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i soldi dati per l’acquisto della casa sono recuperabili dopo la fine della convivenza?

Ho convissuto per 6 anni. L’appartamento che abbiamo acquistato assieme è stato pagato con 120.000 euro di mutuo + 40.000 euro che ho messo io. Ho deciso di troncare il rapporto e me ne sono andato lasciando dentro lei che non mi vuole dare nemmeno 5 lire. L’appartamento è intestato a lei. Ho qualche possibilità giuridica per riavere almeno una parte di quello che ho speso?

E il mutuo è a nome di entrambi o solo di lei, visto che è stata messa come intestatario dell’appartamento? Visto che non dici nulla, presumo che sia intestato solo a lei. E quando avete acquistato l’appartamento, perchè lo avete intestato solo a lei, visto che avevi contribuito anche tu? C’erano forse ragioni fiscali, per cui lei poteva averlo come prima casa e tu no? Ad ogni modo, avreste potuto fare una scrittura privata in cui si dava atto del tuo contributo o della reale «intestazione» dell’appartamento.

Comunque, a parte queste notazioni iniziali, il problema non è da poco. Generalmente, tutti i pagamenti che avvengono tra conviventi durante la convivenza vengono considerati adempimenti di altrettante obbligazioni naturali, che sono quegli obblighi che nessuno è tenuto ad adempiere, ma che, se lo fa, non può più chiedere indietro (2034 cod. civ.). La ragione di questa impostazione è chiara: se si ragionasse diversamente, al termine di ogni convivenza si aprirebbe il vaso di pandora in termini giudiziari con dozzine di cause reciproche tra gli ex partner. Per questa ragione, si applica il tradizionale principio esprimibile con chi ha avuto ha avuto chi ha dato ha dato…

Ci sono però delle eccezioni, perchè non in ogni caso l’applicazione di questa regola sembra corretta. Queste eccezioni riguardano proprio l’acquisto degli immobili che rimangono intestati solo ad uno degli ex partner, che viene quindi a conseguire un bene la cui utilità si protrae anche dopo la cessazione della convivenza. In materia, c’è un ottimo articolo pubblicato sulla rivista Persona e danno a questo indirizzo che, pur non riguardando direttamente casi simili al tuo, può contenere osservazioni e spunti interessanti.

La cosa più consigliata sarebbe comunque provare a chiedere indietro questa somma, tramite raccomandata a/r inviata da un legale, per poi, valutata la risposta, provare a negoziare la situazione e, solo una volta verificato che non è possibile definire la cosa bonariamente, valutare l’azione giudiziale per la restituzione dell’indebito o l’arricchimento senza causa.

Per maggiori approfondimenti sulla natura della convivenza, rimando come al solito al mio libro in uscita il prossimo mese per Vallardi sulle problematiche giuridiche familiari.


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Di Tiziano Solignani

L'uomo che sussurrava ai cavilli... Cassazionista, iscritto all'ordine di Modena dal 1997. Mediatore familiare. Counselor. Autore, tra l'altro, di «Guida alla separazione e al divorzio», «Come dirsi addio», «9 storie mai raccontate», «Io non avrò mai paura di te». Se volete migliorare le vostre vite, seguitelo su facebook, twitter e nei suoi gruppi. Se volete acquistare un'ora (o più) della sua attenzione sui vostri problemi, potete farlo da qui.

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