Complimenti per la chiarezza del suo ultimo libro. In merito al passaggio: “La separazione e’ diventata così una sorta di diritto, senza controlli sul suo esercizio, salvo forse il tentativo di conciliazione che spetta al giudice” La mia domanda e’: Se il coniuge, che non vuole la separazione giudiziale, e non e’ colpevole di fatti tali da rendere intollerabile la prosecuzione della convivenza, viene chiamato in causa dall’altro, che strumenti ha a sua disposizione per evitare la separazione giudiziale?
Grazie. Questa è la prima domanda che arriva al blog in relazione al libro e rispondo dunque particolarmente volentieri. Con l’occasione, abbiamo anche deciso che ogni articolo del blog che sarà relativo al libro sarà «taggato» in modo particolare (con il tag «fenice», che è il nome in codice del progetto), in maniera che poi tutti gli articoli potranno essere raccolti e visibili sia nel blog sia nell’apposito sito del libro, a beneficio di tutti i suoi acquirenti e utilizzatori.
Veniamo al merito della questione. La risposta è no, purtroppo. Il coniuge che subisce l’iniziativa giudiziaria dell’altro non può, sostanzialmente, impedire che prima o poi venga pronunciata la separazione, anche se la colpa della rottura dell’unità affettiva nella coppia non è sua. Chi viene chiamato in causa in una separazione giudiziale, il cosìddetto resistente, può anche rimanere contumace, cioè non costituirsi in giudizio, ma comunque il procedimento andrà avanti e terminerà con una sentenza; analogamente, se si costituisce in giudizio potrà ritardare la procedura, fare anche al limite dell’ostruzionismo, ma prima o poi la separazione verrà pronunciata con sentenza.
Del resto, è giusto così. L’unità affettiva della coppia non si riconquista certo, ammesso che sia recuperabile, in sede giudiziaria, ma semmai sul terreno concreto in cui quotidianamente si svolge la vita in comune. Se questo recupero non può avvenire, il mondo del diritto non può non ufficializzare il fatto che la coppia non esiste più e regolarmentarne la crisi, nell’interesse di tutti i membri di essa.