Pubblichiamo di seguito le linee programmatiche tracciate da Adiantum, associazione di associazioni che si occupano di famiglia, su quello che dovrebbe essere fatto appunto in tema di famiglia a partire dal prossimo anno 2010. Tale documento contiene una analisi interessante della situazione e delle problematiche attuali, oltre ad alcune proposte da valutare per risolvere i problemi sul tappeto (ts).
Anticipazioni dalle linee guida per il 2010 – “Ricostruire una rete di protezione per la Famiglia”
Se il 2009 era cominciato con i migliori auspici, grazie alle speranze riposte sul cammino del PDL 2209, l’anno si chiude con un monito: c’è ancora tanto da fare. L’estate e poi l’autunno, infatti, hanno fatto emergere, in tutta la loro gravità, problematiche dalle quali ci si era momentaneamente allontanati per via del gran lavoro che è stato prestato al nostro progetto di legge. Se da un lato l’applicazione dell’affidamento condiviso è ancora lontana dagli standard richiesti dalla Società Civile – anche se si intravedono timidi progressi di alcuni tribunali ordinari -, il sistema determinato dai servizi sociali e dai tribunali minorili, dall’altro, mostra oggi tutte le sue gravissime disfunzioni.
Infatti, una sostanziale assenza di garanzie democratiche, proprie di quel sistema, suscita grande apprensione nelle famiglie italiane che noi, così come altre autorevoli organizzazioni, rappresentiamo a pieno titolo. La sensazione generale è quella di non poter contare sull’aiuto di quanti, invece, sarebbero preposti a darlo, ai bambini così come ai genitori. E’ a questi ultimi che viene a mancare il sostegno dello Stato, perchè tribunali e servizi sociali sono lo Stato.
Attribuire la dovuta fiducia a questi operatori, pertanto, non sarà mai possibile se prima non avverranno profondi cambiamenti all’interno delle loro categorie.
La sollecitazione delle necessarie modifiche in materia di responsabilità civile dei magistrati, oggi difficilmente perseguibili a causa di iniqui privilegi, e la richiesta un ridimensionamento degli abnormi poteri degli assistenti sociali, cui va opposta la modifica dell’art. 403 del Codice Civile, andranno di pari passo, nel corso del prossimo anno, con un rinnovato impegno per la calendarizzazione del PDL 2209: chi avrebbe dovuto sostenerlo politicamente, essendone promotore, ha finora deluso le aspettative nostre e degli italiani.
Sul piano sostanziale, in Italia è molto diffuso un reato che, non ancora introdotto nel nostro Codice Penale, viene generalmente commesso da uno dei genitori grazie alle favorevoli condizioni di un sistema in corto circuito: l’ Impossessamento Filiale (o “Reato di impedimento doloso alla cura filiale”). Genitori senza scrupoli, che sottraggono i minori e li portano a grande distanza dal proprio contesto abituale – spesso in un altro stato -, e numerosi operatori sociali, che esercitano con leggerezza un potere sproporzionato, hanno segnato la serenità di intere famiglie e, soprattutto, la psiche di tanti bambini. Questi, domani, saranno adulti e genitori: presenteranno il conto alla Società Civile che verrà.
Inoltre, è facile prevedere che all’incremento delle coppie miste (italiani-stranieri) dettato dalla tradizionale politica di accoglienza degli extra-comunitari nel nostro Paese, seguirà un costante aumento delle sottrazioni internazionali, fenomeno che oggi conta almeno 300 casi ancora irrisolti.
A ben vedere, la nascita, in territorio italiano, di un bambino con genitori di diversa nazionalità, è frutto di una scelta precisa, quella di vivere in Italia, e qui costruire il proprio futuro familiare e lavorativo. In virtù di questa scelta originaria, la sottrazione internazionale di un bambino, con almeno un genitore italiano, non può non essere considerata come un vero e proprio sequestro di persona, e perseguita con una pena detentiva significativa. La circostanza di essere uno dei genitori, in questo caso, costituisce un’aggravante, piuttosto che un’attenuante. Tale reato, quindi, non viene trattato con la giusta severità, e ciò denota la scarsa considerazione della “italianità” dei nostri figli, e cioè di quel forte legame di appartenenza nazionale dichiarato all’atto di effettuare la scelta di vivere in Italia e costruire il proprio futuro insieme ad un cittadino italiano.
E’ necessario, alla luce di tutto ciò, chiedere con forza al nostro Governo di ripristinare una “rete di protezione” a favore della Famiglia, contro queste pericolose derive del sistema che, negli ultimi trent’anni, hanno preteso di disciplinare processualmente e burocraticamente i sentimenti e gli affetti familiari, lasciando ai margini il vero sostegno alla genitorialità e togliendo ogni spazio di recupero a quei genitori che sbagliano o, come spesso accade, che “si pensa” abbiano sbagliato. Nell’Italia delle garanzie, che si concedono anche a chi si macchia di reati gravissimi, si è tornati a concepire la genitorialità come un istituto “a termine”, che si può perdere in maniera irreversibile anche per una presunta “inadeguatezza genitoriale”.
Le Istituzioni devono far sì che il Diritto possa soltanto lambire l’isola familiare, intervenendo solo in presenza di veri abusi. Parallelamente, bisogna raccogliere le istanze di tutti coloro che invocano a gran voce un severo inasprimento delle sanzioni e delle pene detentive per chi si macchia del reato di false accuse, e lavorare per proporre le necessarie modifiche normative. L’introduzione di una fattispecie aggravante, poi, così come è stato fatto per il reato di Stalking, potrebbe avere la funzione di valido deterrente contro le false accuse del coniuge in fase di separazione.
Particolare attenzione meriterà la nostra sollecitazione, presso le autorità regionali (assessorati alla famiglia), per l’introduzione della PAS (Sindrome di Alienazione Genitoriale) nei protocolli regionali contemplanti le forme di abuso. Questa iniziativa potrebbe avere positive e immediate ricadute pratiche proprio nella tutela di bambini e genitori. In tal modo, infatti, tutti gli operatori sociali e professionali impegnati nel campo giudiziale della tutela ai minori dovrebbero necessariamente essere formati sulla PAS e dovrebbero trattarla, nelle loro relazioni ai magistrati, quale fattispecie di abuso. Oggi questo non accade, se non raramente.
Durante tutto il 2009, poi, sono emerse con chiarezza le difficoltà che molte categorie di cittadini, anche appartenenti a quel “ceto medio” falcidiato dalla crisi, hanno nell’affrontare le spese legali che i percorsi giudiziari in materia di famiglia comportano. L’attuale normativa a sostegno del Gratuito Patrocinio (decreto del Presidente della Repubblica 30 maggio 2002, n. 115 e successive modificazioni), infatti, pur prevedendone il ricorso ai redditi familiari entro i 10.000 euro circa, non tiene conto della decurtazione dovuta all’assegno di mantenimento e, soprattutto, non consente agli avvocati iscritti agli appositi elenchi di essere pagati in un tempo ragionevole. 6 – 7 anni, con notevoli tagli alle parcelle, è il tempo medio di attesa che finisce con il demotivare qualunque legale dotato di buona volontà e sufficiente sensibilità.
Diventa necessario e urgente, pertanto, proporre un disegno di legge che, da un lato, consenta l’accesso al Gratuito Patrocinio a fasce più ampie di cittadini e, dall’altro, preveda tempi più veloci (massimo 12 mesi) e parametri economici più soddisfacenti per gli avvocati.
Negli ultimi mesi del 2009 si è fatta strada, dentro e fuori ADIANTUM, la Composizione Familiare. Essa rappresenta la naturale evoluzione della Mediazione Familiare, rispetto alla quale la prima tende al superamento della visione dell’unico operatore con competenze (legali, psicologiche, psicoterapeutiche) da più parti ritenute non sostenibili, e privilegia un percorso multidisciplinare di composizione dei conflitti, con l’intervento ed il confronto di tutte le figure professionali idonee (avvocati, counselors, psicologi etc).
Il progetto sui centri di composizione familiare sono il naturale portato di questa nuova disciplina, e la Regione Sicilia, grazie alla nostra opera di sensibilizzazione e progettazione normativa, si appresta a depositare il primo disegno di legge regionale in materia. Quanto fatto in Sicilia potrà servire a tutti coloro i quali vorranno proporre l’iniziativa nelle altre regioni.
ADIANTUM – Il Segretario Nazionale
Alessio Cardinale
2 risposte su “il programma di Adiantum per la famiglia nel 2010”
Cerco aiuto x mio figlio riccardo che gli assistenti sociali nn vogliono più farmelo vedere e in affidamento dei nonni materni io e sua mamma siamo costretti a pagare mantenim coento .. ma lo vediamo poco e noi lo rivolgliamo con noi … ma loro ce lo fanno vedere solo al sabato .. e dicembre scade affidamento consensuale.. vogliono andare via tribunale minori.. i unica colpa che abbiamo e che siamo disocupati.. col redito citadinanza di 500 euro diamo 200 euro.. ma anche nn serve… cosa possiamo fare x riportarlo a casa
A livello giudiziario, con un avvocato, cosa avete fatto?