sono una ragazza di 22 anni che convive da quattro anni con un uomo che effettò il divorzio nel dicembre 2008,dopo una separazione consensuale,e affidamento condiviso del bambino dell’età di 10 anni(con continuazione del mantenimento ,percepito solo dal bambino,di euro 300,quando il mio compagno non aveva ancora reddito).Io lavoro saltuariarmente,senza mai avere avuto un contratto legale,aspetto una bambina,e il mio compagno,33 anni,lavora come commercialista presso uno studio non di sua proprietà..dichiarando reddito da solo un’anno.Abbiamo un’appartamento di 65 mq con mutuo cointestato con i miei suoceri,ma la proprietà è intestata ai miei suoceri. Il bambino abita con i nonni materni da circa due anni(abitando in una casa popolare in 60 mq con altri tre zii;lavora il nonno,e due zii,la nonna ha il lupus,una malattia degenerativa),la madre(33 anni,casalinga) abita a 20 km dal bambino,tutto legalmente non denunciato.La madre non si occupa del bambino in niente,sia dal punto di vista economico sia morale,lo chiama e lo va a trovare a seconda della sua convenienza. Il bambino ha un forte desiderio di venire ad abitare con noi,ma i nonni materni non denunciano la situazione,e ogni volta che il bambino esprime il desiderio di venire ad abitare con noi,la madre ritorna a casa dei genitori per una settimana,il tempo del lavaggio del cervello al bambino,e poi ritorna nella sua nuova casa(convivendo con i suoceri e il compagno). Inoltre il bambino va molto male a scuola,purtroppo non dichiarato dalle pagelle,poichè gli insegnanti invece di denunciare la situazione,ne hanno avuto paura,vista l’insanità della famiglia del bambino,e cercano di alzargli i voti per evitare il problema,aggiungerei scandaloso!In più,è sempre molto sporco,veste male,si fa la doccia circa due volte a settimana,esce solo per andare a giocare a pallone due volte a settimana,non festeggiano mai il suo compleanno,e inoltre ha un tic da forte trauma!Si rifiuta di fare i compiti e piuttosto preferisc e giocare davanti alla play station tutto il giorno! L’avvocato del mio compagno ha dichiarato che non possiamo fare niente,che sarebbe una lotta inutile,calcolando anche che la madre risiede ancora dove risiede il bambino.Io non ci credo,vorrei chiedere una vostra opinione in merito,devo rinunciare a fare qualcosa?Vi prego di rispondermi presto,ho sentito diverse voci,ma nessuno riesce ad essere chiaro ed esauriente,io vorrei fare qualcosa per questo bambino che adoro,e che del resto mi chiama mamma da 4 anni.Grazie mille!! (Giada, via posta elettronica)
La situazione descritte non è certamente delle più facili da gestire sia a livello umano che a livello legale.
A mio avviso qualcosa si può fare, magari con l’ausilio dei servizi sociali. In questa sede non sono in grado di dirTi cosa fare poichè bisognerebbe sedersi a tavolino e sviscerare completamente la situazione vagliando le possibili opzioni, comunque ritengo che un margine di azione ci sia.
Il mio consiglio è di trovare un legale che sappia accompagnarvi in questo percorso che sarà senz’altro difficoltoso e che non è detto che porti ad una soluzione ma che, a mio avviso, vale la pena di provare ad intraprendere.
In ogni modo il primo passo è senz’altro quello di presentare un ricorso per la modifica delle condizioni di divorzio.
3 risposte su “situazione dolorosa per un bambino”
salve penso che la cosa migliore sia andare in un centro di mediazione familiare e con degli psicologi farsi aiutare oltre all'aspetto legale che mi sembra molto utile trovare un legale umanamente competente
Io, mi ripeto, cercherei un avvocato in grado di aiutare questa famiglia nella ricerca di un equilibrio per il bene del bambino.
Magari si ottiene qualcosa, magari non ottiene nulla ma non ci sarà il rimpianto di non aver nemmeno tentato.
Vorrei commentare questa situazione, più che dal punto di vista legale da quello umano.
E' evidente che il bambino della situazione descritta non sta bene e si stanno gettando le basi per la sua rovina futura, io direi da parte della società.
Ormai adulto sono un ex bambino trascurato e maltrattato: la lettura di questa lettera mi ha evocato un lontano passato, quello della gente che, mi pare, faccia finta di non vedere, gli insegnanti, eccetera, quando pare che si possa fare poco dal punto di vista legale.
Non è giusto per il bambino vivere in una situazione che gli pregiudica il futuro.
A volte certi genitori sempicemente non sono adatti a fare, appunto, i genitori, e la società fa finta che vada tutto bene.
La vittima è il bambino, e il suo futuro si sta compromettendo.
Meglio in collegio che in una famiglia pseudonormale, oppure, in questo caso, mi pare che il bambino trarrebbe vantaggio dall'andare a vivere col padre e la sua nuova compagna, ma c'è chi fa finta di non vedere, non denuncia, si può fare poco eccetera…
Mi auguro invece che si possa fare qualcosa, nell'interesse del bambino.
Post scriptum: nella mia lettera non vorrei offendere nessuno, però tendo ad accusare chi fa finta che le cose vadano bene quando, in realtà non vanno bene per niente, per me è un film già rivisto, la gente sa ma sta zitta, crede che la cosa non li riguardi, oppure hanno vergogna ad ammettere certe cose.
La logica di lavare i panni sporchi in famiglia danneggia il più debole, che è il bambino.
Mi fermo perchè mi accorgo che sto ripetendo gli stessi concetti, mi auguro almeno di essere stato chiaro.