la zia 86-enne della mia compagna vive assistita da una badante rumena (regolarmente assunta), è disabile motoria ma intellettualmente lucida. L’anziana ha una sorella ed insieme sono le proprietarie in pari misura della casa singola in cui vive la disabile. Visto che l’anziana è dipendente pressoché totalmente dalla badante, ha sviluppato per essa un affetto esagerato al punto che la sorella (madre della mia compagna) teme che possa effettuare una donazione della sua quota immobiliare a favore della badante o inserirla tra gli eredi nel testamento. Come è possibile impedire un atto del genere?
Purtroppo, o per fortuna, non è possibile. Se la disabile, come riferisci, è lucida, non si può certo privarla della capacità di disporre dei suoi beni.
Fino a che una persona conserva la capacità di intendere e di volere, ha diritto di disporre dei suoi beni come meglio crede, lasciandoli a chiese, case di ricovero per animali o anche spendendoli tutti, al limite. In questo caso, le disposizioni che la disabile potrebbe fare a favore della sua badante avrebbero anche una funzione in qualche modo compensativa o remuneratoria per come è stata seguita in vita, al di là dello stipendio mensile. Non è indice di squilibrio, anzi al contrario, provare riconoscenza per una persona che provvede ad accudirti e le disposizioni testamentarie a favore del personale di servizio sono storicamente abbastanza comuni nella prassi successoria.
Ovviamente, si potrebbe nominare un amministratore di sostegno per la disabile, in virtù delle sue problematiche motorie, ma questa non la priverebbe della possibilità di far testamento o compiere validamente atti di donazione.