sono divorziata dal 1995 e il mio ex marito ha smesso di pagare gli alimenti per mio figlio dal 1997, cioè da quando lui aveva 6 anni. Ho anche un suo scritto autografo in cui lui stesso lo afferma. Io non l’ho mai denunciato, perchè era realmente in difficoltà economiche. Circa 10 anni fa gli è stata tolta la podestà genitoriale in quanto, dopo esser stato condannato per truffa e riciclaggio, era scappato all’estero. E’ poi rientrato in Italia scontando il resto della pena agli arresti domiciliari presso i suoi genitori. Questo circa 3 anni fa, da allora vive in un appartamento da solo. Presumo abbia anche un lavoro che glielo permetta. Quello che vorrei sapere è se ha senso fare una denuncia oggi per mancata corresponsione degli alimenti o se ormai è troppo tardi. Inoltre il fatto che gli sia stata tolta la podestà genitoriale lo assolve dall’obbligo di mantenere suo figlio?
Assolutamente no. La decadenza dalla, o la limitazione della, capacità genitoriale comporta solo che il genitore cui viene applicato il provvedimento non può più dire la sua sulle scelte fondamentali per la vita del figlio, in quanto considerato inidoneo a guidarlo in maniera corretta. Ma non perde la sua qualifica di padre e la sua parentela con il proprio figlio, nè gli obblighi che ha verso di lui. Tant’è vero che il provvedimento limitativo della potestà può sempre essere revocato o modificato.
A mio giudizio, la prima cosa che dovresti cercare di capire è che cosa vuoi cercare di ottenere da questo padre che, sia pur pieno di grossi difetti, è sempre il padre di tuo figlio. Se vuoi che venga recuperato, ora che è tornato in Italia, e per quanto possibile, un rapporto genitoriale, con l’assistenza di un mediatore o dei servizi, anche minimo, fatto di incontri non così frequenti, ma che per tuo figlio potrebbero essere importanti. O se, invece, ritieni che questo sia un obiettivo impossibile e l’unica cosa che potrebbe tornare a vantaggio di tuo figlio sia un sostentamento economico.
Per questa seconda ipotesi, non è la denuncia penale necessariamente il primo metodo di approccio al problema. Anzi, io consiglierei di valutare innanzitutto un’indagine investigativa per capire la situazione economica reale attuale. Dopodichè si può provare, se ce ne sono i presupposti, con un’esecuzione civile, mentre le iniziative penali si possono valutare in seguito, se si vede che con quelle civili non ci sono possibilità di realizzo.