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il costo di una separazione giudiziale può dipendere dalle domande esorbitanti fatte da un solo coniuge?

Durante il procedimento di separazione giudiziale e in caso di esorbitanti richieste come risarcimenti, annullamento di una donazione e molto altro, il costo del procedimento risulta più alto per entrambi i coniugi o soltanto per il coniuge che ha avanzato tali richieste?

Come ho già detto centinaia di volte, fare domande così circoscritte, senza riferimenti al caso concreto da cui originano e dove devono essere calate le risposte, non ha senso nè utilità. Gli utenti che si rivolgono ad un legale non devono fare domande campate in aria, ma devono esporre il loro caso, sarà poi il legale a fare delle domande, prima di dare le indicazioni più corrette per la situazione. Ciò premesso, si possono fare solo considerazioni di ordine generale, per quel che possono valere.

Innanzitutto, in sede di separazione giudiziale, almeno a mio giudizio, non si possono fare domande come quella di annullamento di una donazione, dal momento che il giudizio di separazione ha per legge un oggetto limitato alle questioni inerenti alla gestione della crisi familiare, strettamente inerenti alla stessa, quindi assegnazione della casa coniugale, eventuali mantenimenti, gestione dei figli e così via. Se, in passato, tra in coniugi c’è stata una donazione occorre un procedimento civile a parte per discutere della stessa. Anche la possibilità di richiedere un risarcimento del danno in sede di separazione è ancora molto controversa, anche se alcuni giudici la ammettono.

Venendo però al succo della domanda, la risposta è che probabilmente il costo, in spese legali, di una separazione giudiziale con domande di valore molto elevato è tale per entrambi i coniugi, anche per quello che «subisce» le domande esorbitanti dell’altro. Il fatto è che le tariffe forensi, ora abrogate dal d.l. 1/2012, ma in vigore sino a poco tempo fa, sono basate sul valore della controversia, che è dato da quello delle domande di entrambe le parti. Non è sicuramente giusto che una parte si trovi a dover pagare di più per effetto delle manie di grandezza dell’altro coniuge, ma a questo si può ovviare stipulando un sistema tariffario alternativo con il proprio avvocato.

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Di Tiziano Solignani

L'uomo che sussurrava ai cavilli... Cassazionista, iscritto all'ordine di Modena dal 1997. Mediatore familiare. Counselor. Autore, tra l'altro, di «Guida alla separazione e al divorzio», «Come dirsi addio», «9 storie mai raccontate», «Io non avrò mai paura di te». Se volete migliorare le vostre vite, seguitelo su facebook, twitter e nei suoi gruppi. Se volete acquistare un'ora (o più) della sua attenzione sui vostri problemi, potete farlo da qui.

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