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per gli alimenti viene prima il genero o i fratelli?

Mia moglie è figlia unica, mantengo suo padre, che convive con noi da 16 anni (dispone di una pensione minima) ed è gravemente malato di Parkinson da 11 anni.Da 2 anni convive con noi anche mia suocera con altrettanti e gravi problemi fisici (i 2 erano divorziati da 40 anni).Ho anche 2 figli minorenni. La casa è diventata un ospedale. La mia ditta è andata male e con mia moglie facciamo veramente fatica a portare avanti il tutto. Mio suocero ha un fratello benestante e in questo periodo difficile gli abbiamo chiesto un aiuto economico. Lui si rifiuta. La sorella di mia suocera uguale. Sono obbligati? Cosa possiamo fare?

Questo caso è relativo all’istituto degli alimenti, disciplinato dagli artt. 433 ss. cod. civ., di cui abbiamo parlato già diverse altre volte. Lo stesso art. 433 fa la «graduatoria» delle persone tenute a prestare gli alimenti a chi si trova in stato di bisogno, a seconda del grado di parentela. La classifica è questa:

«1) il coniuge;

2) i figli legittimi o legittimati o naturali o adottivi, e, in loro mancanza, i discendenti prossimi, anche naturali;

3) i genitori e, in loro mancanza, gli ascendenti prossimi, anche naturali; gli adottanti;

4) i generi e le nuore;

5) il suocero e la suocera;

6) i fratelli e le sorelle germani o unilaterali, con precedenza dei germani sugli unilaterali».

Si ritiene comunemente che questa elencazione sia tassativa e progressiva, nel senso che il primo soggetto in grado di adempiere esclude i successivi. Dunque, il genero viene prima dei fratelli, quindi è tenuto a prestare assistenza, con esclusione dei fratelli. L’art. 438 cod. civ., tuttavia, prevede che gli alimenti debbano essere versati in proporzione «delle condizioni economiche di chi deve somministrarli», ragione per cui se il nostro lettore, ad esempio, non avesse adeguata capacità economica potrebbe essere ritenuto non tenuto a prestare gli alimenti, con conseguente ricaduta dell’obbligo sui fratelli.

In conclusione, sarebbe senz’altro preferibile tentare di negoziare e trovare una soluzione condivisa relativamente al problema in essere, coinvolgendo se del caso le Autorità assistenziali, anche locali, per vedere che tipo di interventi possono prodigare a sostegno della famiglia.

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Di Tiziano Solignani

L'uomo che sussurrava ai cavilli... Cassazionista, iscritto all'ordine di Modena dal 1997. Mediatore familiare. Counselor. Autore, tra l'altro, di «Guida alla separazione e al divorzio», «Come dirsi addio», «9 storie mai raccontate», «Io non avrò mai paura di te». Se volete migliorare le vostre vite, seguitelo su facebook, twitter e nei suoi gruppi. Se volete acquistare un'ora (o più) della sua attenzione sui vostri problemi, potete farlo da qui.

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