Mio padre divorziato e risposatosi è deceduto circa 2 mesi fa, l’attuale moglie è intestataria per circa il 50% di tutte le proprietà di mio padre compresa l’attività di commercio ancora in essere. Con mia somma sopresa apprendo che è stato depositato testamento con il quale mio padre dispone che la quota disponibile venga ridistribuita agli altri due figli ed a me la sola legittima. Mi vien da dire di cosa dato che l’attuale famiglia viene a disporre così di circa il 90% di tutto il capitale di mio padre ed a me poco meno del 10% in quanto la mia quota di 16,66 viene calcolato su quanto era intestato a lui. Ora mi domando cosa posso fare per pretendere il reinserimento dei capitali nell’asse ereditario al fine di poter vedere riconosciuta la mia quota anche su ciò che è stato precedentemente intestato agli altri figli e moglie? Ultima notizia è che l’attuale famiglia ha spostato la residenza un mese prima della morte di mio padre in una villa di proprietà secondo me per farle apparire quale dimora abituale quindi togliendo alla sottoscritta dei diritti quali ad esempio l’affitto o l’utilizzo. Cosa posso fare per dimostrare che questo cambio di residenza è fittizzio perchè di fatto loro abitano tutt’ora in un’altra abitazione intestato alla società di commercio? Infine è il giudice che stabilisce qualè la dimora abituale o basta avervi la residenza? avrei decine di domande da farvi. Grazie (Caterina, via posta elettronica)
La questione proposta dalla nostra lettrice è alquanto complessa ma cerchiamo di rispondere per gradi a tutto.
Quello che la nostra lettrice chiede è che tutti i beni donati in vita dal de cuius siano reinseriti nella massa ereditaria.
Questi istituto si chiama ‘collazione’ ed è disciplinato dagli articoli 737 e seguenti del cod. civ..
In pratica, gli eredi devono conferire alla massa che compone il patrimonio del defunto quanto dal medesimo ricevuto in vita per donazione diretta o indiretta, salvo che il testatore non li abbia da ciò dispensati.
Consiglio alla lettrice di rivolgersi immediatamente ad un legale che valuti la questione nel dettaglio per verificare se ci sono di fatto i presupposti per ricorrere all’istituto giuridico della collazione.
Una volta incaricato un legale, questo verificherà anche la regolarità del cambio di residenza e se, effettivamente, quest’ultima dimora sia o meno la residenza familiare.
Naturalmente, bisognerà verificare se la seconda moglie abbia ricevuto in donazione i beni a cui fa riferimento la nostra lettrice oppure se, invece, li abbia acquistati assieme al marito.
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10 risposte su “questioni ereditarie”
20 anni fa circa io e mio padre fummo dichiarati falliti .c'erano dei beni intestati a lui e a mia madre ( deceduta nel 2006 ) . tramite il tribunale questi beni furono venduti a mio fratello e mia cognata ora intestatari .la meta' dei beni immobili per riscato furono pagati da mia madre come da atto notarile .l'altra meta' tramite un mutuo furono pagati meta' da mia madre e meta' da mio fratello interamente . con l'accordo che appena possibile l'avvocato che ci segui purtroppo solo verbale disse dovevano la meta' essere reintestati a me . mi sono rivolto alla figlia dellavvocato ora purtroppo deceduto che e' al corrente di tutto per riavere la meta' a me spettante . ma mio fratello e mia cognata vogliono tenersi tutto dicendo che e' intestato a loro e non mi danno niente . mio padre ha rilasciato una dichiarzaione scritta all'avvocato che malgrado la richiesta di un confronto non si sono presentati . chiedo gentilmente se posso avere delle speranze di riavere quanto mi spetta ? grazie
Le speranze sono poche, avreste dovuto fare una apposita controdichiarazione a suo tempo. Per dire di più, bisognerebbe vedere con molta maggiore precisione il caso concreto e la documentazione, anche sui pagamenti che asserisci essere stati eseguiti, al riguardo. Comunque, se sei già seguito da una avvocatessa, questa è una delle domande, anzi la domanda fondamentale, che le devi rivolgere, perchè prima di prendere qualsiasi iniziativa, che può come noto avere delle conseguenze anche in caso di condanna alle spese, è se può valer la pena coltivare la questione o meno. Sicuramente non c'è una risposta precisa e definitiva, un sì o un no, però lei che conosce il caso ti potrà dare molte informazioni su cui potrai poi riflettere, valutare e decidere.
–?cordialmente,
tiziano solignani, da Mac
?/tiziano-solignani/
~ book http://bit.ly/gwjT6c, ebook: http://bit.ly/ie8rvv
https://blog.solignani.it/schede-pratiche/ricorso-…
ho ricevuto l'elenco dei beni rientranti nell'asse ereditario con delle stime a dir poco ridicole sul valore degli immobili sia intestati a società che a mio padre defunto. QUali sono i passaggi per richiedere una stima di tutti i beni mobili ed immobili che sia super partis.
grazie
Può anche essere che senza l'intervento di un legale Tu debba aspettare parecchio per avere i documenti.
Per quanto riguarda il dimostrare che la seconda moglie ha ricevuto i beni in donazione bisogna procedere alla verifica dei conti correnti e dei prelievi nonchè dei rogiti di acquisto.
Grazie per gli auguri e li ricambio anche se in ritardo.
Ok, putroppo i miei coeredi non mi hanno ancora fornito la documentazione richiesta, non appena avrò un po di carta tra le mani mi riservo di contattarvi per un parere-amico ed eventuamente un preventivo. Quello che mi preme capire è come faccio a dimostrare che se "la seconda moglie abbia ricevuto in donazione i beni a cui fa riferimento …..invece, li abbia acquistati assieme al marito" ?
Vi ricontatterò appena potrò disporre di documenti.
Grazie e Buona Pasqua
Purtroppo senza documenti alla mano non posso dirTi assolutamente nulla perchè non conosco i dettagli della situazione.
Purtroppo ai figli di seconde nozze ha donato solo la metà di un appartamento sotto forma di quote societarie (società semplice immobiliare), e una vita agiata, anche a me ha acquistato un appartamento ma in cambio di un assegno di mantenimento non corrisposto (con rinuncia su carta semplice alla presenza del suo avvocato dello stesso) e una vita di stenti. Quindi se attivo la "collazione" paradossalmente rischio di dover restituire più io che loro, il mio problema è la moglie che ha il 50% del patrimonio oltre alla quota che andrà ad ereditare di legittima. E' su Lei che dobbiamo capire se ci sono i presupposti per fare rientrare il suo patrimonio nell'asse ereditario o se come moglie tutto ciò che ha avuto durante il matrimonio è solo suo e di conseguenza dei suoi figli.
Grazie per la pazienza.
Bisognerebbe avere tutte le carte -rogiti, conti correnti, … – alla mano per poter vedere cosa realmente è stato fatto e come il tutto è stato suddiviso.
Il mio consiglio, in caso di dubbi sulla legittimità delle divisioni, è di rivolgersi ad un legale che studi tutte le carte alla fine di valutare se ci sono i presupposti per la collazione.
Ad es. se in vita il padre ha donato al figlio A un immobile, al figlio B una barca e nulla al figlio C, A e B dovranno dare a C la sua quota in base a quello che hanno ricevuto quando il padre era ancora in vita.
Le donazioni fatte in vita devono rientrare nell'asse ereditario, non vale la frase 'papà me l'ha donato e io ora non ti dò nulla!'.
Li ha acquistati con il marito in quanto intestataria al 50% di una società commerciale.
Ma il marito aveva un'altra attività ed era quella la maggior fonte di reddito.
E' chiaro che in una situazione normale la moglie concorre alla formazione del patrimonio della famiglia ed ha diritto di esserne cointestataria, ma nel mio caso un domani quella moglie lascierà quanto in suo possesso ai suoi figli e a questo punto io figlia di prime nozze non otterrò più nulla.
P.S. al momento delle seconde nozze mio padre partiva un un proprio patrimonio e Lei è diventata socia alla pari senza apportarne uno proprio.
Io credo che tutto questo sia immensamente ingiusto.
Grazie