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problemi di un uomo separato

Gentili signori. Chiedo la vostra consulenza su problema di determinazione dell’assegno di divorzio. Sono separato consensualmente da maggio 2004. Non abbiamo avuto figli. Siamo rimasti insieme 4 anni (dal 1999 al 2003), poi dopo un brutto litigio, lei ha deciso di tornare dalla madre a XXX (vivevamo e io vivo ancora oggi a XXX). Erogo un’assegno mensile di 476 euro per alimenti (450 concordati + le rivalutazioni Istat dal 2005/6/7). Io sono impiegato bancario (44 anni) con un redditto lordo 2006 di 55 mila euro. Vivo in casa di mia proprietà con mutuo di 500 euro mensili. Ho 2 prestiti in corso (uno di 290 e l’altro di 90 euro mensili) per esigenze personali e per la restituzione di somme prestatemi dal fratello. Ho avuto negli ultimi tempi diversi problemi relazionali, professionali e fisici (ho scoperto di essere semi-impotente e sterile), e sono in cura presso andrologo, psicologo e psichiatra. Mia moglie ha 46 anni e al momento della separazione aveva promesso di cercare un lavoro e che l’assegno sarebbe stato un’aiuto temporaneo e provvisorio. E’ un’artigiana con 30 anni di esperienza, dotata di attrezzature, macchinari e materiale. Una stanza della nostra dimora era adibita a laboratorio di pelletteria. Da quando è andata via non ho molte informazioni circa le sue attività lavorative. So per certo che ha fatto da baby sitter ai bambini del fratello, e che produce degli oggetti (collane, portachiavi, etc) per la rivendita. Probabilmente fa dei lavori saltuari per il fratello (orafo), o i cugini (proprietari di diverse attività commerciali in Sassari), oppure per amici/conoscenti (è stata vista fare la commessa nell’oreficeria di un’amica). Io non ho prove e non ho contatti con persone in grado di fornirmi informazioni molto attendibili. Io voglio il divorzio anche perchè voglio interrompere l’erogazione degli alimenti o comunque diminuire l’assegno erogato. So per certo che lei non si trova “nell’oggettiva impossibilità di procurarsi i mezzi necessari per mantenere il tenore di vita goduto in costanza di matrimonio”, come previsto dalla legge. Invece di procurarsi un lavoro stabile e di affrancarsi dal bisogno di chiedermi gli alimenti, lei molto furbescamente fa lavori saltuari e non dichiara nulla, contando su di me. Oppure guadagna bene e non lo dichiara per non perdere l’assegno. Circa un anno fa mi ha chiesto un aumento, che non ho concesso, per far fronte “all’aggravarsi della sua situazione economica” a causa dell’abbandono della casa materna per andare in affitto in appartamento (a quanto pare molto bello), nel centro di Sassari, pagando 500 euro al mese (una cifra piuttosto alta per gli standard di Sassari). In sintesi invece di trovare un lavoro stabile ha trovato un appartamento che “aggrava” la sua situazione economica. Vi chiedo che probabilità ho di aver riconosciuto l’eliminazione dell’assegno nel caso in cui procedo con un divorzio giudiziale. Ragionevolmente credo che la cosa migliore sia di addivenire ad un accordo con l’erogazione di un “importo una tantum” che chiude ogni successiva pretesa, anche perchè mi è difficile pensare di dover erogare un vitalizio ad una persona che mi è stata accanto per soli 4 anni. Preciso che lei non ha abbandonato il lavoro per causa mia, anzi l’ho conosciuta e aiutata in un suo momento di difficoltà economica. In cuor mio penso che mi abbia sposato solo per questo, e che la separazione e gli alimenti erano un suo preciso obiettivo (non aveva altre passioni che il ritorno nella sua amata Sardegna). Sono disposto ad offrire e posso ragionevolmente sopportare, un assegno una tantum di circa 10-15 mila euro, purchè si chiude la partita. Chiedo un vostro consiglio sulla migliore strategia da seguire per raggiungere l’obiettivo che ripeto è o liberarmi dall’assegno (che probabilità ho?) oppure arrivare ad un accordo una tantum. Vi prego di fornirmi inoltre indicazioni circa gli orientamenti giurisprudenziali dei tribunali (XXX in particolare) circa la tematica e gli esiti di casi similari (Antonio, via posta elettronica)

Caro Antonio, purtroppo non posso dirTi che probabilità hai di ottenere l’eliminazione dell’assegno di mantenimento in quanto molto dipende dalle prove che si allegano a supporto della propria domanda, da come si imposta il procedimento e da come agisce la controparte (quindi le sue prove, le sue richieste, …).

Stesso discorso vale per gli esiti dei casi similari in quanto nessun caso è simile all’altro ma ognuno ha le proprie peculiarità.

Ci possono essere buone possibilità dato che siete stati sposati molto poco e lei è in grado di essere economicamente autonoma.

Prima di inizare un procedimento Ti consiglio di chiamare Tua moglie e di proporle il pagamento dell’assegno una tantum, vedendo così la sua reazione.

Dopo aver parlato con lei si può vedere come procedere.

Se vuoi un preventivo per la tua pratica, te lo possiamo fare gratuitamente. Tieni presente che grazie al nostro network possiamo operare in ogni parte d’Italia e quindi anche presso l’autorità giudiziaria competente nel tuo caso.

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Di Antinisca Sammarchi

Avvocato tra Casalecchio di Reno (dove vivo) e Vignola. Convivo e abbiamo la fortuna di avere la compagnia di due splendide gatte europee, Triplette e Mimì.

2 risposte su “problemi di un uomo separato”

Non è facile dare una risposta a questa domanda, perchè dipende molto dal giudice, cioè dal singolo giudice e nemmeno dal Tribunale, cui andrà a finire davanti la questione. Generalmente ho visto che i giudici valutano sempre la capacità lavorativa generica della parte e quindi tendono a largheggiare con le presunzioni in materia, però se poi trovi un giudizio più restrittivo sul punto c'è poco da fare…

Gli investigatori è vero, specialmente quando devono compiere indagini complesse, sono molto costosi, si fanno pagare ad ore e quindi facilmente si spendono diverse migliaia di euro, però puoi provare a chiedere qualche preventivo e vedere se qualcuno del settore ha qualche idea per reperire le informazioni che ti servono senza farti spendere un occhio della testa.

Al di là degli investigatori, poi, puoi sempre provare a raccogliere qualche dichiarazione testimoniale, qualche altro elemento di prova anche di diverso genere, tutto può fare brodo in procedimenti di questo genere. In bocca al lupo.

Grazie per la gentile risposta. Trovo il vostro sito molto interessante. Approffitto per chiedere se è opportuno cercare di raccogliere delle prove circa le attività lavorative di mia moglie. Prove difficili da reperire e costose. Oppure confidare che il giudice tenga conto della nella nota tendenza all'evasione della categoria degli artigiani. In pratica è meglio dimostrare che lei lavora e quadagna diciamo 500 euro al mese (rimane comunque un forte divario con il mio stipendio di 2500) oppure risparmiare i soldi per investigatori e lasciare che il giudice "pressuponga" che lei lavori, si arrangia e guadagni in nero, visto che abita in una casa che assorbe tutto l'importo che attualmente gli verso?
Cordiali Saluti

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