Per anni mia figlia Valentina di 10 anni ha frequentato, nel periodo scolastico, corsi di ginnastica presso una palestra privata di San Donato Milanese. I corsi pomeridiani, 2 ore alla settimana, richiedevano un’iscrizione alla palestra e la sottoscrizione di un regolamento che, in buona fede abbiamo sempre firmato. Lo scorso Settembre l’insegnante del corso, una ragazza pagata come consulente, decideva di aprire una sua palestra e gran parte delle allieve si sono trasferite presso questa nuovo centro. Nonostante il corso 2007-2008 si sia ufficilamente concluso a Giugno 2008, il Settembre scorso abbiamo ricevuto a casa una lettera da parte della vecchia palestra la quale ci invitata a rispettare il “regolamento” in base al quale avremmo dovuto comunicare la volontà’ a NON iscrivere la bambina al corso successivo 30giorni prima del termine del corso. ergo, ci invitava a riscrivere la bambina al corso 2008-2009. In questi ultimi giorni, parecchie famiglie hanno ricevuto Raccomandata con ingiunzione di pagamento entro 8 giorni. Io rimango in attesa di ricevere la mia raccomandata mi piacerebbe capire come muovermi.
Salvo che il regolamento da te sottoscritto, preveda delle ipotesi di recesso anticipato, sei costretto a pagare la quota annuale e comunicare disdetta eventualmente per l’anno successivo. Infatti nel caso della palestra il discorso è ancora più complicato che nel caso del recesso in un qualsiasi altro esercizio, di tipo commerciale, perchè la quota di iscrizione iniziale comprende quasi sempre una quota assicurativa e perchè quasi sempre le palestre, non sono costituite in forma di impresa ma di associazione, che giuridicamente è la famosa associazione non riconosciuta, dove è sì previsto il recesso ma senza restituzione della quota corrisposta. Purtroppo al giorno d’oggi, la complessità dei rapporti sociali anche di quelli che riguardano lo svago e le associazioni finalizzate a tal scopo, ci impone di stare attenti a tutto ciò che si firma, anche al regolamento di una palestra.