Sposata da quasi undici anni,vivo da circa 7 anni con i nostri due figli a casa di mia madre, pagando un piccolo contributo spese (sono precaria,attualmente disoccupata e sto cercando di terminare gli studi universitari). Mio marito vive all’estero (UK) da circa 7 anni, dove lavora come impiegato.Non lo abbiamo mai raggiunto perché mai sono esistite le condizioni minime per farlo. Due anni fa ho scoperto tutta una serie di tradimenti, ma soprattutto l’esistenza di un figlio, che oggi ha quasi 4 anni e che vive attualmente con la mamma in Repubblica Ceca, Paese dove è nato e dove, tranne un tentativo di convivenza fallito con mio marito in UK e un altro tentativo di avvicinamento fallito sempre in UK, è sempre stato. Per volere della mamma (credo per una questione di agevolazioni economiche alle madri single nel suo Paese) il bambino non è stato inizialmente riconosciuto da mio marito.Tale riconoscimento è avvenuto nel novembre 2010. Mio marito circa un mese fa è stato inoltre licenziato. Lui sostiene di essere d’accordo con la mamma del bambino di inviarle dei soldi “quando potrà” e di andare a far visita “quando potrà”. Considerando che rimane nostra rinnovata e ferma intenzione riunire la famiglia, a differenza di mio marito, io sento la necessità di qualcosa di più definito, concreto e giusto dell’accordo orale e del “quando potrà” di cui sopra. Anche in considerazione del fatto che la mamma del bambino non si è dimostrata finora particolarmente stabile emotivamente e nella gestione dei rapporti. (del resto la situazione è destabilizzante, almeno così è per me). Chiedo quindi quali potrebbero essere le corrette modalità di accordo, documenti, o altro tenendo conto dei tre Paesi attualmente coinvolti (Rep. Ceca,UK,Italia) e soprattutto dei tre minori coinvolti (i nostri due figli e il fratello “segreto”). Un ordine da un punto di vista legale sarebbe per me importante per affrontare più serenamente l’aspetto psicologico di questa intricata ed emotivamente impegnativa vicenda.
Nell’esposizione del caso da parte tua mancano alcuni dati fondamentali, come ad esempio la cittadinanza di tuo marito, che non si capisce se Italiano o Inglese, il luogo di nascita dei tuoi figli e così via. Quindi ti posso lasciare solo qualche spunto generale su cui riflettere, restando inteso che per risposte più precise dovrai valutare di incaricare un legale per una apposita consulenza in cui dopo aver esaminato il caso in tutte le sue particolarità si potranno tracciare alcune linee fondamentali di inquadramento dello stesso.
La prima osservazione che mi sento di fare è che sembri preoccuparti più del figlio naturale di tuo marito che della tua famiglia stessa che, attualmente, si presenta ancora disgregata e non riunita come vorreste; anzi, non è nemmeno chiaro a questo punto se il vero desiderio di tuo marito è di unirla questa famiglia o di formalizzare una separazione, visto le condotte che ha tenuto in passato e visto che, a quanto è dato di capire, nel Regno Unito è disoccupato ma comunque non torna in Italia. Direi che le prime cose da chiarire siano queste, cioè capire che indirizzo deve prendere la famiglia originaria, se deve finalmente raccogliersi in un’unica residenza o se piuttosto non c’è da prendere atto della sua crisi e formalizzare la separazione.
Una volta fatto questo, ci si potrà prendere cura, anche in base all’assetto nel frattempo raggiunto, del figlio naturale di tuo marito in Repubblica Ceca e vedere se e come sistemarlo o darvi assistenza.
In ogni caso, non è assolutamente facile individuare quale sia la legge applicabile sia ai tuoi figli che al figlio di tuo marito, in base infatti alle loro diverse nazionalità si potrebbe applicare il diritto di vari Stati diversi tra cui l’Italia, il Regno Unito e la Repubblica Ceca. Sicuramente, il consiglio migliore potrebbe essere quello di iniziare un percorso di mediazione familiare al fine di trovare un assetto e una soluzione di tipo consensuale a tutta la situazione, ma anche qui possono esserci problemi logistici ad esempio non è chiaro se la madre del figlio naturale di tuo marito comprenda la lingua italiana o meno e quindi non si sa bene che sede potrebbero avere gli incontri di mediazione.
In conclusione, comunque, meglio che prima chiarisci cosa desideri per la tua famiglia, dopodichè una volta definiti alcuni obiettivi potrai vedere come perseguirli, tentato prima la strada della mediazione e poi, se non si riesce a praticare nulla di soddisfacente, anche quella giudiziaria.