Mio marito ha sottoscritto un accordo con l’ex moglie, nel quale si impegna a lasciare il premio di un’assicurazione che scade nel 2015, alla figlia avuta con l’ex medesima. L’accordo è stato firmato in un periodo in cui noi non eravamo insieme e non erano ancora nati i nostri due bambini. Volevo sapere se l’impegno a lasciare i soldi del premio assicurativo alla figlia del precedente matrimonio, può essere rivisto a fronte della nascita di altri due figli con la nuova moglie ovvero io.
Ci sono troppo poche informazioni per dare una risposta. Bisognerebbe, infatti, innanzitutto vedere questo accordo, nel suo contenuto, ma capire anche in quale forma è stato realizzato, cioè se in seno alle condizioni di separazione e/o divorzio, come pure a volte capita, ovvero per semplice scrittura privata. Inoltre, se fosse, come ben potrebbe essere, un accordo da intendersi come forma di mantenimento, occorrerebbe considerare la situazione della famiglia e del caso concreto più in generale per fare una valutazione.
Generalmente, e pur senza avere le informazioni indispensabili per una risposta sicura, sarei più per una risposta negativa, anche perchè i giudici tendono a considerare la procreazione ulteriore come frutto di una scelta responsabile, che non deve andare ad intaccare ciò che si è già tenuti a dare, o per legge o in forza di un atto volontario, ai figli già preesistenti.
15 risposte su “si può annullare l’accordo con cui il padre promette alla madre che lascerà l’indennità di assicurazione sulla vita alla figlia?”
A proposito di polizze, volevo chiedervi una cosa: Come mai il mio ex marito(sono separata ma non divorziata) ha riscosso la polizza vitae prima dell'omologa di separazione e secondo il mio avvocato a me non spetta niente anche se è stata pagata con i soldi in comunione dei beni e addirittura io ho interrotto la mia negli ultimi anni per aumentare il suo premio? Vi sembra giusto?
Grazie se vorrete darmi chiarimenti
Anche nel tuo caso bisognerebbe vedere la polizza e capire le circostanze del caso concreto, specialmente quella cui ti riferisci quando parli di «soldi in comunione dei beni».
–?cordialmente,
tiziano solignani, da ? Mac
splash http://ts.solignani.it
ebook http://goo.gl/pUJx6
in questo caso, non posso metter bocca ma onestamente ho dubbi sul fatto che la compagnia di assicurazione rientri nella faccenda. temo che, seppur personalmente non trovo corretta l'azione, dovresti rivolgerti ad un avvocato 😀
Rispondo secondo la mia opinione. Sul primo quesito, per come la vedo io, la ripartizione avviene già ora equamente, perchè secondo me è una cosa equa ripartire in base alla durata dei matrimoni (e anche qua avviene una enorme ingiustizia perchè per il calcolo i nostri intelligentoni considerano anche gli anni della separazione per cui poniamo una giudiziale dura 6 anni di lacrime e sangue, beh anche quelli verranno calcolati a beneficio della prima moglie, alla faccia del senso di giustizia comune). Non troverebbe ingiusto che l'ultima consorte con cui magari si sono divisi 25 anni di vita prenda la stessa cifra della prima con cui magari gli anni in comune sono stati solo 5 (è un dato statistico che i secondi matrimoni riescono meglio dei primi)?
Difficile che quello che appartiene a tua madre possa passare ad un figlio naturale ( nel 90% dei casi ci rimette solo l'uomo in Italia nei divorzi) di tuo padre mentre certamente dovrai dividere con il nuovo fratello l'eredità paterna.
Mentre, sempre grazie a questa splendida legge successoria, potresti invece trovarti a godere dei beni della seconda moglie di tuo padre se questa passa a miglior vita prima di lui e quindi gli lascia in eredità i suoi beni che poi passeranno, tramite lui, anche a te.
considerando che la moglie ha prospettive di vita più lunghe e tendenzialmente è più giovane dell'uomo, no io credo che difficilmente io erediterei le sue cose. e onestamente, se avesse figli suoi, sarei rispettosa dei loro affetti. (fintanto che mi rispettano, altrimenti divento una iena)
Allora avvocato la faccio più chiara: Lei ne sa di leggi più di me che avvocato non sono, le chiedo dunque, in base alla sua conoscenza della materia e della Costituzione, le sentenze dove i giudici scrivono: questo figlio è nato da una libera scelta per cui il padre non è tenuto a garantirgli le stesse condizioni fissate per il figlio di primo letto hanno dei profili di incostituzionalità tali da poter essere portate davanti alla Corte Costituzionale? So che non c'è mai garanzia dell'esito di una qualsiasi causa, ma per fortuna la nostra Legge Fondamentale è stata scritta in maniera chiarissima che dà spazio a quasi nessuna interpretazione. E questa dice che deve essere rispettata l'uguaglianza dei cittadini. Le chiedo quindi onestamente una sua opinione personale da persona però ben addentro alla materia. L'esempio delle gravidanze truffaldine l'ho preso solo perchè ricordavo la sua risposta che diceva che il minore deve essere tutelato anche a prescindere dall'eventuale idiozia o superficialità dei suoi genitori.
A questo punto sorge anche a me una controdomanda: attualmente, se ho ben capito, un'eventuale liquidazione pensionistica dopo un decesso verrebbe ripartita tra un primo ex-coniuge e il secondo coniuge-vedovo in base alla durata dei singoli matrimoni.
Mi chiedo, sempre nell'ottica del ragionamento della signora Giovy, se sarebbe più giusto dividere equamente tra i due "ex" coniugi?
E sempre seguendo il ragionamento "a pancia", onestamente io, per quanto potrei imparare a voler bene ad un eventuale fratello di seconde nozze di un mio genitore, mi chiedo se sia giusto che questo nuovo arrivo possa intaccare quello che magari fa parte della mia famiglia (magari di origine materna entrata nella divisione post separazione e divorzile) passi nelle mani altrui? Insomma, mettiamo un caso comune: la seconda donna di mio padre -così non faccio torti a nessuno- mette al mondo un figlio che diventa di fatto erede di mio padre insieme a me. Si sa che la donna ha aspettative di vita più lunghe dell'uomo, metto in conto che quindi la mia eredità venga fortemente intaccata da parte della donna e di conseguenza della sua famiglia.
Non parlo in termini economici: fosse anche un libro, un diario, una collana di cartapesta o delle foto della mia famiglia. A me scoccerebbe sinceramente che la famiglia di questa nuova moglie di papà (per quanto simpatica ecc) ereditasse ciò che affettivamente sento più mio. Fosse anche la casa in cui sono cresciuta e che magari mi era stata donata, la moglie potrebbe -giustamente- impugnare la donazione (coi dovuti distinguo, ça va sans dire) e mi ritroverei a dover cedere questo valore affettivo ad una persona arrivata dopo (e di conseguenza ai SUOI eredi).
Io personalmente non mi opporrei alla successione secondo la legge, ma moralmente ed emotivamente sarei piuttosto ferita.
E se, secondo il suo peraltro condivisibile discorso, il figlio di secondo letto risulterebbe di serie B, vorrei farle notare come il figlio di primo letto a sua volta potrebbe sentirsi ferito.
Provocazione: se poi ci fosse un altro figlio da un ennesimo letto? Sicuri sicuri che non si diventerebbe dei difensori del secondo figlio?
Diceva qualcuno famoso (dimentico chi) che i riformatori sono i più forti conservatori il giorno dopo la rivoluzione…
Ci sono più visioni da considerare e per fortuna in molti casi la legge mette giustizia.
Solo per precisare che i giudici non dicono che i figli devono essere trattati in modo diseguale ma che la nascita di nuovi figli non è, di per sè, motivo per cambiare le condizioni di trattamento dei figli già preesistenti. Se, invece, il genitore ha subito un peggioramento di condizioni economiche, può, su tale base, chiedere una variazione, ma non per il fatto di avere più figli, che sono una sua scelta responsabile da prendere considerando gli obblighi già esistenti, quanto per aver ad esempio perso il lavoro, o subito una invalidità che lo rende incapace di guadagnare come in precedenza come lavoratore autonomo. I figli vanno trattati tutti uguali, ma la prima responsabilità di ciò è dei genitori che devono procreare solo se pensano di poter dare la stessa cura, attenzione, mantenimento sia ai già nati che ai nascituri. Poi questi sono solo concetti generali, può darsi che si verifichino casi concreti in cui per una ragione o per l'altra sia più equo praticare deroghe e ragionare diversamente, ogni caso in fondo è diverso dall'altro.
–?cordialmente,
tiziano solignani, da ? Mac
splash http://ts.solignani.it
ebook http://goo.gl/pUJx6
Grazie gentile avvocato.
Io purtroppo devo ammettere che non ho molta fiducia nella cosidetta giustizia italiana, per molte lunghe ragioni, e comunque di solito non lo dico troppo ad alta voce perchè in realtà la fiducia nella giustizia è un pilastro importante di un paese. Io ho la netta impressione che non è affatto vero che i giudici della separazione tarino le loro decisioni su ogni caso particolare.
In quanto a trattare i figli uguali, già trovo assurdo e vagamente incivile che in un paese democratico, senza che io abbia compiuto alcun reato, arrivi un giudice che mi dica come devo vivere la mia vita (quanto come e dove devo vedere mio figlio, di smammare da una casa magari interamente di mia proprietà ecc), quando si parla di questo argomento, il paradossi diventa evidente. In qualsiasi famiglia se arriva un figlio in più si stringe la cinghia tutti quanti e si va avanti lo stesso, se una coppia mette al mondo figli che non riesce a mantenere arrivano i servizi sociali (qua per rispondere anche alla signora sloggata), ma un uomo separato no, non può deve chiedere autorizzazioni a destra e a manca anche (badate bene anche) in caso di mantenimenti francamente mostruosi quali i nostri giudici sono soliti affibbiare che alla fine servono solo alle madri per farci la cresta sopra.
Ripeto avvocato, a me sembra che la sua frase contenga una contraddizione in termini; si può chiedere una modifica del mantenimento solo se sono cambiate la condizioni economiche. A meno che le condizioni economiche non ti siano cambiate perchè è arrivato all'improvviso un figlio dalla tua storia attuale. (Voglio dire è ovvio e pacifico che quando arriva un altro figlio le condizioni economiche cambiano).
Alla signora sloggata infine vorrei ricordare che non si muore solo di morte naturale (in merito a chi muore prima tra donna e uomo) e così come ce li ha lei dei sentimenti così, incredibile ma vero, potrebbero averceli anche i membri della nuova famiglia del padre, non crede?
Giovy, mi trova abbastanza d'accordo con le sue considerazioni. E mi creda in assoluta bontà e buona fede, perché scrivo come figlia di separati, con buon'accettazione della relazione di papà con una donna simpatica con due figlie, io stessa ho una sorella per la quale rinuncerei a tutta l'eventuale eredità purché la casa di famiglia restasse a lei e non andasse alle altre ragazze (ma sarebbe un discorso lungo), ho un compagno non ancora divorziato e con una figlia 18enne alla quale non voglio far mancare nulla di quanto già sia poco possibile darle (crisi economica sociale??), tra l'altro – a dispetto di tanti drammi famigliari – le dico che andiamo d'accordo con la 'ex'moglie del mio compagno e pure con le ex cognate, ex suocera e mamma di ex suocera: persone DELIZIOSE, e per questo non voglio al momento pensare ad un figlio mio. In più, quello che appartiene alla sua famiglia, vorrei che restasse a lei o, in misura equa, ad eventuali fratellini futuri (da madre o padre suoi)
Ma mi rendo conto che è utopico pensare, come anche Lei in qualche modo dice, che ex coniugi la smettano di farsi lotte per mantenimenti che rovinino l'altro.
Gentile avvocato, ricordo che in una risposta su una polemica di un uomo che lamentava la truffa in cui ogni tanto incorre qualcuno di loro che si ritrova padre per imposizione e inganno della madre, lei rispose dicendo: anche se si provasse la truffa perpetrata dalla madre per farsi ingravidare ciò non può andare ad intaccare i diritti del minore che non c'entra niente con l'errore della madre e ha diritto appunto ad essere mantenuto anche dal padre. Nel caso invece di figli di secondo letto, questo mettere il bene dei minori davanti a tutto non esiste più e questi vengono tranquillamente puniti di un (presunto) errore di leggerezza fatto dal padre? E prevedere che un padre sia obbligato da un giudice a trattare peggio dei figli suoi solo perchè sono nati da un altro matrimonio non infrange palesemente i dettami della Costituzione in merito all'uguaglianza dei cittadini (insomma io e lui abbiamo lo stesso padre, ma io vengo discriminato dalla legge perchè nato dopo)?
Vorrei capire come ragionano questi giudici che qualcosa non mi torna in base al ragionamento appena esposto (anche perchè poi bisognerebbe anche andare a vedere quanto la madre dei figli di primo letto contribuisce al loro mantenimento e a quello di se stessa, o no?)
Mah, sono davvero curiosa di conoscere la risposta giuridica ai miei interrogativi quando e se potrà,
cordialmente
Guarda, io sono abituato a ragione in base non tanto a ciò che è giusto o ingiusto, come fanno le persone comuni, ma distinguendo invece tra ciò che è legittimo o illegittimo, secondo una valutazione di equità fatta non da me ma da chi scrive le leggi. Io non so se l'atteggiamento dei giudici sia giusto, mi limito a riferirlo, anche perchè in questo blog la gente non viene per farsi dire le mie opinioni, che non hanno nessuna importanza, ma per avere qualche scampolo dell'esperienza concreta di un professionista che gli possa essere utile. Per il resto non saprei, non so nemmeno quanto sia pertinente il richiamo alle gravidanze involontarie, che, oggigiorno, è abbastanza spesso, quasi sempre, poco pregnante, dal momento che c'è abbondanza di mezzi di contraccezione e nella maggior parte dei casi la procreazione è voluta e programmata. Questo è quanto, non saprei cos'altro aggiungere, naturalmente la tua è una opinione rispettabilissima e magari in futuro potrà anche essere in tutto o in parte recepita da qualche modifica legislativa.
–?cordialmente,
tiziano solignani, da ? Mac
splash http://ts.solignani.it
ebook http://goo.gl/pUJx6
Posso permettermi di buttare altra carne al fuoco? Dipende anche se e come è stata modificata la polizza vita stessa: ci sono casi in cui il contraente mette un vincolo (o, ancor più "serio", un pegno) a favore di una persona, mettendone a conoscenza la compagnia assicuratrice che quindi potrà o non potrà modificare l'eventuale vincolo/pegno o, successivamente, il riscatto/liquidazione della polizza a favore di altre persone.
Mi scuso per l'intromissione, ma seguo con molto interesse -come sicuramente avrete già notato- il vostro blog. E, nel caso specifico, lavoro per una compagnia di assicurazioni.
*vincolo a favore di una persona o ente / società / ecc. (vedi, come esempio banale, le polizze caso morte come garanzia sul mutuo: vengono vincolate in genere alla banca o finanziaria per la parte del mutuo e per l'eventuale rimanenza, agli eredi legittimi e/o testamentari)*
Anzi, hai perfettamente ragione, per questo dico che bisogna conoscere l'accordo prima di tutto e poi, aggiungo, probabilmente anche vedere la polizza cui è riferito.
–?cordialmente,
tiziano solignani, da ? Mac
splash http://ts.solignani.it
ebook http://goo.gl/pUJx6