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quando si vuol far adottare il proprio compagno dalla mamma

Ho un compagno colombiano, io sono italiana, che per varie ragioni non posso sposare e comunque non prima dei prossimi 4 anni dovendo chiedere la separazione anche se sono separata di fatto dal 1999. Vista l’ impossibilita’ che lui incontra nel poter ottenere un visto turistico, che poi durerebbe solo tre mesi, pensavo ad una adozione da parte di mia madre, 88 anni, vedova… Lei naturalmente e’ favorevole. Da quello che ho letto, la cosa dovrebbe essere tecnicamente possibile… Ora vorrei sapere, per favore, i tempi necessari, i costi, anche se orientativi e se e’ previsto un visto di ingresso per consentire questa adozione qui, in Italia… Se la pratica non risultasse di vostra pertinenza, avreste qualche collega da consigliarmi qui a Roma?

L’adozione in teoria praticabile in un caso come questo sarebbe quella di «persone di maggiore età», prevista dagli artt. 291 e ss. del codice civile.

La funzione originaria di questo istituto era quello di consentire a chi non aveva eredi, per assenza di figli legittimi o legittimati, di munirsi di un successore. In seguito, specialmente dopo la pronuncia con cui la Corte costituzionale (sentenza 557/1988) ha eliminato il requisito dell’assenza di figli, ha assunto anche altre funzioni, tra cui quella «solidaristica» (EBENE COBELLI, Adozione di maggiorenni, in EG, I, Roma, 1991, 1; URSO, L’adozione dei maggiorenni, in Il nuovo diritto di famiglia, diretto da Ferrando, III, Filiazione e adozione, Bologna, 2007, 846), dove una persona anziana si procura una persona disposta ad accudirla in cambio dell’aspettativa della successione, o quella “di dare luogo alla cosiddetta «famiglia ricostituita», permettendo l’adozione del figlio maggiorenne del coniuge dell’adottante, già appartenente al contesto affettivo della famiglia dell’adottante, pur in presenza di figli minori di quest’ultimo, in quanto tali non capaci di esprimere un consenso” (sono parole di Francesco Galgano, in Trattato di diritto civile).

Dubito, invece, che questo tipo di adozione possa essere utilizzata anche a scopo, sostanzialmente, di immigrazione. Secondo un noto giurista, infatti, «il limite di liceità dell’adozione dei maggiori di età deve essere ravvisato nella corretta realizzazione della funzione dell’istituto. Si ha invece un abuso quando si utilizzi impropriamente l’adozione civile per realizzare finalità diverse dalla costituzione di un rapporto di filiazione giuridica, come mezzo per ottenere la cittadinanza italiana o conseguire altri benefici a favore di stranieri, per procurarsi gratuitamente servigi, assistenza o prestazioni di lavoro, oppure per attribuire subdolamente rilevanza giuridica a rapporti che l’ordinamento disciplina in modo differente o che addirittura non prevede perché li giudica illeciti (PROCIDA MIRABELLI DI LAURO)».

In conclusione, a mio giudizio non si tratta di una strada praticabile per il tuo caso ed è sicuramente preferibile esaminare altre soluzioni, anche perchè con l’adozione il tuo compagno verrebbe a dividersi l’eredità di tua madre con te, un aspetto che non è sicuramente desiderato in modo diretto.

 

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Di Tiziano Solignani

L'uomo che sussurrava ai cavilli... Cassazionista, iscritto all'ordine di Modena dal 1997. Mediatore familiare. Counselor. Autore, tra l'altro, di «Guida alla separazione e al divorzio», «Come dirsi addio», «9 storie mai raccontate», «Io non avrò mai paura di te». Se volete migliorare le vostre vite, seguitelo su facebook, twitter e nei suoi gruppi. Se volete acquistare un'ora (o più) della sua attenzione sui vostri problemi, potete farlo da qui.

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