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come reagire alla presenza di un cancelletto abusivo

Siamo proprietari di una portione di villa bifamiliare posta perpendicolarmente sulla strada principale. Sia la nostra portione di villa che quella dei vicini (cioè l’altra proprietà) sono servite da una strada privata in comproprietà indivisa al 50%; in origine (cioè nel 1995) le due unità abitative furono costruite per conto di due fratelli da una società edile che ne era proprietaria dell’intero tereno. Dal 1995 e fino a ottobre del 2003 le due proprietà erano chiuse solo ed esclusivamente da un unico cancello pedonale e uno carraio all’ingresso sulla strada privata in comproprietà. Al nostro arrivo nel 2003 fui io a chiudere la mia proprietà esclusiva dalla strada in comproprietà con un nuovo cancello carraio e uno pedonale (anche in raggione del fatto che tale cancello carraio era perenemente aperto-giorno e notte). I proprietari dell’altra porzione di villa si limitarono a chiudere solo lungo il loro giardino di proprietà esclusiva delimitando cosi il loro giardino dalla strada comune e continuando a servirsene del cancello e cancelleto pedonali. A gennaio 2006 questa proprietà viene a sua volta venduta, ed i nuovi arrivati quasi subito dopo il loro arrivo la demoliscono tale recinzione, al loro dire per poter entrare con i mezzi pesanti e costruire una piscina per poi sistemare il giardino ed in fine alla fine di tutto cio di chiudere con una nuova e bellissima recinzione. Ad oggi nulla è successo di tutto ciò…se nonche tra il loro giardino di proprietà esclusiva e la strada in comproprietà non c’è più alcuna rete di chiusura creando cosi uno stato generale di confusione. Stanca di passare attraverso due cancelli meccanici per entrare ed uscire da casa mia ho scitto loro una lettera in cui dicevo appunto che “secondo i disegni depositati in Comune ogni proprietà è dotata di ingresso sia carraio che pedonale esclusivo e che di fatto il cancello che adesso chiude la strada privata deve stare da un altra parte (è cioè al confine tra la strada privata e la loro proprietà esclusiva. Premetto che il costruttore ha depositato i disegni in Comune con i due cancelli sia carrai che pedonali (ogni unità abitativa ne ha uno esclusivo) ma che i due fratelli in raggione della loro parentela hanno preferito chiudere in questa maniera. Ora arrivo al dunque: questo cancello non solo è abusivo in quanto non è mai stato autorizzato dal Comune, ma ci impedisce di fare pieno uso del nostro diritto, in quanto sulla stessa larghezza di apertura di 4,50m sono stati posti cancello e cancelleto insieme impedendoci di entrare comodamente in macchina e costringendoci a fare diverse manovre per entrare a casa nostra senza parlare del fatto che un intervento tempestivo dei vigili del fuoco sarebbe pratticamente impossibile a causa del fatto che non riuscirebbero a fare manovra per entrare (camion lungo, strada stretta) manovra che altrimenti su un apertura di 4,50 sareb be possibile. Loro nulla vogliono sapere della demolizione di questo cancello e si rifiutano anche di chiudere lungo la loro proprietà esclusiva. Come meglio agire per tutelare il nostro diritto di proprietà che si vede cosi diminuito di contenuto e non poche volte mi sono vista al mio rientro acasa in auto chiuso il cancello.

Ci potrebbero essere diversi approcci ad un problema come questo, quello che può essere più rapido e meno costoso è un esposto all’Ufficio Tecnico del Comune di competenza per la emissione di una ordinanza di demolizione del cancelletto.

Se questo cancelletto, infatti, è stato posto in essere abusivamente, il Comune è obbligato ad emettere una ordinanza di demolizione che impone al proprietario la rimozione entro 90 giorni.

Scegliendo di percorrere questa strada, sarebbe bene prima informarsi senza formalità presso l’Ufficio Tecnico al fine di verificare che effettivamente il cancelletto non sia conforme agli strumenti urbanistici vigenti nell’area e magari accertare anche lo stato della recinzione e delle altre opere di demolizione e/o costruzione effettuate dai vicini.

L’altro approccio è quello della causa civile classica, che può essere impostata in vario modo anche a seconda del tempo trascorso e cioè come possessorio o come causa di merito sulla gestione della cosa comune, ma si tratta di una cosa sicuramente più lunga e da valutare solo se non si riesce a risolvere in via amministrativa.

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Di Tiziano Solignani

L'uomo che sussurrava ai cavilli... Cassazionista, iscritto all'ordine di Modena dal 1997. Mediatore familiare. Counselor. Autore, tra l'altro, di «Guida alla separazione e al divorzio», «Come dirsi addio», «9 storie mai raccontate», «Io non avrò mai paura di te». Se volete migliorare le vostre vite, seguitelo su facebook, twitter e nei suoi gruppi. Se volete acquistare un'ora (o più) della sua attenzione sui vostri problemi, potete farlo da qui.

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