Con un post di ieri, Beppe si è occupato di un ennesimo evento della discussa “politica” commerciale di Sky, sostenendo quanto segue:
Il furto si è evoluto in silenzio assenso. Il percorso è il seguente. Il cliente è informato in modo discreto che un suo silenzio gli porterà maggiori costi e aumenterà gli introiti per l’azienda di servizi che ha inviato la comunicazione. La persona di solito trascura la lettera, non la legge o la legge con distrazione. Scatta allora l’assenso a mettere le mani nel suo portafoglio. Il silenzio assenso, se praticato su grandi masse di consumatori, crea un grande reddito addizionale a costi quasi nulli per la società. SKY ha inserito una lettera all’interno del magazine gratuito inviato ai suoi abbonati. Ma non tutti aprono il magazine, che è dentro al cellophane. E non tutti leggono la lettera anche dopo aver strappato la plastica e aver sfogliato la rivista. Non è imbustata, sembra un inserto. Tutti coloro che rimangono in silenzio pagheranno 0,90 centesimi in più al mese.
“Gentile Cliente,
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ti confermiamo che a partire da questo mese la nuova rivista SKYlife sostituisce SKY Magazine.
…Anche questo numero di SKYlife è incluso nel prezzo del tuo abbonamento. A partire da Marzo potrai decidere se continuare a riceverlo, al prezzo di 0,90 euro in più al mese che ti verrà indicato in fattura, oppure ricevere inclusa nell’attuale prezzo del tuo abbonamento, la guida sintetica alla programmazione di SKY chiamando il numero verde 800 835 005 o compilando l’apposito campo della sezione Fai da Te del sito SKY.it.
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Grazie per l’attenzione e buona lettura con Skylife.
Cordialmente,
Angela Gemma, Direttore Servizio Clienti”Non so se la legge permette l’imposizione il pagamento di servizi non richiesti con il meccanismo del silenzio assenso. Se lo permette va cambiata. Chi usa il silenzio assenso non è corretto nei confronti dei suoi clienti. SKY ci fa pagare il nostro silenzio 0,90 al mese. Per SKY non siamo clienti, ma pecore da tosare. Diamo la disdetta all’abbonamento nel caso non cambi atteggiamento diventando più rispettosa nei nostri confronti.
L’atteggiamento commerciale di SKY non mi piace e lo critico da tempo. Ad esempio, nella sua sezione fai-da-te sul sito si possono aggiungere nuovi pacchetti, ma non si possono togliere… Se c’è un problema, magari dovuto a loro, devi chiamare un servizio clienti a pagamento. Spesso si verificano, è capitato anche a me, attivazioni permanenti di servizi spacciate per gli addetti al call center per offerte temporanee con una precisa data di inizio e di scadenza, che però poi non scadono mai e vengono fatturate. Per quanto riguarda la guida, personalmente ho disdettato prima possibile l’invio, dal momento che non ha senso oggigiorno consumare carta e far girare dei postini per comunicare informazioni che possono essere fruite, in maniera ancora migliore per via telematica. Quindi non sarò interessato dall’operazione di cui sopra, desidero tuttavia cercare di analizzare la questione per tutti gli altri che sono rimasti affezionati al servizio cartaceo.
In realtà, è astrattamente possibile e conforme al diritto, al momento in cui si stipula un contratto, riservare ad una sola delle parti il diritto potestativo di mutare, unilateralmente, una o più condizioni contrattuali. Si tratta di una clausola, in linea di principio, perfettamente valida, che si trova spesso in molti contratto di fornitura prolungata, a volte contenuta in una forbice specifica.
Quando però la parte del contratto che deve subire le modifiche contrattuali dell’altra è un consumatore, valgono regole diverse. Si applica in particolare l’art. 33 del codice del consumo, cioè il famoso Decreto Legislativo 6 settembre 2005, n. 206, che considera vessatorie, e quindi inefficaci, le clausole che hanno per l’effetto di “m) consentire al professionista di modificare unilateralmente le clausole del contratto, ovvero le caratteristiche del prodotto o del servizio da fornire, senza un giustificato motivo indicato nel contratto stesso“. Quindi, si può sempre pattuire una clausola di questo genere, a condizione tuttavia che vi sia un “giustificato motivo”, da riferire sostanzialmente ad esigenze pratiche. Naturalmente se vi è un giusto motivo o meno è una cosa che decide il giudice eventualmente incarico di decidere del caso.
Al di là del diritto concreto, tuttavia, che al contrario di quanto sembra pensare Beppe, spesso è abbastanza evoluto, anche perchè oramai molte volte di origine europea, come nel caso appunto della disciplina delle clausole vessatorie, che è stata imposta da una direttiva dell’Unione Europea, il problema dei consumatori è quello dei costi della giustizia. Per questi motivi, molte società riescono a praticare politiche commerciali scorrette, contando sul fatto che la quasi totalità dei consumatori, quelli che non hanno un fratello avvocato o soldi e tempo da spendere per fare questioni di principio o che non hanno i benefici per il patrocinio a spese dello Stato, rinunceranno a difendersi. Per questi motivi, non mi stancherò mai di dire che la vera rivoluzione sarà solo quando la maggior parte dei consumatori si munirà di valide forme di tutela giudiziaria, per potersi far tutelare e seguire da un legale di fiducia veramente bravo e senza spendere un centesimo, quando hanno ragione di coltivare le loro pretese. Senza questo, è inutile fare denunce, scrivere post infuocati nei blog: bisogna dare strumenti concreti ai consumatori, armi che possono usare quando è giusto farlo. Quindi dal nostro lato il compito è quello di fare informazioni, ma anche i consumatori hanno la loro parte di lavoro da fare. Almeno così la penso io…
4 risposte su “il silenzio assenso di sky – risposta ad un post di Beppe Grillo”
In effetti mi è capitato di occuparmi di recente di una caso simile a quello riportato dal nostro amico.
Iniziamo come sempre dal dettato normativo. Il citato Decreto Bersani, recita: "I contratti per adesione stipulati con operatori di telefonia e di reti televisive e di comunicazione elettronica, indipendentemente dalla tecnologia utilizzata, devono prevedere la facolta' del contraente di recedere dal contratto o di trasferirlo presso altro operatore senza vincoli temporali o ritardi non giustificati da esigenze tecniche e senza spese non giustificate da costi dell'operatore e non possono imporre un obbligo di preavviso superiore a trenta giorni. Le clausole difformi sono nulle, fatta salva la facolta' degli operatori di adeguare alle disposizioni del presente articolo i rapporti contrattuali gia' stipulati alla data di entrata in vigore del presente decreto entro i successivi sessanta giorni."
In sostanza si può recedere da detti contratti (telefonia-abbonamenti televisivi) in qualsiasi momento con l'unico obbligo per il consumatore, evidentemente, di darne comunicazione all'operatore. Quanto al termine di preavviso del recesso gli operatori non possono stabilire, all'interno dei propri contratti, che lo stesso sia, in ogni caso, superiore ai 30 giorni. In parole povere: dal ricevimento della raccomandata di recesso del consumatore il contratto deve risolversi nel giro di 30 giorni se è contrattualmente previsto tale termine, ovvero si deve risolvere immediatamente se non sia previsto alcun termine o ne sia previsto uno maggiore. In quest'ultimo caso, come recita il Decreto Bersani, la clausola contrattuale in questione è nulla.
Quindi, tornando al nostro amico, se nel suo contratto è previsto un recesso con preavviso di 30 giorni dovrà pagare solo altri 30 giorni partendo dal giorno del ricevimento della raccomandata di recesso ricevuta dall'operatore. Tutto ciò che viene chiesto in più è illegittimo. Non capisco a quale titolo SKY richieda i € 134,00 aggiuntivi. Se sono per la disdetta del contratto non sono dovuti e vanno contestati immediatamente e formalmente.
Un mio collega di studio so che recentemente si è occupato di una vertenza simile, conclusasi positivamente con il rimborso da parte di sky di quanto addebitato indebitamente e con anche un piccolo rimborso – 80€ – di spese legali.
Purtroppo non conosco i dettagli, gli inoltro il link a questa discussione e sentiamo che cosa ci potrà dire.
ciao,vorrei chiedere un consigglio su un problema che ho avuto con sky…ero cliente sky da un paio d'anni. Ero in affitto e quando ho comprato casa, ho mandato una lettera a sky per chiudere secondo la legge bersani il contratto…il 16 di agosto dovevo cambiare casa e i primi del mese ho scritto a sky chiedendo la disattivazione entro tale data e mi e' stato risposto che non era possibile e che dovevo pagare tutto agosto, settembre e che dovevo aggiungere 130 euro ca per la disdetta del contratto…ho pagato agosto (anche se dal 16 al 31 non ho usfruito del servizio perche avevo gia cambiato casa) e poi non ho piu' pagato niente…ora mi e' arrivata una lettera da una societa' di recupero crediti, in cui mi si minaccia ( perche' e' questo che fanno, minacciano) il recupero forzato a termini di legge di 134 euro. ho chiamato l'antitrust e aspetto risposta… secondo voi lo possono fare?vi ringrazio anticipatamente per l'eventuale aiuto ciao
Vorrei tanto vedere un qualche intervento sulle PENSIONI e sui PENSIONATI. E' vero che non siamo una forza lavoro e che non contiamo più niente perchè anche se scioperiamo nessuno se ne accorge (potremmo provare a morire….ma sono sicura che non se ne accorgerebbe nessuno. Ai signori del Palazzo, vorrei dire una volta per tutte che si devono vergognare quando prendono gli stipendi che sono formati anche dai nostri soldi! Vorrei tanto che qualcuno li obbligasse a vivere con 560 euro al mese avendo da pagare affitto tasse varie più o meno occulte, luce gas, telefono, riscaldamento e (quando ne avanzano) mangiare vestirsi e calzarsi. C'è nessuno?