Buongiorno, ho un figlio di 16 mesi. Sono nata e cresciuta in Francia ma dispongo della doppia nazionalità e quindi logicamente, mio figlio l’ha anche lui. 5 anni fa, mi sono sposata in Sicilia con un siciliano e ci siamo sistemati là, ma purtroppo il nostro rapporto non funziona più. C’è un problema : in Sicilia non sono mai riuscita a trovare neanche un lavoro stabile quando invece in Francia ho sempre lavorato anche da studente. Quindi se divorzio non ho la minima possibilità di trovare un lavoro, e non è con la somma di mantenimento (lui lavora per 1200 euros mensili) di mio marito che riuscirò a sopravvivere. Infine, non ho appoggio morale (i miei familiari sono in Francia). Purtroppo con l’affidamento condiviso, il mio avvocato mi ha detto che le possibilità di tornare in Francia sono minime e non penso un minimo istante lasciare mio figlio in Italia per partire sola in Francia. Voi pensate che ho possibilità di poter tornare in Francia per lavorare o le speranze sono poche?
Si le possibilità ci sono anche se è molto difficile. Il nostro diritto internazionale privato, prevede infatti che in questi casi si applichi il diritto dello Stato di appartenenza della minore. In caso di doppia nazionalità è di richiamo il diritto di due Stati diversi, per cui si applica quello più favorevole alla minore.
Tuttavia il trasferimento non è una soluzione semplice in quanto stravolge la vita della bambina, modificando in modo non indifferente la continuità dei rapporti con l’altro coniuge e con i nonni. In ogni caso poi bisogna capire cosa ne pensa il tuo coniuge. Se si oppone alla tua richiesta o meno ed elaborare un progetto di vita per la bambina, adeguato, che gli consenta di avere rapporti agevoli con il padre. Quindi sono da valutare una serie di aspetti molto concreti e dettagliati da vedere in particolare: ad es. dove andrai ad abitare con tua figlia, dove rimarrà ad abitare il padre, se le due zone sono servite da comodi aeroporti in modo da facilitare le visite, se dove andrai ad abitare c’è la connessione a banda larga per favorire, almeno, il diritto di visita tramite webcam e così via. Poi bisogna vedere se il trasferimento all’estero è conforme all’interesse della bambina: I suoi nonni, gli altri parenti sono tutti in Italia o anche all’estero? ed altre domande simili.
Quindi ticonsiglio, se da come sembra tu rientri nei requisiti previsti dalla legge, ovvero hai un reddito annuo inferiore a Euro 9.723,84, di avvalerti di un avvocato di tua scelta, abilitato al gratuito patrocinio, che sarà per te pagato dallo Stato italiano. Quindi senza alcuna spesa potrai avere una tutela legale adeguata, che ti segua e ti guidi in questo difficile cammino a delineare e studiare attentamente tutti gli aspetti della vicenda.
2 risposte su “l’affidamento condiviso ed il trasferimento all’estero”
Buongiorno,
Sto in pieno divorzio e le cose vanno malissimo, mio marito mi minaccia di togliermi il bambino e tante altre belle cose. Mi ha tolto la macchina e mi segue ovunque, prova a manipolare tutti contro di me (abitiamo in un paesino). Inoltre, non ho nessuno quindi se ho bisogno in caso di urgenza, nessuno mi potrà aiutare, la mia famiglia è in francia dove c'è Internet (che ho anche in Sicilia) e gli aeroporti sono accessibili sia qua che là. La ringrazio tanto per il consiglio.
Come ti ho consigliato nella risposta al tuo quesito, ti riconsiglio vivamente, visto che ne avresti diritto, di affidarti alle cure di un legale di fiducia pagato mediante gratuito patrocionio che ti possa sostenere in questo difficile momento. Magari potresti trovarlo anche in un paese limitrofo al tuo in modo che non sia coinvolto dierttamente nella realtà del paese in cui vivi.
Quanto alla macchina, non so cosa dice il provvedimento di separazione ma tramite il legale potresti chiederne l'assegnazione al giudice se ti è indispensabile per il bimbo. Cmq ti ripeto è fondamentale che tu ti faccia aiutare da qualcuno e che non ti isoli.