http://twitter.com/#!/LiaCeli/status/70383546434461696
Sento molta soddisfazione, in giro, per gli esiti delle elezioni amministrative, soprattutto per Milano. Indipendentemente dalle convinzioni e tendenze politiche di ognuno, un cambiamento in un Paese in cui, come aveva avuto occasione di ammettere un grande conservatore, «non c’è nulla da conservare», può sempre essere un valore positivo: anche se, come pur molto saggiamente è stato detto, «non sempre ciò che viene dopo è progresso», la speranza che la situazione molto carente in cui ci troviamo cambi è sempre forte.
Per quanto mi riguarda, tuttavia, il commento più vero e intelligente sui risultati è quello, sopra riportato, di Lia Celi, una autrice satirica, redattrice del mitico «Cuore», che con l’umorismo mette in evidenza un problema che credo sentano molti elettori cioè che una persona veramente di sinistra non si senta davvero molto rappresentata da uno come Fassino e una persona veramente di destra comunque si vergogni di gesti gravemente scorretti e contrari alla dignità e all’onore personale come quello compiuto dalla Moratti con Pisapia.
Siamo sempre, insomma, a scegliere il meno peggio e abbiamo poi anche il coraggio di esultare, non tanto perchè ha vinto quello che ci dovrebbe rappresentare, che già sappiamo non ci rappresenterà quasi per niente, quanto perchè ha perso quell’altro. Del resto noi siamo gli unici tra i popoli europei che, quando giocano le nostre squadre nelle coppe, teniamo sempre contro una certa compagine e a favore della squadra non italiana, quando non possiamo tifare la nostra.
Ci saranno motivi storici per questo, forse l’inania cui ci hanno condannato secoli di dominazione straniera ci ha abituato ad accontentarci di soddisfazioni di bassa cucina, forse è giusto comunque vedere sempre il bicchiere mezzo pieno. Personalmente, non riesco ad unirmi al giubilo generale per il «cambiamento», vedo solo una briciolina di speranza in più, ma c’è ancora davvero molto da fare.
2 risposte su “il significato di queste elezioni per quelli come me”
Sono d'accordo, io non mi sento di esultare; anzi, ho l'impressione che il messaggio degli elettori sia molto chiaro nel senso di smarrimento, della serie " chi posso scegliere in assenza totale di personalità veramente rappresentative?" Se, come credo, questa tesi è vera, si chiarirà in occasione del referendum 12/13 giugno quando noi italiani avremo l'occasione di dare un segnale, non solo sulle questioni sottoposte al nostro vaglio, ma nei confronti di questo sistema governativo che tende ad escludere anche l'ultimo istituto costituzionale di democrazia diretta e non rappresentativa. Si vedrà, non voglio sopravalutare questo esito referendario, però è innegabile che comunque vada, un messaggio passerà….spero tanto che non sia, ancora una volta, di rinuncia e codardia.
Non voglio dire con Virgilio :"timeo Danaos et dona ferentes" ( temo i Danai anche quando portano doni)!
saluti
annalisa grillo
Molto vero, sono molto curioso di vedere come andrà questo referendum, sarebbe bello che andasse come quello famoso di Segni sulle preferenze, un plebiscito contro la partitocrazia, anche se poi la partitocrazia stessa è riuscito ad annullarlo. Vedremo.
–?cordialmente,
tiziano solignani, da ? Mac
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