Io e mia sorella abbiamo richiesto ed ottenuto ,per nostra madre l’ amministratore di sostego a xxx. Mia madre ha opposto una strenua resistenza, che ha costretto l’amministratore alle dimissioni. L’AS era persona di fiducia del giudice in quanto mia madre non ha voluto che lo facesse una delle figlie.(va considerato che mia madre si è appropriata dell’intero patrimonio di mio padre qualche giorno prima che morisse lasciandoci senza eredità di legge). Il giudice tutelare ha deciso che l’onorario dell’aministratore debba essere sostenuto da me e mia sorella, che viviamo di stipendio. Poiche la rischiesta di amministratore riguardava sopratutto la tutela dell’ingente patrimonio di mia madre (ultraottantenne che ha fatto sempre e solo la casalinga) mi rimane difficile capire perchè e se è giusto che a pagare l’AS debba essere io e mia sorella. Chiedo se è corretta l’interpretazione data dal giudice (Giovanna, via mail)
E’ la prima volta che mi capita di sentire di un provvedimento del genere. In tutti quelli che ho visto io, il compenso, o meglio l’indennità, prevista per l’amministratore di sostegno è sempre stata posta a carico dell’amministrato o, se questi vi era impossibilitato, dei servizi sociali.
C’è da dire che, comunque, la legge non è molto chiara sul punto, tant’è vero che è persino discutibile che all’amministratore di sostegno spetti un compenso, considerato che il codice non ne parla, con il risultato che, dal lato pratico, si è tirata fuori la categoria dell’ “indennità”, anche perchè nessuno, o quasi, farebbe l’amministratore gratuitamente.
Per essere più precisi bisognerebbe vedere con precisione il provvedimento del giudice e le relative motivazioni. Agli esiti, si potrebbe provare a proporre una istanza motivata al giudice tutelare di parziale riforma di questo provvedimento, nella parte in cui non pone a carico dell’amministrata stessa le spese di amministrazione.