
I due francesi uniti dal Pacs vivevano da anni a Venezia. Uno è morto investito da un’auto all’altro è stato riconosciuto il danno morale “come prossimo congiunto” Gay risarcito dall’assicurazione per la morte del compagno Il legale: “Le Generali in Francia avrebbero equiparato la vittima dell’incidente al coniuge. Se ciò era valido per la compagnia nel paese transalpino, doveva esserlo anche in Italia”
VENEZIA – Per la prima volta in Italia un gay si è visto riconoscere dalle assicurazioni il danno morale “come prossimo congiunto” e ha ottenuto un risarcimento per la morte del compagno, vittima di un incidente. E’ accaduto a Venezia, e a riconoscere il danno patito e il risarcimento sono state le Assicurazioni Generali: secondo quanto riporta Il Gazzettino, la compagnia assicuratrice avrebbe in questo modo tutelato i diritti del compagno dell’uomo – un 80enne deceduto nel gennaio scorso dopo essere stato investito mentre attraversava la strada al Lido di Venezia – come se i due fossero stati una famiglia tradizionale.
Questo nonostante non vi fosse tra loro alcun legame riconosciuto in Italia dal punto di vista formale o alcun rapporto di parentela. Ma i due uomini, entrambi francesi, insieme da circa 40 anni e residenti a Venezia, si erano “uniti” formalmente come coppia a Parigi, usufruendo del “patto civile di solidarietà” previsto dalla legge francese 99-944. Una norma che disciplina le unioni diverse dal matrimonio, anche tra omosessuali. Le Assicurazioni Generali avrebbero così riconosciuto in Italia, con una transazione, ciò che era valido per le unioni tra gay in Francia, stabilendo in definitiva che i due anziani erano una coppia.
“Nel gennaio scorso – racconta Il Gazzettino – subito dopo la tragedia, inizialmente non era bastata la parola del vedovo gay per procedere alla cremazione del compagno investito da un’auto. Così ci vollero due settimane, e una lunga trafila burocratica prima di poter dare a Georges Gaston Lillemant, 80 anni, di nazionalità francese, degna sepoltura. L’uomo nato a Chateau Villan ufficialmente era residente a Parigi, anche se da parecchi anni con domicilio in laguna, insieme al compagno”.
“Non c’è stato bisogno di alcuna causa” ha spiegato l’avvocato Augusto Palese, che ha patrocinato il vedovo gay davanti alle Assicurazioni Generali. “I due si erano uniti civilmente in Francia con il ‘patto civile di solidarietà. Ho argomentato che le Generali, presenti in Francia, avrebbero in quel Paese equiparare la vittima dell’incidente al ‘marito’ del mio assistito. Se ciò era valido per la Compagnia nel paese transalpino doveva esserlo anche in Italia”.
Una tesi, ha aggiunto, “che le Generali hanno accolto con disponibilità e una grande attenzione alle nuove sensibilità sociali”. Il compagno dell’uomo era rimasto vittima di un incidente al Lido di Venezia, investito da un automobilista assicurato con Generali. Sull’incidente – dalla dinamica controversa, ammette lo stesso Palese – era stata aperta anche un’inchiesta penale per omicidio colposo, che si avvia però all’archiviazione. “Era doveroso – conclude Palese – riconoscere il risarcimento, perché la loro era un’unione bella e buona e non poteva non parlarsi, per chi aveva perso il compagno, di prossimo congiunto” (26 luglio 2008, la Repubblica)
2 risposte su “risarcimento con vizietto”
Mi dispiace, ma scherzare su tutto o quasi è l'unico vizio che ho e non ho nessuna intenzione di rinunciarvi.
Peraltro, il vizietto di cui si parla nel film non è certamente l'omosessualità, ma tutto al contrario la eterosessualità. Ne parla il compagno del personaggio interpretato dal grande e indimenticabile Tognazzi, a proposito del fatto che quest'ultimo avesse l'abitudine ogni tanto di andare anche con le donne, tanto che in un caso aveva anche generato un figlio.
In conclusione, si tratta più che altro di un omaggio ad una divertentissima commedia, anzi ciclo di commedie tutte molto azzeccate e ben interpretate.
Per il resto, la vicenda non mi pare di grandissimo respiro, oramai penso che siano principi entrati a far parte del nostro ordinamento, soprattutto in considerazione delle norme di diritto internazionale privato. La vera novità ci sarà quando il medesimo caso riguarderà una coppia omo di nazionalità italiana, allora vedremo che cosa se ne farà.
Avevo appreso dal telegiornale la notizia. Il film sul "Vizietto" era molto
bello, ma in questo caso non credo si debba fare dell'umorismo, anzi, mi
sembra che in questo modo la tutela dei diritti delle coppie di fatto (sia
gay che etero) – fenomeno del quale, a prescindere dalle nostre individuali
convinzioni di ordine morale o religioso, dobbiamo prendere atto – abbia
fatto un passo avanti. D'accordo, il caso non è una pronuncia delle SS.UU.,
ma ha fatto un tale scalpore, che ritengo che in futuro la stessa Compagnia,
se coinvolta in casi analoghi, sarà ritenuta obbligata a indennizzare, o
comunque il precedente verrà citato anche nei confronti di altri
assicuratori.
Lella Quadri