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se pago un affitto al coniuge dal quale mi sto separando posso conservare la casa coniugale?

C’è qualche speranza di mantenere il possesso della mia casa se contribuisco al suo affitto? Questi i dati: sposato, lavoro tempo indeterminato orario fisso compatibile con orari scuole bimbi, due figli piccoli,separazione dei beni,casa di mia proprietà acquistata da me prima del matrimonio, mio reddito totale pari a 12 mesi x 1640,00 (incluso anche 13ma, irpef, ecc..).Pago mutuo di 620,00/mese, cessione del quinto per 200,00/mese, considerando poi altre voci ineludibili ordinarie (vitto, abbigliamento, manutenzione casa, spese mediche, ferie…) rimangono c.a. 500,00/mese. Lei senza ragioni motivate vuole separazione consensuale e chiede tramite suo legale 1000,00/mese per i figli e niente per lei e affitto, accettando di lasciare la casa. Propongo di tenere casa e figli con max libertà per lei sui figli ma niente. Propongo 400,00/mese per affitto e figli perchè oltre non ce la faccio, inizialmente a voce accetta ma poi ci ripensa per il trauma del distacco dalla casa dei bimbi (con 1000,00 non c’era…). Propongo allora, oltre ai 400,00 di coabitare in nuova casa in affitto per gradualizzare distacco ma nessuna risposta ad oggi. Lei extracomunitaria, medico specializzando, 1765,00 nette al mese. Ho elementi che testimoniano, in passato, la sua infedeltà con diverse persone e il suo basso costume morale.

Il fatto di poter rimanere nella casa familiare pagando un affitto, cioè un canone di locazione, all’altro coniuge che se ne va non è previsto da nessuna disposizione di legge. Per questo motivo, si può senz’altro praticare ma a condizione che ci si trovi in una soluzione consensuale e sempre che il Presidente del Tribunale non trovi niente da obiettare al riguardo. In teoria, infatti, la casa familiare viene assegnata al coniuge collocatario dei figli per consentire ai figli di mantenere lo stesso ambiente di vita che hanno sempre avuto, diminuendo loro il trauma che già vivono per effetto della crisi della famiglia. Per cui, il Presidente potrebbe anche aver da ridire al riguardo, anche se lo ritengo abbastanza improbabile, soprattutto se la soluzione, nel suo complesso, è formulata e presentata come un progetto adeguato per la gestione dei figli.

In sede di separazione giudiziale, invece, credo che possa essere molto difficile poter ottenere la casa anche corrispondendo un canone di locazione per abitazione corrispondente, ma naturalmente dipende da caso a caso, ad esempio potrebbero esserci più speranze nei casi in cui si trattasse di abitazione cui è collegata una attività intestata al padre e così via. Se proprio uno vuole provare ad ottenere un provvedimento in questo senso anche in sede giudiziale, deve elaborare un progetto di gestione della crisi familiare molto convincente in generale e al riguardo.

Per il resto, ti consiglio di confrontarti approfonditamente con il tuo legale, l’aspetto della casa familiare va pur sempre visto nel contesto globale complessivo di tutte le condizioni della separazione, al riguardo delle quali si potrebbero fare tantissime osservazioni per le quali tuttavia non c’è spazio in questa sede, per una panoramica generale ti rimanderei, se credi, al mio libro.

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Di Tiziano Solignani

L'uomo che sussurrava ai cavilli... Cassazionista, iscritto all'ordine di Modena dal 1997. Mediatore familiare. Counselor. Autore, tra l'altro, di «Guida alla separazione e al divorzio», «Come dirsi addio», «9 storie mai raccontate», «Io non avrò mai paura di te». Se volete migliorare le vostre vite, seguitelo su facebook, twitter e nei suoi gruppi. Se volete acquistare un'ora (o più) della sua attenzione sui vostri problemi, potete farlo da qui.

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