La Corte d’Appello di Catania ha confermato la condanna al risarcimento del danno, diminuendone l’ammontare determinato in primo grado, per i ministeri che, oltre 10 anni fa, avevano sospeso la patente ad un ragazzo, dichiaratosi gay alla visita di leva e che, per questo motivo, era stato riformato.
Tale episodio, così come quello simile di un ragazzo pugliese a cui è stato negato il rinnovo della patente a causa della propria omosessualità dichiarata sempre alla visita di leva, stimola qualche riflessione.
Le ragioni di tali comportamenti dell’amministrazione, volendole cercare, si possono ravvisare nella volontà di disincentivare le fraudolente dichiarazioni di omosessualità finalizzate, unicamente, ad ottenere l’esonero dal servizio di leva.
Seppure in tale ottica il comportamento dell’amministrazione appaia dotato di un qualche scopo, non è comunque condivisibile, stante il carattere estremamente discriminatorio delle azioni intraprese.
Infatti, la sospensione della patente di guida in conseguenza della dichiarazione di omosessualità è in palese violazione dell’art. 3 Cost. (“tutti i cittadini hanno parti dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di condizioni personali e sociali”), come affermato anche dal TAR, pronunciatosi in merito, “l’omosessualità non può essere considerata un fatto che fa sorgere dubbi sull’idoneità psico-fisica del titolare della patente di guida”. Non solo, ma soprattutto “è evidente che le preferenze sessuali non influiscono in alcun modo sulla capacità del soggetto di condurre con sicurezza veicoli a motore“.
Nello stesso senso si è pronunciato anche il giudice di primo grado “I comportamenti tenuti dalle due amministrazioni appaiono in evidente discriminazione sessuale del G. ed in evidente dispregio dei principi costituzionali. I comportamenti dei due ministeri hanno cagionato grave danno e sofferenza per l’umiliante discriminazione subita”. In conseguenza “il comportamento delle due amministrazioni ha gravemente offeso ed oltraggiato la personalità del G. in uno dei suoi aspetti più sensibili e ha indotto in lui un grave sentimento di sfiducia nei confronti dello stato”.
A riprova della delicatezza ed importanza dell’argomento va ricordato che negli scorsi giorni gli europarlamentari hanno discusso dell’argomento in un interrogazione parlamentare (con la collaborazione della dott.ssa Eleonora Cuocci).
articolo originariamente pubblicato su | Cadoinpiedi
2 risposte su “sarà vero che gli omosessuali non possono guidare la macchina?”
Mi si scusi ma non capisco: le donne possono arruolarsi e gli omosessuali no, perché?
E' come la storia di Vladimir Luxuria e i bagni in Parlamento… A questo punto, visto che ci sono quelli per i disabili, se tanto disturba veder entrare un/a trans, lasciamogli/le un bagno dedicato.
E senza tanto falso sentimento di ghettizzazione: almeno anche loro saranno lasciati tranquilli da lingue velenose…
E la legge contro l'omofobia è come la storia delle quote rosa: ipocrita. Ma d'altronde il buonsenso e il rispetto non esistono.
Già