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Non sono troppi 550 euro al mese per un figlio?

Buongiorno, il mio compagno è separato dal 1998 e divorziato dal 2004. Per il suo primo figlio, avuto con la ex-moglie, riconosce un assegno di mantenimento che a suo tempo era stato stabilito nella somma di 350 € (comunque sempre aggiornato secondo gli adeguamenti istat). Dal 2003 la moglie lo ha citato in causa richiedendo un aumento di tale somma che attualmente è stata portata a 555,00 €. La richiesta di aumento della ex-moglie è dovuta al fatto che lei ritiene che il tenore di vita dell’ex coniuge sia migliorato mentre il suo è rimasto invariato. In realtà la signora dalla data della separazione convive con un compagno possessore di un’abitazione lussuosa che ha intestato a proprio nome anche i cavalli della signora. Per contro il mio compagno si è trovato nella condizione di accendere un mutuo per riconoscere a suo tempo alla ex-moglie il 50% del valore della casa coniugale oltre ad altri finanziamenti per la ditta individuale che ha rilevato (carrozzeria automobilistica) che sono tutt’ora in corso. L’anno scorso io e il mio compagno abbiamo avuto un altro bambino. Nonostante ciò il legale che gestisce la causa contro la ex-moglie per l’assegno di mantenimento del primo figlio non si è mai opposto fortemente alle sue richieste, sostenendo che in questi casi i giudici tendono a dare ragione alla madre. Ieri ci è giunto un precetto da parte della ex-moglie la quale ci ingiungeva il pagamento degli arretrati che sostiene le siano dovuti, avendo il giudice ammesso l’aumento dell’assegno di mantenimento dall’importo iniziale di 350,00 € a 555,00 €. Aggiungo che l’affidamento del figlio è congiunto nella misura di 3 giorni dalla madre, 2 giorni dal padre e 1 weekend alternato. E’ possibile che questa signora possa richiedere anche gli arretrati di una somma già alta? La paghetta settimanale di 20 € che il mio compagno ha sempre riconosciuto al figlio, oltre i soldi per le ricariche telefoniche, la benzina e tutte le altre spese di un adolescente (alle quali la madre si è sempre rifiutare di partecipare) non compensano questa differenza? E il nostro bambino non avrebbe diritto alla stessa cifra? Ma chi può spendere oltre 550 € al mese per un figlio (oltre alle varie spese mediche, scolastiche…)? Grazie e saluti

Innanzitutto va premesso che quanto statuito dal giudice nelle condizioni di divorzio detta legge fra gli ex coniugi fino a quando non subisca una modificazione. Ciò significa che a far data da quando le modifiche sono state accolte, il Suo compagno è tenuto ad eseguire il provvedimento del giudice e, quindi, a versare la somma indicata.

E anche vero, tuttavia, che così come la modifica delle condizioni di divorzio è stata ottenuta dalla ex moglie, altrettanto potrà fare l’ex marito dimostrando una serie di fatti:

-innanzitutto problemi reddituali che rendono difficile la contribuzione di tale somma

-contemporaneo aumento del reddito della ex moglie e non del tenore di vita in quanto il suo nuovo compagno non è tenuto a mantenere il ragazzo che non è suo figlio

– porre l’accento sul fatto che il tenore di vita della mamma è tale da non richiedere l’intervento di un contributo economico elevato dell’ex marito e, di conseguenza, la somma da modificarsi venga quasi interamente destinata al figlio e allora, effettivamente, 550 euro sono molti e comunque devono ricomprendere anche le paghette.

-aggiungere anche che, vivendo praticamente il figlio metà del suo tempo con la mamma e metà con il papà, molte spese sono sostenute da entrambi i genitori i misura quasi uguale comprese le spese extra, a meno che non si sia stabilito che tutte le spese extra le debba pagare il padre

Sarebbe interessante leggere il provvedimento in questione per capire e conoscere quali sono le effettive esigenze del ragazzo.

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Di Emanuele Roli

Sono nato nel 1975, vivo a Casalecchio di Reno (BO) e collaboro con lo studio Solignani dal 2005

32 risposte su “Non sono troppi 550 euro al mese per un figlio?”

mi chiamo giuseppe percepisco una pensione sono risposato ed ho una figlia maggiorenne che vive con me avuta dal precedente matrimonio dove sono rimasto vedovo. Vivevo in veneto e convivevo con una donna dove abbiamo avuto una figlia nell’anno 1998. Sono stato trasferito al sud Italia e la donna con cui io vivevo non ha voluto seguirmi. Ci siamo frequentati per brevo tempo ancora quando questa mi ha lasciato dicendomi c he non se la sentiva più di vivere con me e di andare via. Da quel momento si è scaturita una guerra giudiziale mi ha anche denunciato dicendo che non versavo alcun mantenimento per mia figlia minore. Cosa che non era vero. Tutto questo è durato per diversi anni quando il giudice mi ha accollato tutte la spese giudiziarie a condannato al pagamento mensile di € 200,00 per la figlia. passati pochi anni ha richiesto un aumento del mantenimento con arretrati indice istat. Ci siamo accordati per € 270,00 mensili più le spese scolastiche della ragazza. premetto che la ragazza non vuole saperne di me non mi chiama mai. Non mi ha mai chiamato per Natale e Pasqua insomma non vuole avee a che fare con me. Io mi dico come si può chiedere un mantenimento quando questa non vuole vedermi? e anche sua madre che da poco tempo ha chiesto l’aumento del mantenimento da 270,00 € a 600,00 € E’ mai possibile che io devo fare solo il bancomat? senza sapere notizie di mia figlia? Ripato io mi trovo in Campania cosa posso fare? mi aiuti lei. grazie

Purtroppo i due aspetti quello personale e quello patrimoniale sono slegati e i figli vanno mantenuti anche se non ci sono rapporti personali buoni. Peraltro, non si capisce quali possano essere i motivi di questa chiusura. Ti suggerirei di provare un percorso di mediazione familiare.

buon giorno, vi spiego la mia situazione: sono sposato da 16 anni ed ho una bambina di 8; viviamo in una casa intestata a mia moglie ed acquistata prima del matrimonio; qualche anno fa l’abbiamo completamente ristrutturata per una spesa di più di 200.000 euro ora la casa ha un valore di mercato di 400-450.000 euro; lei è intestataria di un mutuo di 100.000 che scadra tra 6 anni; tutte le spese compreso il mutuo fin ora sono state addebitate su conto cointestato, dal quale sono passati pure i soldi (60.000) che i miei mi hanno prestato per la casa . ora la situazione è questa:lei vuole la separazione, si tiene la casa , la bambina, vuole che paghi la metà del mutuo(450) gli alimenti della bambina(400) e alla fine tanti saluti, senza casa senza na lira(io percepisco 1800 euro al mese e mi sono accollato una cessione del quinto di 400 euro mensili per soldi che sono finiti nella casa, ancora per 8 anni per fortuna ho un posto letto in caserma dove lavoro), lei ha uno stipendio di 1500 euro. può pretendere tutto cio tutti i miei sacrifici al vento? non posso avere neanche un soldo? e per di più sarò costretto a pagare anche il mutuo? scusate la lungaggine ma nn so dove sbattere la testa….grazie in anticipo

siamo nel 2013 e i problemi sono sempre gli stessi. nella maggior parte dei casi padri separati sfruttati e senza possibilità di ricostruirsi una vita al contrario delle ex mogli……anche il mio compagno pur avendo un rispettabile lavoro non ce la fa. deve versare 800 euro di mantenimento x due figli e x la madre la quale lavora a nero e che è andata a convivere stabilmente con un altro. la casa coniugale che purtroppo era a lei sola intestata ma era stata pagata dal marito dopo le nozze, la signora se l’è venduta intascando parecchio……ma era possibile farlo? lì risiedevano i figli minori e si è trasferita anche senza preventivamente avvisare il padre con cui ha l’affido condiviso. ma possibile che l’ex marito non abbia diritto ad una parte dei proventi della casa almeno? visto che l’ha pagata lui anche se si è fidato intestandola alla moglie?

Gentilmente vorrei sapere quanto dovrei versare a mia moglie in caso di separazione tenendo da conto che ho 2 figlie di 1 e 5 anni e che percepisco 1800 euro mensilmente…….. abbiamo anche la comunione dei beni e viviamo in affitto per 200 euro al mese..Grazie

Salve a tutti, due brevi commenti alle ultime risposte date nel blog, il primo e' sulla vicenda della Sig.ra Valeria, la domanda si era capita benissimo, cosi come la risposta, e io vorrei vedere quando concluderete anche questo ricorso (se lo ha fatto) della ex di suo marito, se il giudice decidera' veramente che il tenore di vita dell'ex coniuge e' rimasto invariato e che quindi non terra' conto che il suo stipendio Valeria non gli reca nessun giovamento, o se invece visto che adesso Lui non ha problemi a vivere visto che in suo aiuto c'e' il Suo stipendio, se il giudice dira' che l'ex coniuge puo' aumentare il suo assegno, ritrovandosi cosi di fatto a dire che anche lei deve mantenere i figli del suo attuale marito (anche se in modo indiretto) e che come ha specificato Lei non sono suoi, ed allora chiedo a lei Avv. puo' il giudice decidere in questo senso? Se lo dovesse fare come si puo' considerare "giusto" ? Il secondo commento e' sulla domanda di Molly e la risposta che ne ha ricevuto, premettendo che mi sono addentrato nei meandri delle separazioni solo da quando ne sono stato "investito" ma da quello che ho letto e sentito da parte di altri uomini ed anche donne, le mamme che devono versare assegno di mantenimento (molto rare) lo fanno perche' sono in condizioni economiche molto vantaggiose rispetto al loro ex coniuge, ( lei proprietaria, dirigente o amministratore di azienda….lui impiegato o simile), di sicuro non come capita per gli uomini che possono essere dirigenti o sono operai come la ex devono comunque sopportare il peso economico maggiore, quindi anche se in tutta italia di sentenze ce ne dovessero essere molte cosi ( ma non lo e') non sono di sicuro quelle che possono fare testo,( visto che non sono in egual misura), quindi sicuramente i giudici possono e tengono conto dello stipendio della ex ma solo in vista di una differenza cosi evidente da non potersi esimere dal farlo in modo diverso, grazie a tutti, Paolo.

Chiedo scusa non ho capito bene la risposta…ma forse non era chiara la domanda.
Mio marito versa l'assegno per il mantenimento delle figlie. Adesso col procedimento giudiziale in corso controparte chiede un aumento anche sulla base del fatto che lui si è sposato con me e quindi abbiamo due redditi. E' una richiesta legittima?
Io non sono tenuta a partecipare al mantenimento delle figlie altrui, o sbaglio? Il mio stipendio può essere valutato per la determinazione dell'assegno di mantenimento?
Grazie ancora..

Salve a tutti, allora io penso che si dovrebbe andare con ordine, la mia situazione e' del tutto diversa da quella della Sig.ra Jareth, penso che se la legge punisse e perseguisse quei papa' farebbe bene, quindi il suo di giudizio e' dato solo dal risentimento per quel genere di uomini e che non rappresentano in tutto la categoria, come la forumista Giovy non rappresenta tutte le donne, anzi, date le circostanze penso che sia una mosca bianca, visto che nella normalita' le donne di solito coalizzano tra loro, comunque il senso di quello che io ho scritto qui, e che persone come la suddetta forumista Giovy conferma, e' che non ci si puo' accanire contro degli uomini che non hanno nessuna colpa da espiare nei modi della vigente legge Italiana, e che non e' giusto e intollerabile, che le donne solo perche' hanno contratto matrimonio ed avuto dei figli, debbano letteralmente ridurre ad indigenti i loro ex mariti, e sopratutto che se ne approfittano perche' la legge gli permette di farlo, QUINDI MI TROVO PER L'ENNESIMA VOLTA A FAVORE DI GIOVY, dove spiega benissimo nel suo ultimo intervento nel blog quello che effettivamente non va bene nella attuale legislazione in materia, e Lei avvocato nel suo esempio e' stato chiaro e conferma questo accanimento contro gli uomini, perche' non si puo' mettere anche al contrario? Perche se e' lei a percepire un giovamento delle sue finanze grazie al compagno il suo ex marito non puo' richiedere che il suo assegno di mantenimento per i figli puo' subire una diminuzione ed al contrario si? Se la legge' e' uguale per tutti cosi come recita in bella mostra nelle aule di tutta Italia perche' in questo caso in esempio si e' legiferato cosi? Cosa spinge i legislatori ad emettere una legge fatta cosi? Su cosa si basano? Sullo status di uomo= unica persona a dover sostenere la famiglia, anche se questa non c'e' piu? Se adesso c'e' la parita' e la donna e' senza alcun dubbio libera ed emancipata, perche' (tranne in rarissimi casi dove lei e' milionaria e lui no) non deve avere gli stessi doveri del suo ex marito? Potrei stare qui delle ore a scriverle domande come queste, anche se gia' sento la risposta che recita frasi come quelle del precedente intervento…:" Le leggi purtroppo (eccessive, incomplete, spesso anacronistiche) fanno si che i giudici abbiano una certa discrezione nel decidere e che possano (proprio così) decidere in maniera diversa situazioni simili. Sono inoltre le stesse leggi che nominano giudici (d’altronde ciò accade in tutti i mestieri) a volte (per fortuna poche) incompetenti o comunque non all’altezza per un lavoro così importante e delicato e difficile."……Per me che non sono del mestiere e che devo subire queste leggi, spiegazioni cosi mi fanno solo venire rabbia, ma per la totale rassegnazione (ribadendo quanto detto nei precedenti interventi) senza fare nulla a favore dei padri, che come me non si sottraggono a cio' che comunque e' un loro dovere, (di mantenere i figli, non essendo loro i responsabili sotto ogni forma della separazione dei genitori ed anche perche' non hanno scelto loro di venire al mondo), ed anche se come dice Lei avvocato che oggi ci sono dei padri che hanno l'affidamento condiviso, io non la vedo come una conquista vera e propria, ma come la classica caramella per calmare l'opinione pubblica, e far sembrare umana una legislazione che comunque rimane a tutti gli effetti solo a vantaggio delle donne, senza fare per questo polemiche assurde, come dire che ci sono dei poveri papa' perseguitati, per me come ho gia detto la legge fa bene a condannare tutti quei padri che se ne infischiano dei propri figli lasciando alle mamme tutto sulle loro spalle, ma non perche' ci sono uomini cosi si deve condannare tutto il genere maschile con prole ed ex mogli. Grazie a tutti x le vostre risposte.

caro avvocato , quello che non riesco a capire è perché quando si parla di assegno di mantenimento non si prende in considerazione anche lo stipendio della mamma ma solo quello del padre ?

Semmai il mantenimento potrebbe subire una riduzione laddove il beneficiario dell'assegno fosse suo marito e non il contrario.
Infatti, in questo caso, aumentando il tenore di vita dell'uomo a seguito di un matrimonio con una donna economicamente autosufficiente, la ex moglie potrebbe avanzare una richiesta di riduzione dell'assegno.
Esempio: Tizio divorzia e ottiene il mantenimento da Caia in euro 500. Se successivamente, il reddito (e quindi le condizioni economiche) di Tizio migliorano, Caia può ottenere una riduzione dei 500 euro.
Per quanto riguarda le spese scolastiche, se sono documentate, ritengo che non ci sia tanto da fare.

Gentilissimo avvocato

lungi da me accusare l'intera categoria professionale cui appartiene di tutte le ingiustizie e storture della legge di famiglia, forse non mi sono spiegata bene (anche perchè gli sfoghi poco produttivi li trovo stupidi). Mi riferivo ad un atteggiamento diffuso tra i suoi colleghi (non tutti naturalmente) che spesso pur di chiudere subito la faccenda o per qualche altro motivo partono da rinunciatari sin dall'inizio e rinunciano a combattere per i diritti del cliente (maschio che è quello più penalizzato dalla legge) affermando con un'alzata di spalle tanto funziona così, è inutile provarci i giudici decidono sempre in un modo. Ecco io mi dico se da parte di sempre più avvocati si decidesse invece di mettere in evidenza con clamore e forza queste storture, magari a breve non si otterebbe niente ma alla lunga sarebbe un'operazione che porterebbe dei risultati secondo me. Bisogna pur iniziare dico, a cambiare le cose che ci sembrano ingiuste. Per Jareth, la principale differenza secondo me tra un uomo che subisce le vessazioni di un'ex affidataria dei figli e della casa coniugale e una ex che non riceve dall'ex marito i mantenimenti stabiliti dal giudice è che la seconda, volendo, ha ampi mezzi e strumenti per far valere le sue ragioni, il primo no.
(E sono proprio curiosa di sentire cosa risponde l'avvocato al quesito di Valeria se fosse davvero così sarebbe l'ennesima assurdità contro gli uomini visto che quando una ex va a vivere more uxorio nella casa coniugale di proprietà dell'ex marito non viene mai considerata l'aumetnata disponibilità economica per abbassare i mantenimenti nè per toglierle la casa).

Buon giorno.
scrivo perchè nonstante mio marito abbia ottenuto il divorzio dalla ex moglie, la causa giudiziaria è ancora in piedi per la parte relativa all'affidamento delle figlie e all'assegno di mantenimento. L'avvocato di controparte ha sostenuto che, siccome mio marito si è sposato con persona che lavora e percepisce reddito (io), questo reddito (il mio) va tenuto in considerazione nella valutazione dell'assegno di mantenimento delle figlie. Mi chiedo, è possibile? Io non ho obblighi nei confronti delle figlie di mio marito, perchè il mio reddito dovrebbe in qualche modo influire sull'assegno di mantenimento?
Inoltre la signora periodicamente ci riempie di scontrini relativi a spese per la cancelleria: gomme, matite, quaderni, temperini, spese da 0,60 cent, 1 euro e così via. Noi ci chiediamo: possibili che sepse di questo tipo non rientrino nel normale mantenimento di due bambine in età scolare? Non esiste una definizione chiara di corredo scolastico (che mio marito deve risarcire al 50%) e di cosa rientra esattamente nel mensile assegno di mantenimento?
Grazie mille a chi vorrà rispondermi

Come vedete, anche Voi siete (come è logico e normale che sia) in disaccordo sugli stessi temi.
Ritengo giusto che chi, come Giovy o altri, si vuole sfogare e dire la propria opinione lo faccia sul nostro blog che serve anche a questo. Purtroppo però, anche se può sembrare un'osservazione superficiale, quando si litiga, pure davanti a un giudice, i casi sono due: o si pareggia oppure la vittoria va a uno solo e l'altro torna a casa sconfitto. Le leggi purtroppo (eccessive, incomplete, spesso anacronistiche) fanno si che i giudici abbiano una certa discrezione nel decidere e che possano (proprio così) decidere in maniera diversa situazioni simili. Sono inoltre le stesse leggi che nominano giudici (d'altronde ciò accade in tutti i mestieri) a volte (per fortuna poche) incompetenti o comunque non all'altezza per un lavoro così importante e delicato e difficile. Scaricare la colpa di tutto sugli avvocati (che come i meccanici e gli imbianchini o i fabbri) lavorano per guadagnarsi da vivere mi sembra del tutto fuori luogo. Certo, ci sono altresì avvocati incapaci, ma questo è nell'ordine delle cose. Per questo se un cliente è insoddisfatto ha il pieno diritto di rivolgersi altrove. Fino a tre anni fa, pensare a un padre che potesse essere affidatario del figlio minore in un caso di separazione e addirittura ottenere il mantenimento dalla moglie, sembrava pura utopia. Oggi succede e succede sempre più spesso. Il Tribunale di Modena, tra l'altro, è stato uno dei primi a sanzionare una situazione del genere e il nostro studio ha avuto la soddisfazione di difendere il papà. Lo diciamo come studio con una punta di orgoglio, ma non nascondiamo certo che anche a noi capita di avere clienti insoddisfatti che non tratteniamo di certo perchè riteniamo che ognuno abbia il diritto di autodeterminarsi nelle proprie scelte, compresa quella del difensore di fiducia.

salve, io capisco benissimo ciò che scrivi e ti capisco, il mio compagno è in un situazione similare o peggio della tua, è separato da circa un anno e nel momento della separazione era un libero professionista con delle entrate di un certo livello, quindi ha accconsentito alle richieste della moglie che ora purtroppo non riesce ad affrontare. Sono 5 mesi che vista la crisi economica, che è in atto, lui svolgeva l'attività di mediatore creditizzio, non gli entra nemmeno un euro, deve far fronte a: mutuo della casa in cui vive la ex moglie pari a 480 euro mensili, 700 euro euri per i due figli uno di 15 e l 'altro di 20, più le spese extra riguardanti questi ultimi, inoltre deve pagarsi l'affitto di 600 euro al mese.In questi mesi ha vissuto con i soldi accantonati, ma a questo punto non sa più dove sbattere la testa!! premetto che la moglie percepisce uno stipendio di circa 2300-2500 euro mensile!! un'altra cosa la separazione su lmio compagno è arrivata come una spada di damocle, ha scoperto da un sms che la moglie aveva una relazione, e nonostante lui volesse cercare di ricostruire 23 anni di matrimonio lei non ne ha voluto sapere incolpandolo di averla fatta disinamorare percè da libero professionista lavora troppe ore fuori casa e non la metteva sul piedistallo come voleva lei! a qusto punto ditemi voi cosa deve fare?
grazie

scusate ma non sono tanto in sintonia con i "poveri papa'" affranti. io sento soltanto parlare di soldi. Ho una situazione inversa , sono stata lasciata dal mio compagno circa 18 mesi fa, con un bambino di 4 anni, ora 5 anni e mezzo. Mi sta dando il tormento, discute in continuazione e pretende sempre di farlo in presenza del bambino, mi cita in tribunale continuamente perche' vuole vendere la casa, nonostante paghiamo il mutuo da appena due anni, quindi non abbiamo restituito praticamente niente. in casa ci sono i miei genitori che provvedono a mio figlio quando sono a lavoro o quando lui e' a lavoro o assente per "motivi personali". il giudice non si e' ancora espresso, ma si e' espresso il tribunale civile, devo restituirgli le chiavi di casa. Preciso che su uno stipendio di circa 2.600 euro mi manda un assegno di 150.00 euro e neanche le spese extra. Io penso che molti non sono neanche degni di essere chiamati papa.

Concordo totalmente con il forumista, se l'atteggiamente continua ad essere di rassegnazione questo schifo non finirà mai. E gli avvocati sono tra gli addetti ai lavori che qualcosa possono pur fare, almeno per sensibilizzare sul tema, visto che non fanno loro le leggi ma le vivono ogni giorno.
Ho l'impressione che Paolo si sia fatto fregare dal fatto di aver scelto lo stesso avvocato della moglie, però mi chiedo anche, possibile che nell'analisi dei redditi dei coniugi diventa indifferente l'ammontare delle spese vive che deve affrontare chi va via di casa?
Paolo scusami il tuo avvocato ha provato almeno a far presente al giudice che non puoi campare con 100 euro mensili? E che due bambini piccoli normalmente, nella media della stragrande maggioranza delle famiglie non costano 3 mila euro al mese (visto che lui passa 1500 suppongo che la moglie dovrebbe contribuire per altrettanti)? Non crede avvocato che in questi casi i suoi colleghi dovrebbero mostrarsi più combattivi e non lasciare passare questi autentici soprusi come se nulla fosse? Possibile che nessun avvocato di questi poveri uomini vessati e spremuti abbia mai provato a far presente che non è giusto far pagare la separazione ad un uomo (e solo a lui) rovindandogli la vita? Non dovrebbe essere un diritto separarsi?
Grazie

Salve, la situazione che sto' vivendo anche se non nei minimi particolari e' quella che ho descritto, e ci tengo a chiarire che effettivamente sto' andando avanti grazie al contributo dei miei genitori e di amici (come ho detto nel precedente messaggio, e le finanziarie hanno smesso di aprire crediti a mio favore data la mia situazione) e che i 100 euro effettivamente non ci sono ma che sono sotto tutti i mesi di 480 euro visto che sto' pagando anche il mutuo acceso per aver comprato il mobilio e gli elettrodomestici, per quel che riguarda il modificare l'assegno, non so' se sia possibile visto il mio lavoro,(anche se adesso ho questo momento di fermo x la crisi) da quello che mi e' stato detto dal legale consultato e che ha curato tutta la separazione (in comune con la ex per risparmiare soldi) che un giudice non modifichera' mai la mia sentenza di separazione data la natura del mio lavoro e del reddito che ne consegue, 2100 e piu' grande di 1000 questo e' ovvio, anche se io ho moltissime spese, ed a oggi mi rendo conto che sicuramente non sono stato tutelato in pieno, almeno per me e' cosi, ma a parte questo, secondo me non va bene nemmeno il senso di sufficienza con cui si commenta una situazione come la mia……lo sbaglio sta' proprio nel dire…." purtroppo succede" secondo me i legislatori (e per quel che Voi avvocati potete fare), dovreste (o dovrebbero) rimediare a questa che e' evidentemente una lacuna molto grossa che permette a persone esclusivamente affamate di soldi e di vendetta (per cosa poi?) di ridurre alla indigenza un uomo che ha sbagliato a sposare e fare figli con una persona cosi e non dire semplicemente queste frasi, visto che ci sono migliaia di casi come il mio se non peggiori, si dovrebbe mettere mano a quelle leggi o solo gli articoli che la compongono e modificarli o cancellarli……ma questo e' solo il mio pensiero, anche io sono schifato, e spaventato e sopratutto arrabbiato per il sistema italiano…..ma io non sono nessuno……solo una goccia in mezzo al mare di cause civili che non hanno soluzione, grazie a queste leggi, vi ringrazio per l'interesse, Paolo.

Avvocato come è possibile quindi che un giudice lasci ad un uomo per sopravvivere solo 100 euro? Non è questo uno dei casi aberranti molto frequenti che avvengono in Tribunale? Non è eccessivo passare mille euro al mese a due bimbe piccole? E se ora prendono mille quando cresceranno quanto saranno queste spese?
Come è possibile che in giudice lasci un uomo completamente indigente? Io non ci posso credere sono schifata, spaventata e arrabbiata con il sistema italiano.
Grazie

Non ho presente la situazione in concreto, ma purtroppo succede. Per quanto riguarda il futuro, le modifiche del contributo dovranno essere valutate tenendo conto di diversi fattori, tra i quali il reddito, in quel momento, dell'obbligato e quello dell'altro coniuge, comunque non escluso per la sua parte di contributo in favore dei figli.

Salve, mi chiamo Paolo e sono un papa' separato e volevo solo lasciare il mio commento a quanto detto dalla Signora, che vede in me un pieno sostenitore di quanto afferma, visto che la mia ex moglie mi sta mandando piano piano nel baratro del mendicante alla stazione, dovendo io contribuire con uno stipendio netto di 2100 euro ( sono un artigiano elettricista) al mantenimento x le mie figlie ( 3 e 5 anni) 700 euro + 300 x spese extra ( come da atto del tribunale) ed inoltre pagare il mutuo di 580 euro (fino al 2013) per le spese all'appartamento (in affitto) che abbiamo dovuto aprire per arredarla di cio che serve per vivere, quando eravamo ancora coniugi, app.to che e' rimasto a lei visto che e' la "dimora delle bambine" come cita l'atto di saparazione, e visto che io sono in affitto a mia volta (420 euro) e che sono solo (nessuna compagna che contribuisce alle spese) sommando solo queste uscite il risultato e' che io devo far uscire per le bimbe (a lei) 1580 euro che tolti dai 2100 rimangono 520 euro e che, togliendo anche il mio affitto, restano 100 euro, oggi allo stato dei fatti io sono costretto a chiedere continui aiuti genitori, anziani (75 e 78 anni),che con la loro pensione minima cercano di darmi una mano come possono, o a finanziarie e amici, e adesso proprio questa mattina ho sentito l'avvocato che mi ha informato della intenzione da parte della mia ex di citarmi in giudizio, perché nel mese di dicembre ( a causa della crisi che mi ha chiuso le entrate ma non le uscite di denaro) non ho potuto versarle l'assegno di mantenimento, informandomi del fatto che il giudice mi puo' obbligare a cercare una diversa dimora x farmi avere la disponibilita' finanziaria a far percepire alla mia ex l'assegno giustificando il tutto con la frase " il mio tenore di vita non puo' essere prevalente su quello che hanno e devono mantenere le mie figlie) detto questo voglio precisare che non vivono male e che non gli ho mai fatto mancare nulla, e che la mia ex ha un contratto a tempo indeterminato ed il suo stipendio e' di 1000/1100 euro mensili, e che rimane integro se non per sostenere la necessita' umana di mangiare, io questo non la considero una cosa equa e di casi anche peggiori del mio ce ne sono moltissimi, e per l'80/90 % non ci sono scappatoie se non quella di vivere in condizioni inumane ( non potendo tornare dai genitori) continuando a lavorare per mantenere donne che si nascondono dietro alla condizione di madre disagiata e perseguitata ma che in realta' sta' molto meglio di chi vive in una famiglia normale e tranquilla, saluti Paolo.

Grazie avvocato è stato molto gentile. Mi resta qualche dubbio in merito alla sua frase "la moglie non può dissanguarlo" perchè ahimè purtroppo non passa giorno che non veda o senta per esperienza indiretta di conoscenti quanto in realtà gli uomini che non cercano di sottrarsi ai loro obblighi verso i figli in realtà se la passano malissimo e le donne a soli 44 anni vengono lasciate tutta una vita a carico del lavoro e del sudore di un'altra persona mentre loro fanno le signore. Per 15 anni di matrimonio si pagano 30 anni di mantenimenti. Se questa la chiamano giustizia.
Arrivederci e ancora grazie

Se il mutuo è intestato a entrambi e le rate le sta pagando solo Lui, allora si puo' agire in regresso per la metà nei confronti della ex, magari con un decreto ingiuntivo.

C'è da dire che se la casa viene pagata interamente da uno solo dei coniugi e nel frattempo si chiede la separazione, poi la casa sarà ovviamente di chi l'ha pagata, essendosi sciolta la comunione.

D'accordo con lei che quello che passa la tv è spazzatura…ma vorrei sapere se possibile qualcosa in merito al risarcimento delle rate di mutuo intestato ad entrambi e pagate solo da lui in questi anni. Si possono chiedere quei soldi indietro alla moglie?
Grazie mille

La ringrazio tantissimo, è che siamo piuttosto spaventati perchè se ne sentono di assurde in giro, proprio sabato scorso su tg2 dossier hanno intervistato un uomo che su 2000 euro di stipendio ne deve passare 1500 a ex moglie e un figlio e alla nascita di una nuova figlia naturale si è sentito rispondere dal giudice che non gli ha concesso la diminuzione che doveva pensarci prima di fare un altro figlio. Possibile avvocato che avvengano tali abomini? E riguardo la questione della richiesta di risarcimento per il mutuo intestato anche a lei ma mai pagato da lei si può fare qualcosa?
Grazie mille
Giovanna

Aberrazioni giudiziarie, purtroppo come in ogni settore, ce ne sono sempre, ma fortunatamente sono le pronunce della Cassazione a "fare giurisprudenza" (e poi non è vero nemmeno questo in realtà). Ad ogni buon conto io prenderei con le molle quasi tutto quello che proviene dalla tv che spesso, ahinoi, è spazzatura…

Gentilissimo avvocato,

non so se può chiarirmi un dubbio che non riesco a sciogliere, non essendo del settore. La legge di famiglia prescrive che dopo la separazione entrambi i coniugi devono mantenere lo stesso tenore di vita. Come è possibile allora che si verifichi con assidua frequenza che dopo una separazione sia solo il coniuge più debole (che diventa per forza di cose il più forte successivamente perchè ha diritto all'abitazione, mantenimento e quant'altro) a mantenere lo stesso tenore mentre quello del coniuge obbligato ai mantenimenti precipita alle soglie della povertà. Quello che mi chiedo insomma, c'è mai qualche avvocato che ha provato ad evidenziare, quando c'è, questo squilibrio così palese davanti ad un giudice, dicendo il mio cliente se deve pagare tutti questi mantenimenti deve lasciare la casa e provvedere interamente ad un'altra abitazione non mantiene lui lo stesso il tenore di vita che aveva durante il matrimonio? Le faccio un esempio che riguarda il mio compagno. Lui fa il commercialista, libero professionista dunque, dato che lavora principalmente con il pubblico non fa neanche un euro di nero (non lo farebbe neanche se potesse perchè è una persona onesta). Il reddito medio mensile al netto delle tantissime spese che ha (il lordo è più del doppio) di questi ultimi anni è di circa 4500/5000 euro. E' fuori di casa grazie alla lettera dell'avv che manifestava l'impossibilità della convivenza ma la moglie non vuole trovare l'accordo per la consensuale perchè pretenderebbe che lui oltre a pagare interamente il mutuo dell'abitazione che è di circa 1800 euro passi a lei e ai due figli (14 e 9) 2000 euro netti oltre gli extra. Il suo avvocato gli ha detto che non sarebbe strano che qualche giudice le desse ragione.Possibile? Lei fa un part time e guadagna 600 nette al mese e non ha altri redditi (potrebbe, dato il lavoro che svolge, lavorare di più senza aumentare le ore di lavoro ma impegnandosi di più, e incrementare facilmente il suo reddito ma non intende farlo perchè sa che potrebbe marciare sopra al marito). Quindi al mio uomo resterebbero per vivere e rifarsi un'altra famiglia tra i 700 e 1200 euro. Considerati gli extra secondo me non gli resterebbero più di 800 euro come
media mensile. Come è possibile che possa avvenire tutto ciò? Sarebbe possibile in questi casi rivolgersi ai suoceri visto che lei con il reddito che ha non ce la fa (non vuole farcela) a dargli una mano per stare tranquillo fuori di casa? Poi il mutuo è intestato ad entrambi ma lo ha sempre pagato solo lui tramite bonifici dal suo conto. E'possibile chiedere a lei un risarcimento della sua parte non corrisposta in questi anni?
Grazie di cuore
Giovanna

Una mano si puo' chiedere a chiunque sia ben disposto…discorso diverso è la situazione economica di ogni coniuge. Quando si verifica una separazione il giudice valuta i redditi id entrambi i coniugi e, in base a valutazioni oggettive, stabilisce i termini dell'assegno di mantenimento da versare al coniuge più debole. Nel Suo caso la parte più debole è sicuramente la moglie, ma questo non significa che debba dissanguare il marito. Difficilmente il giudice assegnerebbe 2000 euro mensili per i bambini, ad esempio. Inoltre, se il Suo compagno si accolla il mutuo è chiaro che non rimane tantissimo, tolto anche il mantenimento. Se non si trova un accordo per la consensuale si dovrà procedere a una separazione giudiziale e vedrà che anche la moglie sarà costretta a concedere qualcosa. Per quanto riguarda il discorso dei suoceri, onestamente, se i genitori sono in grado di provvedere ai figli (mantenimento e alimenti), non possono avanzare pretese dai nonni.

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