Sto affrontando una separazione non voluta da me, quindi a parte tutta l’amarezza del fatto, sto discutendo con il mio ex-marito chiamiamolo così, su tutti i dettagli pratici. Abbiamo due bambini di 7 e 8 anni, viviamo nella casa di proprietà 75% mia 25% sua, lui ha deciso di andarsene sta organizzandosi per un appartamento in zona, per agevolare la vita dei nostri figli. Non so minimamente come muovermi per tutelare me e i miei bambini, io lavoro part-time (scelta fatta per gestire al meglio la famiglia) mentre lui ha 3 occupazioni di cui due in regola, la terza che è più redditizia anche se un po’ altalenante è in nero. E qui secondo me nascono i problemi; io gli ho chiesto di pagare per il mantenimento dei bambini 500,00 euro al mese, non ho chiesto niente per me ho fatto bene? Non so come comportarmi (visto che al momento è ancora in casa), quando uscirà dovrò subito rivolgermi ad un legale? Possiamo, eventualmente, sottoscrivere una dichiarazione dove delineiamo gli accordi presi in merito di visite ai bambini, regole economiche ed eventuali pretese? A dimenticavo: lui nel frattempo sta incominciando una nuova relazione, ho preteso che i bambini non vengano a conoscenza di questa realtà, penso abbiano già troppo da affrontare! E’ meglio mettere tutto nero su bianco? Scusate la confusione dell’esposizione dei fatti, ma ho in testa una tale confusione! Un’ultima domanda: se in un futuro immediato o no volessi vendere la casa coniugale, posso farlo? Non so se riuscirò ancora ad abitare lì anche se per i bambini forse sarebbe meglio. Grazie. (Gianna, via posta elettronica)
Sicuramente, la cosa più giusta da fare è rivolgersi immeditamente ad un legale di fiducia che sappia consigliarTi per il meglio.
Detto ciò, a mio avviso hai fatto bene a non chiedere il mantenimento: personalmente sono contraria al mantenimento a favore del coniuge, tranni casi particolari o per periodi limitati di tempo, in quanto ritengo che quando un matrimonio finisce non si debba più dipendere l’una dall’altro. Naturalmente, questo discorso non riguarda i figli.
Detto ciò, potresTi non chiedere il mantenimento ma l’intestazione del 25% di proprietà di Tuo marito della casa coniugale in modo tale da averne la completa disponibilità e poterla vendere se lo reputi opportuno.
Al momento, Tu non puoi decidere di vendere la casa coniugale senza il consenso di Tuo marito oppure per farlo, in assenza del suo consenso, dovresTi rivolgerTi al Tribunale.
Una eventuale sottoscrizione di una scrittura privata concernente la gestione dei figli non sarebbe in alcun modo vincolante per voi, in quanto solo un Giudice ha titolo per emettere i provvedimenti più opportuni. Ti consiglio, pertanto, di rivolgerTi al Giudice (tramite avvocato) al fine di normare la vostra situazione.
Naturalmente, potreste fare una separazione consensuale, sicuramente più rapida ed economica. Tuttavia, non mi sento di consigliarTi di rivolgervi entrambi allo stesso avvocato in quanto le questioni, mi pare di capire, da sistemare sono tante per cui ritengo più opportuno che ciascuno di voi abbia un legale che lo tuteli, per così dire, in via esclusiva.
Infine, per quanto riguarda la nuova compagna di Tuo marito e i bambini, non mi sento autorizzata a darTi alcun consiglio, sappi solo che solo il Giudice potrebbe ritenere opportuno che i bambini vedano il padre da solo almeno per un certo periodo di tempo. In ogni caso, se la relazione è destinata a durare prima o poi il padre avrà il diritto di farli incontrare.
Una risposta su “una separazione non voluta”
Ritengo doveroso allo stato predisporre, con l'ausilio di un legale che possa assistere entrambi i coniugi, una separazione consensuale con affido condiviso, secondo l'orientamento legislativo da ultimo seguito da dottrina e giurisprudenza.
Per l'assegno di mantenimento vale il principio del tenore di vita, che va comunque mantenuto, e deve costituire il principio morale più che giuridico per un genitore. Ad ogni buon fine si potrà rappresentare al Giudice di operare un convincimento del coniuge obbligato ad elargire una somma mensile, annualmente rivalutata secondo gli indici ISTAT, sufficiente ed idonea a consentire almeno per i figli di vivere in modo agiato e senza troppe privazioni.
Sarà pure necessario, onde evitare spiacevoli future sorprese, vista la presenza di una compagna, consentire che il pagamento dell'assegno di mantenimento, così pure per gli assegni al nucleo familiare, che rappresentano un quid a parte e che vanno ad aggiungersi al detto mantenimento, avvenga in modo diretto da parte del datore di lavoro dell'obbligato.
Tale circostanza dovrà emergere dall'atto di ricorso e deve essere rappresentata come condizione necessaria, oltre alla richiesta delle spese mediche non previste dal Servizio Sanitario Nazionale, e che vanno concordate e richieste volta per volta, nonchè per quelle scolastiche e ludiche.
Va pure annovarata nel ricorso l'autorizzazione al rilascio del passaporto, con l'obbligo di comunicare il luogo in cui ci si sposta, sia pure per un breve periodo.
Sulla questione, poi, della visita ai figli, essa va inquadrata in una più ampia visione rispetto alla normativa precedente, in quanto attualemnete si tende a tenere contatti costanti con l'altro coniuge, facendo così pesare il meno possibile il distacco.
Sarà opportuno anche concordare, nei limiti della compatibilità ed esigenze personali, una uscita insieme, e soprattutto prendere decisioni univoche anche in merito al periodo delle festività natalizie e pasquali, oltre che per il periodo di ferie.
Allo stato posso dire che la separazione dei coniugi è da valutare con attenzione soprattutto per non creare problematiche pscologiche nei figli e prepararli con pazienza a tale evento, dovendo la madre, in più occasioni, sopperire alla mancata presenza costante del padre e prendere decisioni anche immediate. E' un compito arduo e necessita una buona dose di determinazione e coraggio.
Le auguro di trovare idonea soluzione al Suo problema. Ad ogni modo resto a disposizione per eventuali ed ulteriori chiarimenti.
Avv. Giuseppe Zirollo
Napoli, 19/12/2008