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come eseguire lo sfratto dell’ex coniuge dalla casa familiare?

Nella causa di divorzio di mia madre (che dura dal 2000…) dopo tanti anni è stata fatta, ad aprile 2011, la sentenza sulla divisione dei beni. La casa coniugale è andata a mia madre, però attualmente ci vive mio padre che non ha intenzione di andarsene. Per far eseguire la sentenza bisogna aspettare che questa venga depositata. Sono passati quasi 6 mesi e ancora la sentenza non è stata depositata. L’avvocato di mia madre ha detto che purtroppo si può arrivare anche a 5 anni… Ma è possibile? Potete dirmi se esistono e quali sono i limiti massimi sul tempo del deposito di una sentenza? Quali sarebbero i migliori modi per procedere nell’esecuzione della sentenza e far in modo che mio padre abbandoni la casa coniugale in modo tale che possa andare a viverci mia madre?

Il tuo caso non è, purtroppo, assolutamente chiaro, per vari motivi. Innanzitutto, le cause di divorzio non possono avere ad oggetto la divisione di immobili tra i coniugi, ma solo, semmai, l’assegnazione della casa familiari ad uno dei due partners, per lo più per l’esigenza di tutela dei figli. Può essere che si tratti di una vera e propria causa divisionale, collegata, di fatto, al divorzio, ma svolta a parte, come avviene in questi casi, oppure che si tratti del provvedimento di assegnazione.

Il secondo aspetto non chiaro è questo:  se conosci già i contenuti della sentenza, come fa a non essere ancora stata depositata? Forse avete ricevuto il dispositivo, ma non è stata ancora pubblicata la motivazione?

Ad ogni modo, pur in questa situazione non chiara, quello che posso dirti è questo:

  • non ci sono modi particolari per eseguire un titolo esecutivo che impone il rilascio di un immobile quando questo è stato emesso in una causa di famiglia o divisionale ed ha per oggetto la ex casa familiare: si segue il procedimento ordinario di esecuzione per consegna o rilascio che si adotta anche tra persone che non sono mai state legate tra loro da vincoli di nessun genere, come nel classico caso proprietario – inquilino
  • per il deposito delle motivazioni di una sentenza ci sono termini di legge, ma sono sostanzialmente privi di sanzioni. Una buona idea potrebbe essere quella di presentare un ricorso per equa riparazione, di cui ci sarebbero comunque tutti i presupposti visto che la causa è durata più di quattro anni, e che ti consentirebbe anche di recuperare un po’ di risarcimento; in questi casi, infatti, i magistrati sono più solerti nel depositare le motivazioni, visto che c’è il rischio di una responsabilità.
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Di Tiziano Solignani

L'uomo che sussurrava ai cavilli... Cassazionista, iscritto all'ordine di Modena dal 1997. Mediatore familiare. Counselor. Autore, tra l'altro, di «Guida alla separazione e al divorzio», «Come dirsi addio», «9 storie mai raccontate», «Io non avrò mai paura di te». Se volete migliorare le vostre vite, seguitelo su facebook, twitter e nei suoi gruppi. Se volete acquistare un'ora (o più) della sua attenzione sui vostri problemi, potete farlo da qui.

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