Ho un atelier di abiti da sposa ho venduto un abito ad una ragazza che oltre al matrimonio avrebbe dovuto fare una festa per le persone che non potevano essere presenti alla cerimonia,l’abito che ha preso da me, era per la festa, il giorno della prima prova mi chiama e mi dice che la festa non la fà più e che l’abito non le serve; io le dico che l’abito avrebbe dovuto ritirarlo comunque,o quanto meno avrebbe perso l’acconto versato,e le consiglio di utilizzare a questo punto l’abito per il taglio della torta, ma mi dice che non le interessa..dopo un paio d’ore viene in atelier prova l’abito e inventa mille scuse, che l’abito fà difetto, che non è come se lo aspettava,che alcune rifiniture lasciano a desiderare (l’abito era alla prima prova e non era finito!) e se ne và scocciata, io le scrivo ripetutamente per sapere cosa vuole fare, a distanza di un mese mi risponde che non vuole l’abito, che ho tentato di truffarla, e che rivuole indietro l’acconto.. (trattasi di 800 euro).
Innanzitutto ritengo che la questione della “festa” sollevata dalla ragazza acquirente sia del tutto irrilevante. La sua “esistenza”, infatti, non è stata contrattualizzata tra le parti sotto forma di condizione necessaria per il perfezionamento del contratto.
In parole povere il contratto di compravendita si è già perfezionato al momento della scelta del vestito da parte della ragazza, quindi la stessa è tenuta al versamento dell’intero prezzo finale e al ritiro del vestito. In caso contrario sarà inadempiente con tutte le conseguenze del caso, tra le quali anche la perdita della caparra disciplinata dall’art. 1385 cc..
Per quanto riguarda le finiture mi sembra che la ragazza sia comunque in difetto, o meglio giuridicamente parlando di nuovo inadempiente, in quanto, senza giustificato motivo, non ha prestato la sua collaborazione per il completamente dell’abito.