Mia moglie è proprietaria di due immobili e due terreni siti in xxx (xxx). Di fatto i due terreni sono contigui e confinanti su un lato, quindi praticamente una unica proprietà . Lateralmente a detto terreno il proprietario, peraltro un congiunto, ha edificato circa 15 anni addietro una rimessa (abusiva) in muratura. La stessa è posizionata ad un metro circa dal confine dei terreni. Successivamente ha aperto due finestre sul lato confine, e quindi costruito una scala che giace in parte all’interno della nostra proprietà, il tutto senza chiedere permessi a priori ma ponendoci davanti al fatto compiuto. Si era addivenuti ad una sorta di bonaria intesa con un tacito beneplacito da una parte alla presenza delle finestre e dall’altra parte l’utilizzo della scala quale servitù di passaggio per l’accesso al fondo. Ultimamente il confinante ha chiuso con un cancelletto la scala per motivi di sicurezza, la frazione è di fatto disabitata, e rimosso gli scalini di fortuna ivi presenti che garantivano l’accesso al fondo. Passato anche questo in forma bonaria come una questione di sicurezza, ora afferma che la sua proprietà è in realtà per circa tre metri all’interno del nostro terreno. Nel 2002 avevamo provveduto alla segnalazione dei confini con l’ausilio di un geometra che viste le piante catastali e tutti i documenti inerenti avevano posto dei paletti di segnalazione del confine, ora contestati per altro informalmente. Quali sono i nostri reali diritti come dobbiamo agire per affermare la proprietà ed interrompere altresì l’eventuale usucapione da parte sua? Se ritiene di sia necessaria una consulenza mi faccia sapere. (Paolo, via mail)
Sicuramente se è stata addirittura costruita una scala sull’area di sedime di vostra proprietà il fine ultimo, dichiarato o meno, è quello di fare poi accertare una usucapione e quindi conviene tutelarsi perchè le cause di usucapione possono essere molto difficili da gestire, a volte purtroppo è sufficiente per una parte trovare tre o quattro testimoni compiacenti per poter “vincere” la questione. A mio giudizio, il consiglio migliore è quello di mandare un formale atto di intimazione, notificato tramite ufficiale giudiziario o tramite avvocato (meglio quest’ultima soluzione, visto che comunque da un legale per la redazione dell’atto dovrete andare), in cui si richiede al confinante sia l’arretramento della struttura, che deve stare alla distanza dal confine prevista dal regolamento edilizio del comune in cui si trova, sia la chiusura delle finestre, sia la demolizione della scala e quindi la riduzione in pristino dello stato dei luoghi, sotto pena, in difetto di azione giudiziaria. Ciò è, intanto, sicuramente sufficiente ad impedire il decorrere del tempo per l’usucapione e vi consentirà, poi, anche di valutare la reazione del confinante e quindi, in base alla stessa, se fermarvi all’atto di intimazione o valutare la convenienza di proseguire poi in effetti giudizialmente. Ricordatevi che gli immobili vanno sempre tutelati perchè se perdono consistenza o anche solo ariosità o amenità diminuiscono sensibilmente il loro valore!
Per quanto concerne la necessità o meno di una consulenza, devi valutare tu, noi siamo sempre a disposizione ovviamente per dare consulenze a pagamento. Intanto ti ho risposto all’interno del blog, la consulenza magari chiedicela se vuoi che confermiamo la risposta o meno dopo aver esaminato i documenti relativi al caso concreto, come ad esempio le planimetrie, il regolamento edilizio, le fotografie delle opere realizzate. La risposta del blog è una risposta generale, per discutere degli istituti giuridici prendendo solo spunto dal caso concreto e senza responsabilità sullo stesso, la consulenza è una risposta puntuale e specifica che impegna anche la nostra responsabilità professionale, se sbagliata, quindi valuta tu se a questo punto ti può essere utile anche una vera e propria consulenza, o assistenza per inviare l’intimazione ed eventuali attività successive.