Sono un padre separato, ho due figli che sono stati affidati alla madre, ho sentito che è entrata in vigore da non molto tempo una legge che prevede che i figli vengano affidati di norma congiuntamente ad entrambi i genitori, posso fare qualcosa per vedere di più i miei figli? (Giacomo Chirchi, via mail).
La legge in questione è la 8 febbraio 2006, n. 54, oramai in vigore da un anno. Questo provvedimento prevede effettivamente che, di norma, i figli debbano essere affidati ad entrambi i genitori e non ad uno solo come accadeva prima, nel 99% dei casi a favore della madre. La stessa legge prevede anche, all’art. 4, il diritto di tutti i genitori la cui separazione o divorzio sono già stati regolati dal Tribunale di chiederne la revisione.
Prima di partire in quarta, tuttavia, è bene esaminare approfonditamente la situazione. L’affido condiviso, nonostante il favore riconosciutogli dalla legge, non è sempre praticabile, bisogna vedere le condizioni in cui si trovano i coniugi e, soprattutto, quelle dei figli. Il Tribunale di Modena, così come gli altri tribunali italiani, nel corso dell’ultimo anno ha applicato piuttosto restrittivamente la nuova legge, dando luogo al condiviso in relativamente pochi casi e in ogni caso dopo valutazioni molto attente, prudenti ed oculate, quasi sempre peraltro condivisibili. Tanto che la nuova legge si è tradotta, in pratica, per lo più in un diverso regime della potestà sui figli, che prima spettava solo al coniuge affidatario, mentre ora spetta ad entrambi, anche se i figli rimangono ugualmente quasi sempre collocati presso la madre. Diciamo che il padre (o il coniuge non affidatario) ha più voce in capitolo, ma ha sempre più o meno le stesse modalità di visita e frequentazione dei figli. Naturalmente ci sono anche casi in cui il condiviso viene realizzato effettivamente, ma appunto dipende dalla situazione concreta.
In primo luogo, è necessario che i due ex-coniugi risiedano abbastanza vicino, perché è ovvio che se uno è rimasto a Modena mentre l’altro magari è andato ad abitare fuori regione un congiunto è materialmente impossibile. Questo tipo di condiviso richiede una collaborazione settimanale tra i genitori separati, ruotanti intorno al luogo che rimane il centro principale di vita del minore. In altri termini, se il figlio va a scuola a Modena, non si può pensare a farlo gestire in congiunto da un genitore che si trova lontano.
In secondo luogo, è necessario che ci sia bassa conflittualità tra i coniugi. Quando ci si separa, si litiga sempre. Nessuno si separa con una stretta di mano e non si tratta mai di una passeggiata. Ci sono coppie che, magari con l’aiuto del validissimo strumento della mediazione famigliare, riescono a prendere atto della rottura e a gestirla civilmente e altre che invece non ci riescono. Questo è un dato di fatto. Un congiunto tra due genitori che litigano tutte le volte che si vedono o anche solo si sentono per telefono, non potrà mai funzionare, perché richiede molta più collaborazione e presenta molte più occasioni di incontro del sistema tradizionale, quando il genitore non affidatario entra in scena solo il fine settimana, magari a settimane alterne. Ottenere un congiunto significa, ad esempio, far portare il bambino a scuola da un genitore e farlo venire a prendere dall’altro, fargli trascorrere il pomeriggio con quest’ultimo e poi di nuovo con l’altro. Quindi, se la conflittualità è alta, la cosa è ingestibile.
Per quanto riguarda le situazioni già regolate da un giudice con un affidamento ad un solo genitore, come nel caso del nostro lettore, farle passare ad un congiunto è ancora più difficile, perché il Tribunale di solito, non senza più di una ragione, considera rispondente all’interesse del minore mantenere le sue abitudini di vita, senza rivoluzionarle solo perché è entrata in vigore una nuova legge. In non pochi casi il un padre ha richiesto, proprio sulle base delle disposizioni della nuova legge, un congiunto, ma il giudice lo ha negato considerando che, sostanzialmente, i minori si trovavano da molti anni presso la madre senza problemi e non era opportuno sradicarli e far cambiare loro completamente abitudini di vita.
Ovviamente, ci sono poi anche dei casi in cui il congiunto rimane indicato ed è effettivamente la soluzione migliore: occorre esaminare la situazione degli ex coniugi e della prole e vedere assolutamente caso per caso. Peraltro, per aumentare i diritti di visita non è assolutamente necessario andare sul congiunto, si può far leva sulla maggiore età e maggior autonomia, anche di giudizio, acquisita dalla prole e richiedere, magari, un diritto più ampio per il fine settimana, un giorno infrasettimanale, più ore in una determinata occasione e così via. Naturalmente, poi, se si ritiene che la propria ex consorte non sia adeguata per la cura della prole si può sempre chiedere l’affidamento esclusivo. Non è vero che i giudici affidano sempre i figli alla madre, certo statisticamente questo tipo di affido è predominante, però ci sono anche le eccezioni che “confermano la regola”
4 risposte su “revisione dell’affido dei figli”
Fintanto che non ci saranno modifiche -che posso essere effettuate solo dal Giudice- bisogna attenersi alla sentenza di separazione/divorzio.
Salve,
volevo avere delle informazioni in merito alla affidamento di mio figlio, ho chiesto ed ottenuto l affidamento del bambino da meno di un anno, ora però la mamma ha dei ripensamenti e, rivuole il bambino, come mi devo comportare?
grazie
roberto
Sì, l'affidamento può essere modificato anche dopo il divorzio eprò sconsiglio di procedere al divorzio sulla base di queste premesse.
Mi speigo meglio.
Lei firma il divorzio partendo dall'idea di modificarlo in seguito. Tuttavia, non è che si può tornare dal Giudice due mesi dopo aver firmato per chiedere le modifiche perchè, giustamente, vi chiede perchè non ci avete pensato prima. Inoltre, questo comporta una gran perdita di tempo oltre che di soldi.
Conviene fare tutto adesso, prima di arrivare davanti al Giudice, rischiando anche di metterci molto tempo e di iniziare con un divorzio giudiziale.
Chieda fin da ora l'affidamento congiunto – magari con collocazione del figlio presso la madre – stabilendo le modalità di visita (quindi un fine settimana alternato e almeno un pomeriggio tutte le settimane, oltre alle vacanze).
Non necessariamente fare un divorzio congiunto migliora i rapporti.
E, se non l'ha già fatto, non vada dall'avvocato di sua moglie, ma se ne trovi uno Suo che tuteli solo ed esclusivamente i Suoi diritti. So che può sembrare più oneroso nell'immediato, ma Le assicuro che comprota molti più benefici nel lungo termine e tutelerà solo Lei, spiegandoLe i Suoi diritti e i Suoi doveri.
Mi faccia sapere cosa decide, noi siamo sempre a disposizione anche per eventuali consulenze private.
2 genitori si separano, il giudice nel momento di separazione stabilisce che il figlio va affidato alla mamma e il papà ottiene lo spazio per tenere il figlio ogni secondo weekend ed 1 pomeriggio a settimana. Poi ci sono dei problemi da parte della mamma, il papà chiede di vedere il figlio di piu.
Dopo 3 anni la mamma chiede il divorzio. Si stabilisce che il papà firma il divorzio e le condizioni di vedere il figlio rimangono le stesse con una piccola nota che il papà puo vedere il figlio quando vuole, e quando lo vuole il figlio. La mamma accetta le regole. Però durante la procedura del divorzio la mamma cerca di nuovo di non far vedere il figlio al papà. IL papà ha paura che dopo che firma il divorzio iniziano problemi. La domanda è:se dopo aver firmato il divorzio , nel caso la mamma creasse dei problemi alpapà , si può chiedere ancora affidamento congiunto?
grazie in anticipo per la risposta
Ela