Agli inizi di quest’anno mi sono separata consensualmente da mio marito. La sentenza di separazione stabilisce a carico di mio marito un assegno di mantenimento di 650€ mensili (300 per me, 350 per 2 figli, minorenni). Al momento della separazione io non lavoravo. Da circa 4 mesi ho trovato un lavoro in un call center, con un contratto di collaborazione che mi rinnovano ogni 3 mesi. Non c’è uno stipendio fisso, perchè il tutto dipende da quanti contratti riesco a concludere, ma potrei fare una media di 350/400 € al mese. Fino ad oggi ho chiesto una mano al mio ex marito per gestire i nostri figli (visto che il mio turno va dalle 15 alle 20), anche se sto provando in tutti i modi per avere il turno di mattina. Ieri il mio ex marito mi ha detto che chiederà la modifica dell’assegno per 2 motivi: 1) perchè ora lavoro; 2) perchè vuole assumere una baby-sitter e tutte le 700€ che ora mi versa andrebbero a costituire lo stipendio della baby-sitter. Vi chiedo: può farlo? E se sì, il mio ex-marito può smettere di versare gli assegni di mantenimenti dal giorno in cui deposita la domanda in tribunale o deve aspettare la sentenza? E se io, nel frattempo, mi licenziassi, la causa davanti al giudice si fermerebbe? (Antonella, via mail)
E’ estremamente difficile, se non impossibile, prevedere quale può essere l’esito di un procedimento iniziato con un ricorso per modifica delle condizioni di separazione, perchè in queste materia molto dipende da come vede le cose il giudice incaricato di seguire la questione. Effettivamente, qualche presupposto per richiedere il cambiamento potrebbe esserci, visto che qualche mutamente della situazione di fatto c’è stata – il lavoro – però è anche vero che si tratta di un lavoro che non è assolutamente stabile, anzi è il simbolo del precariato, e che ti consente di godere di un reddito molto basso.
Sicuramente non è il caso di licenziarti, anche perchè, come abbiamo detto in tanti altri post, quella che poi considerano i giudici è anche la capacità lavorativa della persona, anche solo potenziale. L’unica cosa che puoi fare, se arriva il ricorso di tuo marito, è difenderti nel miglior modo possibile, documentando per bene la tua situazione ed evidenziando i motivi per cui l’assegno deve essere mantenuto tale e quale. Tieni presente che, in via riconvenzionale, potrai anche chiedere, con l’occasione del procedimento iniziato da tuo marito, un aumento dell’assegno stesso, se le esigenze dei figli sono aumentate.
Per il resto, ti rimando comunque alla nostra scheda pratica su questo tipo di procedimenti, dove potrai trovare altre riflessioni utili.