Separato con due figli circa dieci anni fa, convivo da circa otto anni con una compagna in un appartamento di mia proprietà. Nel 2005 è nato un figlio. Lo scorso anno ho ottenuto il divorzio dalla precedente moglie. Un anno fa si è liberato un altro appartamento di mia proprietà che ora sto cercando di vendere (tuttora è libero). La mia compagna ora chiede la separazione consensuale chiedendo di continuare a rimanere ad abitare con il figlio nella casa di mia proprietà per un periodo “non ben precisato”, per rispettare le esigenze del figlio e in considerazione che io avrei un appartamento disponibile per me … è possibile questo anche contro la mia volontà? Io non avrei “ufficialmente” nessuna buona ragione per separarmi … in alternativa, sarei disponibile a tenere io il figlio … e lei potrebbe andarsene … oppure potrebbe lei cercare per lei ed il figlio un appartamento in affitto nelle vicinanze … cosa fare?
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Ricapitolando per comodità le regole sul punto, va detto che la tua compagna può chiedere al competente Tribunale dei minorenni l’affido o la collocazione di vostro figlio, ancora abbastanza piccolo, e, conseguentemente, anche l’assegnazione della casa familiare, con un provvedimento che prescinde dal titolo di proprietà della stessa: può cioè ottenere l’assegnazione della casa anche se è di tua proprietà. In questi casi, si cerca di tutelare il minore consentendogli di conservare l’ambiente di vita di cui ha sempre disposto. La regola sarebbe anche se tu non disponessi di un’altra abitazione «alternativa», cosa che, anzi, a maggior ragione può far propendere per l’assegnazione alla madre.
Ti consiglierei di incaricare al più presto sia un mediatore familiare sia un legale di tua fiducia per gestire la tua crisi familiare in modo oculato, visto che dalla stessa possono derivare conseguenze, per te, destinate a protrarsi potenzialmente anche per decenni.