ho riconosciuto mio figlio Alessio nel 2009, nato da una relazione assurda con una donna albanese l’8 novembre 2000. Dopo vari processi per il riconoscimento, alla fine, tardivamente, l’ho riconosciuto, con sentenza definitiva del Tribunale Minori, per un totale di arretrati di € 19.870,00 + € 400,00 mensili. Premetto che questa sentenza è stata pronunciata quando lavoravo alle dipendenze di mio padre, che era gestore di un bar in centro a Bari (chiuso nell’aprile 2007!). Sto versando dal 2009 ad oggi la somma mensile di € 200,00….ma, chiaramente, alla “mamma” non sta bene, visto che il giudice aveva deciso per € 400,00 mensili + spese mediche. Inoltre, mio figlio Alessio è in cura presso uno studio dentistico, deciso solo dalla mamma, senza interpellarmi, per un apparecchio mobile (che ha perso) e fisso (costo totale con fattura € 4.000,00). Lavoro attualmente in un call center per ricerche di mercato, percependo mensilmente € 250-300,00 mensili. Vivo con i miei genitori, ho la nuda proprieta’ che ha tentato di pignorarmi c/o Tribunale Minori che ha girato il tutto al tribunale ordinario. Posso chiedere il mutamento delle mie condizioni economiche?
In materia di modifica delle condizioni di separazione, divorzio o affido dei figli abbiamo una scheda di approfondimento, alla quale innanzitutto ti rimando.
Per quanto riguarda il tuo caso, naturalmente una risposta è impossibile se non si conosce il caso in tutti i suoi dettagli, tra cui molti che nel caso concreto non hai indicato, come il reddito della mamma, la sua situazione personale e abitativa e così via.
In generale, quattrocento euro possono essere pochi o tanti o giusti, ma non dici nemmeno quanti anni ha tuo figlio, che tu hai riconosciuto nel 2009 ma che non si capisce quando è nato. Non si può nemmeno fare la comparazione tra il lavoro attuale e quello precedente, di cui non riporti lo stipendio.
Insomma, se vuoi affrontare l’argomento è necessario che valuti la materia nel dettaglio insieme ad un legale di fiducia. Tieni presente che i giudici non necessariamente guardano al lavoro effettivamente svolto, ma alla capacità lavorativa, che può anche essere corrispondente, ma non necessariamente.