Salve, sono in trattativa per l’acquisto di un appartamento che ha le seguenti problematiche: 1) provenienza da donazioni (la nonna ha due figli, su un ramo della discendenza ha donato direttamente al nipote ed il figlio bypassato ha donato pure lui la quota di legittima ricevuta nel passato dalla morte del padre sempre a suo figlio.La nonna ha poi donato la parte equivalente alla figlia rispettando tra le linee eriditarie le percntuali).Le donazioni sono del 2003-2004 2) il figlio bypassato ha una sentenza di fallimento del 2005, con nomina del curatore e procedimento aperto a fronte di ciò vorrei capire se: 1) corro il rischio che il curatore impugni le donazioni sia della nonna sia del “fallito”? 2) se vengono impugnate, io acquistando la casa che rischio corro? 3) se corro un rischio, come posso tutelarmi? Grazie infinite
Innanzitutto occorre premettere che Lei non è il fallito-debitore, di conseguenza, in via principale non può essere chiamato di certo Lei a rispondere di debiti altrui.
Certo, se si fosse trattato di una rinuncia all’eredità effettuata in mala fede e in frode ai creditori, allora i creditori potrebbero dimostrare che la rinuncia è stata effettuata in loro danno per fingannarli e quindi potrebbero chiedere la revocatoria dell’atto di rinuncia.
Lei è quindi estraneo alla vicenda e alla malafede e, in ogni caso, la casa viene pagata quindi, nela peggiore delle ipotesi i creditori si rifarebbero sui soldi liquidi e facilmente esigibili.
Ultima cosa: se poi, quando è stata effettuata la rinuncia alla quota ereditaria, il legittimario non era ancora fallito, il problema non si pone neppure perchè verrebbe presunta la buonafede del medesimo.