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una complicata questione di confine

Caro avv. Solignani, le vorrei esporre la causa per controversie di vicinato che attanaglia la mia famiglia da circa 10 anni! Premetto che che la causa è alquanto intricata e che durante gli anni sono emerse innumerevoli sfacettature che volontariamente in questa presentazione ho omesso per esser il più chiaro possibile! Confido nella Sua pazienza in quanto ho tre domande da sottoporLe. Nel 1998, la mia famiglia è stata citata in giudizio dal nostro vicino di casa (il sig. T.)per contestare la recinzione di confine tra le nostre proprietà. Quest’ultime s’affacciano,una di fianco all’altra, “a schiera” (sullo stesso lato)lungo una strada non asfaltata (stradello), larga circa 3 metri,oltre la quale scorre un fosso di cui ne segue il percorso. Il fosso è “consorziale”e tutti i territori circostanti vi possono attingere per il diritto alle acque. La dispozione semplificata dei territori coivolti sono è in parallelo in qst’ordine: TERRITORI PRIVATI(della mia famiglia e il sig.T)/ STRADELLO / FOSSO / PROPRIETA’del Sig.A. Dal mio rogito 1978,la mia famiglia risulta aver acquistato dal sig. M. parte della sua proprietà agricola, a ridosso del fosso, in particolare risulta proprietaria di metà “stradello”, secondo l’asse mediano longitudinale, per tutto il tratto dove la mia proprietà fronteggia il fosso. L’altra metà stradello (che rappresenta il vero margine del fosso), allora era di proprietà del sig.A, cioè il proprietario del terreno agricolo oltre il fosso. Ai miei genitori, allora, era stato precisato che il possesso della metà stradello frotteggiante il proprio terreno non consentiva comunque la facoltà di costurirci sopra o di porci strutture coltive, e di lasciarne il passaggio pubblico per l’accesso alle acque del fosso (questo presagisce che la natura del fondo sia”demaniale”). Secondo il rogido de l sig.T., egli risulta proprietario non solo del tratto di stradello che fronteggia la sua proprieta’ma anche dell’ “altra metà stradello” che fronteggia la mia proprietà (cioè quella a ridosso del fosso che era del sig.A!). La cosa più strana è che in questo documento si attesta che chi ha venduto l’altra metà non é il sig.A al sig.T, ma il sig.M.!(l’ex proprietario del mio terreno e della mia metà stradello!). A) MA CIò E’ POSSIBILE? SE SI’, COME?! Abbiamo verificato all’ufficio comunale un attestato che certificasse che l'”altra metà stradello” fosse passata dal sig.A. al sig.M., in modo da spiegare la vendita di M. a T., ma non esiste! Nella causa, il sig.T. ci ha accusato di oltrepassare con la recinzione il limite di confine, verso la “sua” metà stradello, e ha chiesto il divieto di passaggio nei nostri confronti, con conseguente impossibilità di attingere alle acque del fosso. Per difenderci, ci siamo appellat i a un avvocato, il quale ha puntato la nostra difesa sull’usocapione, per il quale le recinzioni attuali tra le proprietà dovevano rimane invariate. A noi, questo tipo di difesa non è mai piaciuta: abbiamo sempre cercato, fin dall’inizio, di sollecitare il nostro avvocato a difenderci evidenziando nel processo la questione del rogito di T.. Cioè la legittimità del possesso da parte del sig.T.della metà stradello è DUBBIA: non è verificabile dal rogito, dato la forte INCONGRUENZA tra il reale proprietario(il sig A.) e il venditore firmante il rogito(il sig.M)! Su questo punto, l’avvocato si è sempre rifiutato di appoggiarci, e non ha mai voluto presentarlo in tribunale, dicendo che per invalidare un rogito è necessario aprire un altra causa e che ciò comunque non sarebbe stata una difesa contestuale al tipo di accusa mossa dal sig.T.! Data la nostra inesperienza e soprattutto la nostra ignoranza in materia di diritto civile,abbiam lasciato fare, con mol o rammarico, al nostro avvocato il tipo di difesa. Durante gli anni, il sig.T ha coltivato e piantato sul terreno conteso e ne ha sbarrato il completo accesso con un cancello chiuso,che impedisce a chiunque sia il passaggio sullo stradello sia alle acque del fosso. Dopo molti anni di processo tra deposito di testimonianze sull’attuale disposizione dei territori, perizie tecniche, rinvii di giudizio, modifiche di domanda d’accusa e soprattutto tante spese, nel 2007, c’è stata la sentenza finale del giudice di pace: – effettivamente le recinzioni non sono come da rogito, effettivamente le recinzioni sporgono sulla proprietà del sig.T.; – è stata respinto l’usocapione, quindi la mia famiglia deve arretrare la recinzione;- è stata anche respinta al sig.T la “negatoria servitutis”; L’esito del tribunale ci è arrivato per posta con un malloppo di fogli in cui è spiegato tutto. Il nostro avvocato non si è preoccupato di spiegarci nu lla, comunque abbiam capito da soli che il nocciolo è che dovremmo spostare le reti di recinzione, la difesa sull’usocapione ha perso totalmente, però noi avremmo il diritto di passaggio sulla metà stradello del sig.T.. Durante quest’esito però il giudice non specifica mai se lo stradello è demaniale oppure no… B)Ma visto anche il risultato della sentenza, ho ragione di credere che lo stradello conteso sia demaniale? In quale documento posso ricercare una simile attestazione? Credo che se è possibile verificare la DEMANIALITA’ dello stradello sia cruciale per impedire al sig.T ogni tentativo di “privatizzazione”dello stradello e andrebbe a cadere ogni accusa contro la mia famiglia (oltre che darci la possibilità di avere un risarcimento per le spese legali…). La cosa ancora più sconcertante, è che siamo stati citati in appello, ancora, dal sig.T.! Nel ricorso egli ci chiede di chiudere uno sportello che collegherebbe la nostra metà str adello con quella di T. e che ci dà l’accesso al fosso! Presumiamo che lo sportello a cui si riferisce nel ricorso, sia un varco che mio padre un giorno creò aprendo la rete metallica ma che poi richiuse subito! Attualmente, da anni, NON ESISTE alcun sportello! La citazione in appello così appare decisamente fasulla, ci siamo ripresentati dal nostro avvocato, gli abbiamo chiesto, di nuovo, di trattare la questione del rogito del sig.T, ha di nuovo rifiutato! C) Davanti alle suddette ragioni, e sul fatto che l’appello è imminente (20 novembre!), per cui non abbiam tempo di trovare un altro avvocato,LA LEGGE PREVEDE LA POSSIBILITA’DI PRESENTARE UN AUTODIFESA SENZA LEGALE?se sì come dobbiamo fare?

Rispondo solo all’ultima domanda per dirti che in materie come queste non è possibile l’autodifesa, quindi dovete necessariamente o rivolgersi al vostro avvocato del primo grado oppure, se non avete fiducia in quello che ha fatto o potrà fare, per le più varie ragioni, sceglierne un altro. A questo legale dovrete sottoporre, magari attraverso una o più consulenze preliminari, il vostro modo di vedere la questione, per vedere se coincide, o meno, con il suo.

In ogni caso la sentenza di primo grado non può essere del giudice di pace, che è incompetente per questo genere di questioni, ma del Tribunale. In bocca al lupo per tutto. PS ti consiglio di muoverti, perchè sicuramente c’è da valutare la proposizione di un appello incidentale che ha termini più ristretti.

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Di Tiziano Solignani

L'uomo che sussurrava ai cavilli... Cassazionista, iscritto all'ordine di Modena dal 1997. Mediatore familiare. Counselor. Autore, tra l'altro, di «Guida alla separazione e al divorzio», «Come dirsi addio», «9 storie mai raccontate», «Io non avrò mai paura di te». Se volete migliorare le vostre vite, seguitelo su facebook, twitter e nei suoi gruppi. Se volete acquistare un'ora (o più) della sua attenzione sui vostri problemi, potete farlo da qui.

4 risposte su “una complicata questione di confine”

Buonasera, ho un problema di confini… Dietro la mia proprietà c’è questo “fosso” chiamato così impropriamente, perché in realtà è un canale di scolo fatto dai due confinanti anni ed anni fa… Io sto costruendo un muro sul mio confine, praticamente alla sponda del canale per il quieto vivere con i vicini… Peccato che nemmeno questo vada bene. La mia geometra dice che dal frazionamento ho certi confini (al di là del canale ed io sto addirittura sul mio a costruire), l’altro geometra invece dice che è un fosso e devo stare ad un metro dal centro… Peccato che il centro non si riesce a calcolare in quanto il mio vicino continua ad arare a filo del campo e a far scendere terra in continuazione. Mi hanno già bloccato i lavori 2 volte, senza mai arrivare ad una conclusione. Io ho delle mappe e l’altro geometra delle altre. Il comune se ne frega ed io sono bloccata. Oltre a questo ci sono bel 2 scarichi abusivi (perché nessuno mi fa vedere i documenti che provano l’esistenza di questi scarichi) che sembra non vedere nessuno. Il comune non dice niente, il consorzio di bonifica dice che non è compito suo… Nessuno si vuole prendere le proprie responsabilità . Ha qualche consiglio in merito? Grazie in anticipo.

Salve, colgo l’occasione per rivolgerle una domanda: nel giudizio di regolamento di confini la prova principale è rappresentata da quanto scritto negli atti di provenienza delle due proprietà confinanti?
Se il contratto di compravendita dice: “confine a metà fosso” e poi il fosso viene chiuso, nella determinazione dei confini occorrerà misurare qual’è la metà del fosso ormai chiuso sulla base dei dati catastali? Intendo dire: se, nel tempo, si creano segni o vengono ad esempio piantati paletti ad opera del vicino, questi sono irrilevanti se non corrispondono alla metà, come indicato nell’atto di provenienza?
Grazie

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