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diritto

questioni in materia di locazione

Qualche giorno fa una sentenza mi ha condannato a pagare 400euro all’avvocato del mio ex locatore. Ho vissuto per due anni in affitto presso una casa, che, come al solito, al momento della stipulazione del contratto era in buono stato, ma che si è rivelata, subito dopo, carente delle più elementari norme costruttive e sanitarie. Vista l’arroganza del padrone di casa, ho deciso, dopo avergli inviato una lettera scritta da me, di rivolgermi ad un legale, tra l’altro un mio congiunto, richiedendogli di sistemare e mettere a norma l’impianto elettrico, obsoleto e pericoloso, di provvedere alla verifica ed eliminazione di una grossa e profonda macchia di muffa presente nel corridoio, coperta da me con un mobile, e di rilasciarmi necessariamente regolare fattura di avvenuto pagamento del canone mensile, come piu volte richiesto verbalmente. E’ stata fatta una perizia, sono stati fatti finalmente dei lavoretti di adeguamento e quant’altro. Malauguratamente, dopo qualche mese, è successo che l’impiegato dell’ufficio postale dove effettuavo il vaglia di pagamento del canone d’affitto (nella speranza di avere una prova..visto che di ricevute neanche l’ombra..) sbagliasse a trascrivere l’indirizzo a cui erano destinati i soldi versati. Così, all’improvviso, ecco pronta una bella lettera di sfratto per morosità. Accertammo la causa dell’errore, i soldi mi sono stati restituiti dalle Poste italiane, ed io ho deciso di citare il mio padrone di casa, che non ha perso neanche un minuto per mettermi alla porta, chiedendo il risarcimento per un canone mensile troppo alto, rispetto alle reali condizioni della casa in cui mi ha fatto vivere per un anno e mezzo, fino a quando non ha fatto i lavori. Le mie domande sono: visto che non sono ancora uscite le motivazioni del giudice, dovrei presumere di aver avuto ragione, ma in presenza di una lettera per morosità, il giudice ha deciso di farmi pagare una parte delle spese legali della controparte. Inoltre, è possibile fare ricorso, nel caso in cui il giudice non riconosca le mie ragioni, ricorrendo ad un altra sentenza, in cui il mio vicino, che viveva nello stesso edificio, una casa data in affitto dallo stesso mio proprietario, e con gli stessi problemi, è stato ben risarcito dei disagi avuti durante la locazione? Cioè, intendo, si potrebbe “impugnare” quella sentenza e prenderla come esempio? Del resto le case, ed i problemi, erano identici. La saluto. ( Mauro, mail)
Da quanto mi ha scritto, credo di aver capito che i 400 € che ha dovuto pagare corrispondano alla somma che il giudice possa, ai sensi dell’art. 186-ter cpc, imporre alla parte debitrice di pagare, nel momento in cui il creditore gli abbia fornito la prova scritta del diritto fatto valere e risulti comunque liquida (cioè di ammontare non contestato) la somma da corrispondere. Questo tuttavia significa semplicemente che il giudice ha accertato la sussistenza di un diritto di credito (e del correlativo debito da parte sua), senza che questo implichi necessariamente la sua soccombenza nel giudizio.
Per quanto riguarda la possibilità di impugnare la sentenza che verrà emessa al termine del procedimento da lei instaurato, intanto le dico che non serve fasciarsi la testa prima di essersela rotta! In ogni caso occorrerà valutare le motivazioni del giudice per poi decidere come muoversi. Richiamare altre decisioni potrebbe essere utile, certo, ma queste sono considerazioni che si possono fare dopo aver letto tutto il testo della sentenza e conoscendo i fatti di causa. Probabilmente, infatti, le circostanze potrebbero, dal suo punto di vista, sembrare identiche, ma nel diritto ci sono tante sfumature che devono essere prese in considerazione e che possono giustificare trattamenti diversi.
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2 risposte su “questioni in materia di locazione”

Solo alcune considerazioni che potranno esserTi utili per prendere una decisione:

– il comodato può essere a tempo indeterminato (quindi Tuo fratello può chiederTi la restituzione dell'appartamento in ogni momento) ovvero a tempo determinato (rinnovabile);

– l'usufrutto prevede che Tu possa vivere (o anche locare) nell'appartamento per tutta la vita mentre a Tuo fratello ne resta solo la nuda proprietà.

Detto ciò, per quanto riguarda la questione delle detrazioni Vi dovete rivolgere ad un commercialista.

Gentile avvocato,
le scrivo per un consulto in merito alla detrazione per abitazione principale. Sono proprietaria di appartamenti regolarmenti locati. A fine anno vorrei andare a vivere sola, mio fratello mi darebbe la possibilità di utilizzare un appartamento di sua proprietà, potrebbe cedermi il diritto di uso o di abitazione o di usufrutto per poter così avere diritto alla detrazione per abitazione principale?
La ringrazio

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