuto fare, nonostante l’IP variabile, utilizzando uno dei numerosi servizi gratuiti come www.dyndns.org che “aggiornano” costantemente il dominio con il numero di IP del momento.
Prima di venire al quesito specifico e tecnico in tema di risoluzione, bisogna dire che sorge spontanea una domanda. Ci si chiede, infatti, se la chiusura di queste porte risponda effettivamente ad una esigenza di sicurezza o non discenda piuttosto ad una più o meno velata politica commerciale di questi grandi provider, tesa ad indurre la “migrazione” di tutti gli utenti che usano il contratto base con funzioni avanzate verso i contratti superiori e più costosi? Non è infatti difficile immagine che molti utenti, vedendosi letteralmente chiuse le porte, per non perdere tempo e ripristinare le funzionalità di quelli che oramai avevano allestito come server, siano passati al contratto ad IP fisso…
Detto questo, sembra che sia possibile chiedere la risoluzione. Questo perché nel contratto non solo non si fa menzione della possibilità di introdurre queste limitazioni, ma si parla espressamente, a quanto riferisce il lettore, delle porte in questione come “disponibili per il servizio”. E’ anche probabile che molti utenti avranno sicuramente fatto affidamento su questa circostanza, al momento della stipulazione del contratto. Per cui il provider può considerarsi inadempiente e il suo inadempimento di notevole importanza in quanto destinato a ridurre notevolmente la fruibilità del servizio consistente nel collegamento adsl alla rete internet.

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Di Tiziano Solignani

L'uomo che sussurrava ai cavilli... Cassazionista, iscritto all'ordine di Modena dal 1997. Mediatore familiare. Counselor. Autore, tra l'altro, di «Guida alla separazione e al divorzio», «Come dirsi addio», «9 storie mai raccontate», «Io non avrò mai paura di te». Se volete migliorare le vostre vite, seguitelo su facebook, twitter e nei suoi gruppi. Se volete acquistare un'ora (o più) della sua attenzione sui vostri problemi, potete farlo da qui.

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