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non si può dire come potrà essere una separazione

Buongiorno, sono sposato da 8 anni ed ho una figlia di 7. Vorrei separarmi perchè l’amore per mia moglie è finito da anni ed ora mi sono deciso a fare il grande passo. Abbiamo un’appartemento di nostra proprietà e siamo in separazione dei beni in percentuale 65% lei e 35% io. Paghiamo un mutuo di 423 euro (il c.c e cointestato) mensili ed un finanziamento per sanare degli sforamenti sul conto corrente di 384 euro mensili (questo finanziamento è intestato a me). Siamo entrambi impiegati e percepiamo uno stipendio di 1000 euro mensili ciascuno. Ho 35 anni e lei ne ha 36. Posso permettermi la separazione tenendo presente il mio stipendio,il mutuo, il finanziamento, il mantenimento di mia moglie e l’assegno per mia figlia? Giusto per avere una idea ipotetica di quello che mi aspetta. La separazione “dovrebbe” avvenire in maniera consensuale (Andrea, via mail).

Giustamente hai utilizzato il condizionale, “dovrebbe”, con tanto di virgolette, proprio perchè, come hai correttamente intuito una vicenda di separazione sai sempre come si inizia, ma mai come e quando la si finisce. Una separazione che parte come consensuale su certi presupposti, che peraltro possono cambiare essi stessi, può bruscamente virare verso una soluzione giudiziale o viceversa.

Proprio per questi motivi non è possibile fare previsioni che, del resto, non hanno molto senso sia nel caso in cui la soluzione sia consensuale, sia in quello in cui sia giudiziale. Nella prima ipotesi, infatti, sono le parti ad accordarsi e qui i contenuti dunque li determinano i coniugi stessi, mentre noi, come avvocati, dobbiamo limitarci a controllare che non ci siano dei veri e propri strafalcioni che non consentirebbero l’omologa da parte del Tribunale e, soprattutto, che i minori siano adeguatamente tutelati.

Nella seconda ipotesi, invece, decide un giudice che non ragiona mai in maniera algebrica, anzi, e che può decidere anche molto diversamente a seconda della persona – giudice che viene incaricata del procedimento, anche presso la stessa sede giudiziaria.

Del resto, la decisione di separarsi non è mai una decisione di convenienza, ma un impulso profondo che deriva da una crisi insanabile della famiglia e che spinge a compiere questo passo, dove poi si cerca di contenere al massimo grado i danni che ci sono e sono equamente ripartiti per tutti i membri del nucleo.

L’unico consiglio che potrebbe essere utile nel tuo caso è provare, visto che siamo nella fase in cui si può pensare anche ad una soluzione consensuale, a parlarne con tua moglie. Voi stessi sapete meglio di chiunque altro quale potrebbe essere una soluzione equa per la separazione, considerati i rispettivi redditi, la situazione proprietaria della casa, la necessità di mantenere vostra figlia e tutti i rapporti e le vicende, economiche ma anche personali, che sono intercorse tra di voi. Una volta definite insieme a tua moglie delle condizioni, potrai farle visionare ad un legale di fiducia per accertare che siano “omologabili” o meno dal Tribunale.

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Di Tiziano Solignani

L'uomo che sussurrava ai cavilli... Cassazionista, iscritto all'ordine di Modena dal 1997. Mediatore familiare. Counselor. Autore, tra l'altro, di «Guida alla separazione e al divorzio», «Come dirsi addio», «9 storie mai raccontate», «Io non avrò mai paura di te». Se volete migliorare le vostre vite, seguitelo su facebook, twitter e nei suoi gruppi. Se volete acquistare un'ora (o più) della sua attenzione sui vostri problemi, potete farlo da qui.

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