Salve. Poichè ho poco spazio le espongo in breve alcune domande! Il mio lui è separato dal 2004 e all’epoca fu deciso dal giudice che la casa (acquistata da lui dopo il matrimonio pagando ancora il mutuo) fosse affidata alla moglie e alla figlia di 15 anni (ci tengo a precisare che la moglie lavora da molto tempo e l’affidamento della minore è congiunto). Nel’agosto del 2005 la minore con il consenso della madre e contro il volere del padre va a convivere a XXX, in XXX, fino a settembre 2007 (ora si sono lasciati), poteva lei convivere essendo minorenne? Le spettavano comunque gli alimenti nonostante convivesse? Ora che la minore è ritornata, la moglie può convivere con un lui nella casa conuiugale, oppure costui deve l’affitto al mio compagno? La ringrazio anticipatamente per la sua disponibilità. (Dolores, via posta elettronica)
Per quanto riguarda la convivenza della figlia minorenne, avendone i genitori la potestà congiunta, dovevano dare entrambi il loro assenso. Tuttavia, credo che vietarlo non avrebbe prodotti benefici alla minore e comunque ormai la convivenza è finita.
Per quanto concerne il mantenimento, invece, bisogna distinguere tra auto-sufficienza economica e non auto-sufficienza economica della figlia.
Se la regazza era economicamente indipendente, era necessario presentare un ricorso al Tribunale per chidere che il Giudice pronunciasse la cessazione del mantenimento. Se non era indipendente, il padre era tenuto a continuare a versarle il mantenimento.
Tutt’ora, anche se maggiorenne, se la figlia non è economicamente autonoma, il padre è obbligato a versarle il mantenimento. Se, invece, la ragazza è autonoma dovrà fare un ricorso per la cessazione del mantenimento.
Per quanto concerne la casa coniugale, se il nuovo compagno della moglie vi si è trasferito, consiglio di fare un ricorso per chiedere la modifica delle condizioni di separazione – o meglio ancora, nel ricorso per il divorzio – chiedendo o che la casa sia venduta, anche alla moglie se vuole acquistarla, e il ricavato diviso – dato che mi sembra di capire che la casa è in comunione – oppure che il nuovo compagno versi una somma a titolo di affitto.