Separato consensualmente con omologazione da tre anni, possediamo in comunione un bene immobiliare, oggi oggetto di separazione promossa da entrambi. Sul bene in oggetto gravano delle spese relative a due procedimenti civili, avvenuti prima della separazione, oggi passati in giudicato con pagamento in solido per entrambi (avvocati ed altro), con notifica dopo la separazione. Pagati dal sottoscritto per evitare, ingiunzioni e precetti dalla controparte. Oggi mia moglie pone rifiuto alla regolarizzazione del pagamento della sua quota (50%), adducendo di essere in obbligo a farlo ,solo dopo la divisione del bene e la relativa vendita della sua quota. Allo stesso modo rifiuta il pagamento dell’onere sostenuto dal sottoscritto per la perizia estimativa del bene concordato insieme, ma non soddisfaciente alle sue aspettative. Domanda: ho sbagliato ad anticipare e regolarizare il tutto per evitare aggravi economici alla famiglia o la legge è regolamentata a favore di mia moglie? Come comportarmi se dovessi essere citato in giudizio??
In realtà, anche se non ne sono certa in quanto dovrei visionare la documentazione, ritengo che tu e tua moglie siate stati condannati in solido ai vari pagamenti.
Se così fosse, la parte creditrice ha il diritto di rifarsi unicamente su quella che ritiene più solvibile e spetterà poi ad un debitore rifarsi sull’altro.
Nel tuo caso sei stato tu a pagare, al fine di evitare, giustamente, una procedura immobiliare. A mio avviso hai fatto bene, anche perchè, come detto, i creditori avrebbero potuto decidere di rifarsi unicamente su di te.
Ora, però, spetta a te rifarti nei confronti di tua moglie per la quota di sua spettanza. Bisogna vedere se è sufficiente farlo con decreto ingiuntivo o bisogna farlo con citazione.
Per quanto concerne la tua ultima domanda, ossia una eventuale citazione in giudizio, sarebbe da capire cosa intendi e soprattutto chi dovrebbe citarti: detta così non vuol dire nulla.