Io e mio padre, risposatosi con una straniera dopo la morte di mia madre, siamo in lite. Prima che si sposasse avevamo fatto in modo che lui si disfasse di ogni avere e quindi ha rinunciato all’eredità e mi ha donato la metà di una casa. Il mio problema è questo: so di avere il coltello dalla parte del manico in ogni senso, ma non mi interessa sfruttare la situazione oltre un certo livello. Vorrei rinuciare alla donazione (non alla quota ereditaria di mia madre, mi sembra il minimo) e spartire l’intero patrimonio con mio padre e a quel punto però interrompere ogni rapporto con lui, girare a mia moglie ogni liquidità e farmi trovare nullatenente da lì in avanti. Domanda chiave…le nuore hanno obblighi di mantenimento nei confronti dei suoceri nel caso mio padre si “mangiasse” (forse sarebbe meglio dire si “facesse mangiare”) tutto dietro alla tipa? (Patrizio, via mail)
Rispondo solo alla domanda chiave, perchè tutto il resto non l’ho capito non essendoci sufficienti elementi per comprendere bene che cosa è stato fatto. La domanda “chiave”, comunque, è se la nuora possa essere chiamata a corrispondere gli alimenti nei confronti del suocero caduto in stato di indigenza e la risposta è positiva. La graduatoria di coloro che sono tenuti a prestare gli alimenti è data dall’art. 433 del codice civile italiano, che prevede appunto – dopo il coniuge, i figli, i genitori – i generi e le nuore. Suggerisco, per ogni ulteriore dettaglio, di leggere appunto tutti gli artt. 433 e seguenti del codice. Quindi in conclusione se il coniuge, i figli, gli eventuali genitori non sono in grado di adempiere all’obbligo alimentare, possono essere chiamate anche le nuore. Gli alimenti, ad ogni modo, sono un istituto residuale, cui si può accedere solo se la persona si trova in stato di indigenza, anche se ultimamente i procedimenti di questo tipo si sono fatti più numerosi in collegamento con il fatto che la nostra sta diventando una società di anziani, da un lato, con, dall’altro, giovani sempre più rinchiusi in sè stessi e poco propensi a prendersi cura dei “vecchi” come si faceva anche solo una generazione addietro.