La mia abitazione che è in fase di ristrutturazione è collocata in un cortile promiscuo con altre proprietà, i rapporti con i vicini non sono dei migliori. In questi giorni ho presentato all’amm.ne comunale domanda di allaccio fognario; l’ufficio tecnico ha richiesto di integrare la domanda con una serie di documenti, presumo sulla base di osservazioni fatte dai “cari vicini”, come riferito in precedenza verbalmente dall’impiegato comunale. Descrivo la situazione:
– l’attacco alla fogna è stato predisposto e pagato interamente dal mio precedente proprietario, 20 anni fa;
– l’accesso alla fogna è situato su un muro di confine con altra proprietà, il proprietario ha concesso il passaggio sul proprio giardino;
– l’attacco dista dal mio immobile 30 centimetri;
– l’attacco in questi anni è stato utilizzato principalmente per lo scolo delle acque metereotiche del cortile promiscuo;
– ho presentato la richiesta di allaccio al comune, specificando che nella fogna comunale confluiranno esclusivamente i reflui dell’immobile (acque gialle e nere), le acque metereotiche saranno raccolte in una vasca per irrigare il mio orto;
Il comune ha richiesto di integrare la domanda con la seguente documentazione: ” Documenti di assenso all’utilizzo dello scolo delle acque metereotiche quale allaccio fognario di acque reflue da parte degli aventi diritto della corte promiscua, nonchè del proprietario del terreno attraversato dalla tubazione di scarico stessa. Si ritiene che la condotta adibita allo scolo delle acque bianche possa assolvere al compito di allaccio delle acque reflue, comunque ai fini igienico-sanitari. Data la vetustà di detta tubazione si auspica che la stessa venga reintubata con altra in pvc”. Premesso che i miei “cari e simpatici vicini” difficilmente saranno “gentili e disponibili”, chiedo: 1) Può il Comune chiedere una dichiarazione che interagisce sulla proprietà privata? 2) La mia decisione di non installare una ulteriore fossa biologica (inquinante e non funzionale) e riutilizzare le acque metereotiche (obbligo previsto dal regolamento comunale), è vietato utilizzare per lo scolo di dette acque le fogne comunali, la mia richiesta è in linea con i miei principi di ecologia, può essere penalizzata da un “impiegato comunale”? 3) Il mio diritto di servitù (passaggio delle tubazioni sulla proprietà) dopo 20 anni è un diritto reale? Grazie per l’attenzione e ringrazio anticipatamente. (Silvano, mail)
Per quanto riguarda le prime due domande, forse sarebbe più opportuno che si rivolgesse ad un geometra, che magari si occupa quotidianamente di rapporti con gli uffici comunali deputati alla gestione di queste pratiche.
Per quanto riguarda la terza delle sue domande, ciò che probabilmente lei intende sapere è se dopo 20 anni lei abbia acqusito il diritto di servitù. A questo proposito le posso dire che uno dei modi di acquisto cd. “volonatari” delle servitù è appunto l’utilizzo prolungato e continuato per almeno 20 anni dell’opera (stradello, passaggio, tubi…) in cui si estrinseca l’utilità del fondo gravato da questo “peso” rispetto al fondo dominante. E’ necessario però che le opere siano visibili (il legislatore parla di “apparenza”), permanenti, e destinate inequivocabilmente ad offrire un’utilità o un vantaggio al proprietraio del fondo dominante (e comunque siano rivelatrici dell’onere).