Sposato in regime di separazione dei beni, mi sto separando consensualmente. Temo che si finirà in giudiziale, stante l’ostilità di mia moglie (che, peraltro, ha chiesto per prima la separazione). A parte la questione sui tempi di collocazione dei figli minori (che io auspico, avendone la possibilità di gestirli, al 50% del tempo presso l’uno e l’altro genitore) e sull’assegnazione a lei della casa coniugale (che è di lei in comproprietà con altri suoi parenti), uno dei punti del contendere è la sua resistenza a far sì che io mi porti via parte di suppellettili e arredi. Si tratta di mie collezioni ed acquisti personali (non sempre dimostrabili come tali con pezze giustificative) di mobili, suppellettili, quadri e oggetti antichi, la cui assenza dalla casa coniugale, ad oggi sovraccarica di arredi, di certo non ne snatura la quotidiana abitabilità. E’ peraltro notorio che sono io l’appassionato collezionista, e non lei. Secondo Voi le mie pretese sono legittime o dovrò lasciare tutto a lei, portando via solo i miei “quattro stracci”?
È un tema di cui parlo più approfonditamente nel mio libro, con riguardo alla scelta del regime patrimoniale della famiglia e alle differenze tra comunione e separazione dei beni. Per una analisi appunto più dettagliata, rimando al mio testo, ad oggi peraltro non ancora disponibile (è tuttavia possibile chiedere di essere avvertiti quando sarà sul mercato), mentre in questa sede mi limito a ricordare che in questi casi si applica l’art. 219 cod. civ..
Secondo questa disposizione, «il coniuge può provare con ogni mezzo nei confronti dell’altro la proprietà esclusiva di un bene. I beni di cui nessuno dei coniugi può dimostrare la proprietà esclusiva sono di proprietà indivisa per pari quota di entrambi i coniugi». Quindi, premesso che questi beni non sono di utilità per i minori e che quindi possono anche essere asportati dalla casa familiare, il discorso adesso diventa, se tua moglie dovesse sostenere che sono anche di sua proprietà, quello di dimostrare che invece sono esclusivamente tuoi. La legge, come hai visto, ti consente di dare questa dimostrazione «con ogni mezzo».
Tieni presente che, con ogni probabilità, non potrai coltivare queste questioni all’interno del giudizio di separazione, salvo che non si tratti di una soluzione consensuale, perchè oggetto della causa di separazione possono essere solo gli aspetti personali e strettamente legati alla separazione stessa. In sede di separazione, potrai ottenere solo l’accertamento che questi beni non servono ai minori e possono essere asportati dalla casa familiare anche quando questa dovesse essere assegnata a tua moglie. Con una causa a parte invece, di tipo ordinario, dovrai vedere la eventuale questione sulla proprietà dei beni stessi.
4 risposte su “i diritti sugli effetti personali e sulle proprie collezioni in caso di separazione”
Purtroppo sto verificando sulla mia pelle ke la legge nn funziona .sono dovuta andar io mamma fuori casa senza figli e senza niente e dopo un mese mio ex marito nn da ancora la possibilita di andar a prendere i miei effetti personali che x me si intendono anke oltre al mio vestiario anke i miei regali e corredi donati dai miei amici e parenti ke essendo disoccupata sono di vitale importanza ora. X me ce anke un fatto affettivo a questi oggetti x la casa e la cucina essendo essendo appassionata di cucina e della casa cera un uso solo da parte mia dei miei effetti .perke mio ex e figli non hanno mai voluto collaborare nel da farsi in casa. La sentenza mi ha assegnato solo 250. € al mese fuori casa senza figli entro domani 15-9-2014 solo con i miei effetti personali cosa si intendono ? Io ai miei regali e corredi ne sono affezzionata oltre a essere di vitale importanza ora. Mentre lui é grosso imprenditore di una ditta avviata e agiata. Sono andata via perke nn sopportavo piu le sue continue offese e aggressioni anche in publico. Ho dovuto fargli una denuncia x aggrassioni ma la legge ancora nei miei confronti nn mi aiuta sono disperata. Sto riuscendo ad andar avanti solo per laiuto di amici e parenti. Sono disperata.
Non ho capito granché, comunque per recuperare beni di tua proprietà l’unica è fare la solita diffida e, se non è risolutiva, valutare poi le conseguenti azioni civili e penali. Fai riferimento magari al legale che ti ha seguito per la separazione…
Bene. Ringrazio per la precisa risposta, anche se un po' mi spaventa la lungaggine della giustizia civile…. In ogni caso, quella dei beni è questione assolutamente secondaria, di fronte agli affetti e alla condivisione quotidiana di vita con i bambini. A questo proposito (mi scuso, so che sto approfittando…..) è verosimile che un giudice possa collocare i figli con tempi uguali di permanenza presso ciascuno dei genitori (15 giorni con me e 15 con mia moglie, secondo un calendario articolato del tipo 2 gg. con uno, 2 gg. con l'altro, ven/sab/dom alternati quindicinalmente? Oppure avrà la meglio la cultura dell'Italia mammona, e nel collocare prevalentemente i bambini con la madre il giudice si "laverebbe" comunque la coscienza, allineandosi al sentire comune? (aggiungo che 'sti bambini, che ora hanno 7 e 8 anni, io praticamente li ho seguiti come una madre, fuorchè nell'allattarli al seno……..e si tenga presente che io ho un orario di lavoro assolutamente gestibile ed adattabile alle loro esigenze). Spero che la questione sia di qualche interesse generale. Grazie e buon lavoro.
È una questione di cui tratto diffusamente nel mio libro di prossima uscita /libri/guida-alla-separazione-e-al-divorzio/ comunque molto dipenderà dal giudice che seguirà il vostro caso, in bocca al lupo.