Due persone costituiscono una società semplice finalizzata all’allevamento di bestiame ed alla produzione di latte e formaggio. Le competenze attribuite a ciascun socio sono pari al 50%. Dopo alcuni anni decidono di interrompere il rapporto societario. Uno dei soci reclama dei crediti nei confronti dell’altro, alcuni riguardanti la gestione della società (un socio ritiene di aver messo soldi in quantità maggiore rispetto alle proprie competenze), altri riguardanti somme di denaro prestate a titolo personale. Vorrei sapere: a) E’ legale prestare somme di denaro tra soggetti privati? b)Quantificato l’ammontare del prestito personale, devo aggiungere gli interessi? c) Se si, quale tasso devo applicare? d) Devo calcolare gli interessi anche su eventuali crediti derivanti dal rapporto societario? e) Se si, vale a quale tasso?
L’eventualità del prestito tra persone fisiche è plausibile purchè non avvenga da parte del creditore in modo continuativo, alla stregua di un’attività professionale e con tassi usurari. Infatti il fenomeno dell’abusivismo finanziario è attualmente disciplinato dall’art. 132 del testo unico bancario – T.U.B. – decreto legislativo n. 342 del 1993 il quale stabilisce che: “Chiunque svolge, nei confronti del pubblico, una o più delle attività finanziarie previste dall’articolo 106, comma 1, senza essere iscritto nell’elenco previsto dal medesimo articolo è punito con la reclusione da sei mesia quattro anni e con la multa da euro 2.065 euro 10.329“.
In conclusione è lecito che il tuo ex socio ti abbia prestato del denaro, che esiga degli interessi ai sensi dell’ art. 1282 del Codice civile, purchè come accennato poc’anzi non siano con tasso usuraio.