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conviene intestare il c/c al figlio e darne la gestione ai genitori separati?

Vi scrivo perchè sono la compagna di un uomo separato. Il mio compagno è separato legalmente dall’Ottobre del 2004. Quest’anno ci sarebbe dovuto essere il divorzio ma nessuno prende l’iniziativa per firmare. Il mio compagno ha una figlia minonenne, a cui mensilmente passa un assegno di 400€, oltre a tutte le spese. Anche se mi sembra un po’ esagerato. Purtroppo il mio compagno – nonostante prenda 990€ ed è proprietario di una casa – risulta essere benestante.
Ma se fa il calcolo solo per la figlia sono circa 550€ al mese, il mutuo di quando si erano sposati di 200€, e le bollette? E la spesa? Ma lei è una vipera e una sanguisuga, quando però, senza prove, con il mantenimento della figlia si pagava la macchina e ora si paga il muto per la casa nuova, con dove andrà a vivere col fidanzato, la madre e la figlia, e poi non ha i soldi la signora? Quella bambina è solo straviziata… Perchè la signora non ha i soldi però le compra il gameboy da 200€, i giochi da 40€… ma va va… E in più è dall’età di due anni che la riempie di farmaci anche solo per uno starnuto. Domanda: è possibile fare un conto intestato alla figlia, con la possibilità di gestirlo da entrambi i genitori, e fare una quota forfait, ma i soldi devono esser messi su mensilmente da entrambi i genitori? (Maida, via posta elettronica)

Per rispondere alla domanda della nostra lettrice, si può fare quasi tutto basta che si vada d’accordo e ci sia rispetto e fiducia.

Tuttavia, nella situazione proposta della nostra lettrice, non mi sembra possibile farlo.

Sicuramente, da parte della nostra lettrice non c’è fiducia nei confronti della moglie del compagno e, se anche il compagno prova gli stessi sentimenti, vedo molto difficile realizzare ciò che ha scritto Maida.

Inoltre, dato che la figlia vive con la mamma, è difficile quantificare esattamente le spese da mettere a carico della figlia e quindi per effettuare i relativi prelievi dal conto corrente: qual’è la quota di luce, acqua, gas, internet, cibo, … da porre a carico della figlia? Il problema si pone maggiormente in vista della futura convivenza della moglie del compagno della nostra lettrice.

Per poter fare una cosa come quella proposta dalla lettrice, il marito dovrebbe fidarsi ciecamente della moglie – in quanto genitrice affidataria della figlia -, quindi se la moglie preleva, ad es., lui non dovrebbe discutere su ogni centesimo prelevato.

Sicuramente, è molto più semplice versare una quota forfettaria – che può essere più o meno alta – e lasciare la gestione delle spese ordinarie in capo al genitore affidatario, questo viene fatto anche per evitare discussioni.

Una possibilità per la gestione delle spese potrebbe essere quella di chiedere – in sede di divorzio – l’affidamento congiunto della figlia e fare in modo che la figlia passi lo stesso tempo a casa del padre e della madre: in questo modo ogni genitore manterebbe la figlia mentre è con lui (facendo venire meno l’assegno di mantenimento) e dividerebbero solo le spese straordinarie.

Tuttavia, anche per un affidamento congiunto vero e proprio, sono richiesti rispetto e collaborazione nonchè che i genitori abitino vicino così da gestire adeguatamente la situazione e bisogna sempre tenere presente che i figli devono vivere quanto più serenamente possibile.

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Di Antinisca Sammarchi

Avvocato tra Casalecchio di Reno (dove vivo) e Vignola. Convivo e abbiamo la fortuna di avere la compagnia di due splendide gatte europee, Triplette e Mimì.

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