Inauguriamo oggi la rubrica “paese reale”, corrispondente all’omonima tag, destinata a raccogliere quelle notizie molto importanti per comprendere la realtà in cui viviamo ma che nei quotidiani e nei telegiornali vengono sempre messe in un angolo, per fare spazio ai siparietti dei politici di turno e alla ruota delle dichiarazioni dei medesimi, come se avessero una qualche capacità di incidere sulla realtà.
Purtroppo conosco bene il fatto riportato nella notizia perchè mi è capitato di assistere una persona che era passata nelle mani di ueste avvocatesse e che, pur avendo subito un sinistro genuino, è andato sotto procedimento penale per truffa, nel quale, alla fine, è stato assolto, senza però omettere di pagarsi – in proprio – le spese legali. Un altro motivo per avere sempre una tutela giudiziaria.
****
Bologna – Due assoluzioni in abbreviato, due per prescrizione, 15 patteggiamenti e 83 rinvii a giudizio. Si è conclusa così l’udienza preliminare davanti al gup di Bologna Andrea Scarpa nei confronti di quasi cento persone accusate di aver truffato le compagnie di assicurazioni con incidenti falsi o gonfiati.
Hanno patteggiato davanti al Gup di Bologna Andrea Scarpa due anni di pena P. A. e J. M., le due avvocatesse considerate al vertice di una associazione che – secondo l’accusa del Pm Morena Plazzi – fabbricava falsi incidenti stradali per incassare il risarcimento delle assicurazioni.
Stessa pena anche per il loro sodale G. M. che, sempre secondo l’accusa, avrebbe avuto il ruolo di procacciare i falsi feriti da coinvolgere negli altrettanto falsi sinistri. Un anno e nove mesi invece per l’altro componente dell’associazione C. Z., Anche lui era un procacciatore, ma gli è stato attribuito un numero inferiore di truffe. Il quinto componente, il medico legale N. P. R., che per l’accusa avrebbe fornito la documentazione per quasi tutti i falsi incidenti – ha scelto di andare a processo come altri 82 imputati, tra cui alcuni agenti di polizia.
La truffa era emersa dalle denunce di 13 società di assicurazioni che avevano segnalato anomalie scoperte dall’incrocio dei dati sugli incidenti contenuti nella banca dati dell’Ania. L’associazione avrebbe operato per oltre due anni e mezzo, fino al novembre 2002. I sospetti erano nati perchè numerose richieste di risarcimento vedevano sempre coinvolte le stesse persone tra loro collegate e assistite dalle due avvocatesse.
La prima udienza è prevista per il prossimo 18 dicembre, quando mancheranno pochi mesi alla prescrizione del reato che cadrà nel corso del 2009. Prescrizione sì, ma non per il medico che deve rispondere del reato associativo. Gli altri imputati, accusati di truffa ma di associazione, hanno patteggiato pene minori comprese tra i due mesi e i sei (12.5.2008 www.reggio2000.it).