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gli ordini degli avvocati sono responsabili se non lavorano le domande di ammissione al gratuito patrocinio in tempi ragionevoli?

Sono giornalista, meno abbiente, con in essere due vertenze condominiali gestite tramite patrocinio gratuito. Vorrei prendere spunto dalle mie vicende personali per preparare un articolo, dunque necessiterei informazioni, che confronterò con quelle fornitemi dal mio avvocato. Faccio altresì presente che ho contatti con onorevoli di diversi partiti; visto che i vacui legislativi possono essere risolti esclusivamente in ambito politico, sono intenzionato a presentar loro le mie osservazioni in materia di Giustizia per i meno abbienti, nel caso integrate dalle vostre considerazioni. Comunque ho la sensazione che di gratuito, per i meno abbienti vi sia quasi esclusivamente una sostanziale presa per i fondelli, con l’Ordine che addirittura impone il pagamento delle fotocopie per presentare la domanda, nonché il rischio di trovarsi con un avvocato che gestisce il contenzioso con superficialità. 1- Cosa fare nel caso il Consiglio dell’Ordine non risponde entro 10 GG, a chi presentare la domanda? 2-L’Ordine va incontro a sanzioni di qualsiasi tipo qualora abbia la tendenza diffusa a rispondere in ritardo? Posso inoltrarvi una lettera indirizzata alla Presidente dell’ Ordine evidenziando le problematiche causatemi dalla risposta non fornita dopo oltre un mese che presentai la domanda?

Innanzitutto, ti rimando alla nostra scheda pratica sul gratuito patrocinio e al mio intervento, rivolto ai legali, ma con aspetti interessanti anche per chi non è giurista, sull’istituto e sull’opportunità per gli avvocati di «praticarlo». Ti rimando poi al sito di Anvag, l’associazione di cui faccio parte e con i cui rappresentanti puoi discutere, se credi, le tue idee, anche in vista di future proposte di modifica legislativa.

Per quanto mi riguarda, ho una esperienza poliennale di applicazione dell’istituto, in varie parti d’Italia e per procedimenti sia civili, che penali, che amministrativi, quindi qualche considerazione direi di poterla fare.

Per quanto riguarda il pagamento delle fotocopie, è una spesa viva che se non pagasse l’interessato nessuno rimborserebbe all’Ordine, per cui mi sento di dire che in fondo sia giusto. Anche noi come studio quando prepariamo istanze per altre persone chiediamo un rimborso spese minimo di 5 euro per la cancelleria e le spese postali. Non sono comunque questi dettagli assolutamente minoritari che sostanziano l’istituto.

Il discorso della qualità dell’avvocato è molto più importante, ma sostanzialmente la legge consente ai non abbienti di scegliere il legale che preferiscono, purchè iscritto nelle apposite liste (per l’iscrizione nelle quali occorre essere a posto con la deontologia, ad esempio); quindi si lascia operare il mercato, dando libera scelta all’utente, con alcuni correttivi volti a garantire la professionalità del legale. Questo, ovviamente, non esclude che ci siano casi di persone che hanno incontrato professionisti non all’altezza, ma il sistema è tutt’altro che perfetto – in realtà è tutto il mondo forense e delle professioni ad essere in perenne cambiamento e spesso non si sa bene in quale direzione, di talchè è difficile per gli utenti orientarsi.

Piuttosto, bisognerebbe che a livello legislativo non ci fosse più il dimezzamento dei compensi spettanti agli avvocati che fanno il gratuito patrocinio, perchè i compensi pieni, come sono previsti per il penale, sono sicuramente capaci di attirare avvocati più preparati.

Per quanto concerne la domanda di ammissione presso l’Ordine, ricordiamo che il problema riguarda solo i procedimenti civili. Nei penali e amministrativi, dove rispettivamente procedono i magistrati e le commissioni per il gratuito patrocinio presso i TAR, il problema non si pone.

In realtà, l’ammissione fatta dall’Ordine è solo anticipatoria, mentre l’ultima parola spetta sempre al magistrato. Questo lavoro, non da poco, che fanno gli ordini è meritevole, perchè i tempi di valutazione delle domande nel regime precedente erano molto più lunghi. Lavorando, come dicevo, in tutta Italia mi sono imbattuto, al riguardo, in esempi di efficienza e, al contrario, in casi di lentezza a volte eccessiva, specialmente in materia inerenti questioni di status come la separazione personale dei coniugi. Però tutto sommato il sistema ordinistico funziona bene, considerando che gli ordini non sono affatto retribuiti per questo lavoro credo che si debba esserne contenti. Molto spesso mi è capitato di avere particolare urgenza relativamente ad una determinata domanda, perchè ad es. si trattava di un cautelare o perchè il mio assistito era convenuto e mi aveva portato solo gli ultimi giorni la citazione ricevuta: in quei casi ho chiesto la procedura d’urgenza, motivando sulle ragioni di richiesta di priorità, e in pochi giorni ho avuto l’ammissione.

Se, comunque, l’ordine mantiene un ritardo oltre un tempo ragionevole, credo che il cittadino possa sempre rivolgersi al magistrato, specialmente se è convenuto, cui spetta in ultima analisi il potere di ammettere, confermare, revocare il beneficio, come pure a volte accade. Che io sappia non ci sono sanzioni in caso di ritardo, per un lavoro che è sostanzialmente su base volontaria per aiutare sia la comunità degli avvocati sia quella più generale degli utenti del sistema giustizia, anche se forse, in casi particolari, forse si potrebbe sviluppare una responsabilità civile (va, tuttavia, sempre considerato che gli Ordini non hanno alcuna colpa dell’indigenza in cui si trova questo o quello individuo e che, per contro, una buona forma di tutela giudiziaria, ad es., si può acquistare ad oggi con soli 38,50 euro all’anno).

Per quanto riguarda la tua lettera, in questo blog facciamo solo valutazioni e considerazioni di carattere generale, utili a tutti, mentre per farci esaminare documenti relativi ad un caso particolare dovresti acquistare una consulenza, oltre che spiegare qual’è il tuo problema specifico, dal momento che sinora siamo stati su di un piano generale.

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Di Tiziano Solignani

L'uomo che sussurrava ai cavilli... Cassazionista, iscritto all'ordine di Modena dal 1997. Mediatore familiare. Counselor. Autore, tra l'altro, di «Guida alla separazione e al divorzio», «Come dirsi addio», «9 storie mai raccontate», «Io non avrò mai paura di te». Se volete migliorare le vostre vite, seguitelo su facebook, twitter e nei suoi gruppi. Se volete acquistare un'ora (o più) della sua attenzione sui vostri problemi, potete farlo da qui.

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