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diritto

Cattiva gestione del patrimonio famigliare

Gentile Avvocato, ho recentemente visitato il suo blog e, vista la gentile disponibilità a dare pareri legali, sarei interessata ad un consiglio. Da qualche tempo la situazione finanziaria dei miei genitori sta peggiorando a causa di comportamenti poco parsimoniosi di mio padre. I miei genitori sono sposati in comunione legale dei beni e vivono in un appartamento di proprietà di mia mamma (ricevuto per donazione da parte di suo padre cioè mio nonno). Il reddito della famiglia è la pensione che percepisce mio padre e che finisce su un conto corrente cointestato. Oltre a questo c’è una somma di denaro che mia madre ha ricevuto in eredità da suo padre deceduto di recente (conto corrente e conto titoli ovviamente intestato a lei e non rientrante quindi nella comunione). Fin qui la situazione sembra tranquilla però di recente, a seguito di un’operazione al cuore non riuscita e da ripetere a breve, mio padre è caduto un pò in depressione e sta sperperando cifre ingenti per il loro stile di vita. Significa che spesso preleva arrivando ad essere a debito sul conto cointestato e di recente abbiamo scoperto (visto il RID sul conto corrente) che ha attivato un prestito presso una finanziaria di 5000 Euro. Abbiamo tentato di capire e parlare con lui ma semplicemente nega le offerte di aiuto e soprattutto nega l’evidenza dei fatti. Mia mamma si è recata in banca chiedendo al direttore di filiale di non permettergli di prelevare se non c’è disponibilità finanziaria sul conto, ma la risposta è stata che per prassi la banca concede un fido pari alla pensione e/o reddito. Ci hanno semplicemente consigliato ti tenere monitorata la situazione… Mi rendo conto che la situazione non è drammatica ma credo che si debba intervenire subito prima che precipiti e non sia più recuperabile. Avrei pensato con mamma di modificare il regime patrimoniale scelto in precedenza; ovvero passare dalla comunione legale dei beni alla separazione. Lei cosa mi consiglia? Quello che vorrei fare è prima di tutto tutelare me e mamma e nel frattempo aiutare anche lui sotto l’aspetto medico. La ringrazio in anticipo per la sua risposta e la saluto cordialmente. Luisa

Innanzitutto occorre precisare alcuni aspetti della comunione dei beni fra coniugi e della amministrazione di tali beni. La legge distingue tra atti di ordinaria e di straordinaria amministrazione. I primi, sotto un certo aspetto possono essere qualificati come gli atti per la cui esecuzione è sufficiente la volontà e l’azione di un solo coniuge. I secondi, invece, richiedono la comune volontà. In assenza di definizioni del legislatore, gli atti di straordinaria amministrazione vengono intesi come quelli che vanno ad incidere in maniera significativa nel patrimonio comune, modificando sensibilmente le condizioni di vita della famiglia.

Gli atti posti in essere da Suo padre dopo l’operazione al cuore, sembrerebbero incidere negativamente (almeno da quanto posso aver capito) sullo stile di vita della famiglia e potrebbero integrare un’ipotesi di cattiva amministrazione del patrimonio famigliare comune. In un tale caso, l’altro coniuge (quindi Sua mamma) può chiedere l’esclusione dell’altro coniuge dall’amministrazione (art.183 cod. civ.).

La cattiva amministrazione sussiste ad esempio quando il coniuge, per inettitudine, abbia in concreto posto in essere atti che possono avere conseguenze dannose sui beni della comunione o dell’altro coniuge. Quando ci si rivolge al giudice questo prende in considerazione il caso concreto per appurare se effettivamente ci sia stata mala gestio.

Ma la cattiva amministrazione è prevista sia come causa di esclusione dall’amministrazione, sia come ipotesi di separazione dei beni (art. 193 cod. civ.); quindi Sua mamma potrebbe chiedere la separazione dei beni. In particolare, l’art. 193 cod.civ. dice che questa separazione si puo’ chiedere anche “quando il disordine degli affari di uno dei coniugi o la condotta da questi tenuta nell’amministrazione dei beni mette in pericolo gli interessi dell’altro o della comunione o della famiglia…”. In entrambi i casi (esclusione dall’amministrazione o separazione giudiziale dei beni) bisogna rivolgersi al giudice. Di conseguenza è necessario l’aiuto di un avvocato.

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Di Emanuele Roli

Sono nato nel 1975, vivo a Casalecchio di Reno (BO) e collaboro con lo studio Solignani dal 2005

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